17. La prima volta che dico...

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Quando tutti hanno finito di mangiare sono più o meno le 21.
E considerato che abbiamo iniziato alle 18.30, di tempo ne è passato.
Nella pausa dopo il dolce mentre i fumatori escono sul patio e mia madre, le zie e la nonna vanno a spettegolare un po' in cucina (di me e Ignazio perlopiù).

Noi due ce ne andiamo di sopra correndo su per le scale in una gara a chi arriva prima.
Ci gettiamo sul mio letto ridendo, io a pancia in giù, lui di schiena.
Mi appoggio sui gomiti e lo guardo, lui mi sorride e allunga un braccio verso il mio viso accarezzandomi la guancia.
- direi che siamo pari.-dice, poi mi attira a sé e io lo seguo mentre avvicina il mio viso al suo e mi bacia.

Le sue labbra sanno ancora di cioccolato fondente, il ripieno del panettone.

Mi stacco da lui- sai di cioccolato. - sussurro sulle sue labbra.

Lui ride - anche tu. E hai sempre quel profumo che mi fa impazzire.

Io ridacchio e affondo il viso nell'incavo del sui collo.

Lui sospira - resterei con te per sempre. Qui, in questa casa, in questo paese sperduto nel nulla. Solo io e te senza il resto del mondo.

So che è una cosa bella quella che ha detto, ma mi fa venire in mente che non sarà così, che non è possibile, che i giorni volano via veloci e presto anche lui volerà da qualche parte.

Mi allontano da lui sollevandomi dal letto.

Ignazio corruga la fronte- Che succede?

Mi alzo e metto il cellulare in carica nella presa accanto al comodino nel tentativo di prendere tempo - niente.

Anche lui si tira su -non è vero. altrimenti non ti saresti azzittita così.

-Sì dice zittita non "azzittita"-rispondo secca.

Lui ridacchia e si alza dal letto
-Che fiscale questa professoressa -dice per poi abbracciarmi da dietro le spalle allacciando le sue braccia alla mia vita.

Mi bacia sulla guancia- ricordati che io ti capisco.
Mi sfiora il collo con le labbra e un brivido mi percorre.
Resto immobile mentre lui comincia a lasciare piccoli baci dietro al mio orecchio.
Un calore mi pervade, identico a quello di quando mi ha chiuso il vestito.
Io sospiro nel tentativo di nascondergli ciò che provoca in me semplicemente sfiorandomi.

-Non ti trattenere -sussurra, facendomi voltare.
Mi guarda negli occhi - che ti prende?-dice con dolcezza.

-Niente.

Alza gli occhi al cielo -miiii che cammurria. Me lo vuoi dire o no?

-no.

-però me lo dici lo stesso -sorride.

Alzo un sopracciglio - ah si?

-Sì.

-e come pensi di fare?

Lui fa un'espressione di ovvietà. - non puoi resistere al mio fascino.

-Ma per favore. - rido- lo sai come mi chiamano?

-come?

Strizzo gli occhi -l'impenetrabile.

Scoppia a ridere - con gli altri forse, non con me.

-con tutti. - discorsi da bambini.

Ignazio scoppia a ridere, mi prende il viso tra le mani e si avvicina a me sorridendo.- quanto si bedda.

-le lusinghe non ti aiuteranno.-rido.

-Non sono lusinghe. -sussurra per poi baciarmi leggermente le labbra.

Non esiste altra via, che non sia tua e mia. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora