4. Sentimento ignoto.

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A casa non c'è ancora nessuno, io vado nella mia camera e scelgo qualcosa da mettere in caso mi propongano di andare a cena fuori.

Quando sento la porta d'ingresso aprirsi vado a vedere chi è.
-bellezza!-esclama Delia che anche dopo una giornata di lavoro è spumeggiante. - che fai? Come è andata la giornata? Mi sento tremendamente in colpa ad averti lasciata sola!

- figurati. -le sorrido - sono stata a fare un giro.

- da sola?

- no. Con...un mio amico che si trova qui a Torino in questi giorni.

-meraviglioso! Così il mio senso di colpa si placa sapendo che ti diverti.

Rido - non c'è nulla per cui dovresti sentirti in colpa. Devo ringraziarti mille volte per l'ospitalità.

- smettila, è il minimo. Ti andrebbe di andare a cena fuori? Ieri eri così stanca che non me la sono sentita di svegliarti.

Scoppio a ridere - me ne sono resa conto stamattina, scusa tanto! Mi sarebbe piaciuto uscire con voi, in teoria dovevo fare un sonnellino ristoratore ma ho dormito per dodici ore...

- ma figurati, anzi stasera Luigi torna presto dal lavoro, così possiamo goderci la serata più a lungo.

- perfetto! Come devo vestirmi?

Solleva un sopracciglio mentre sorride -te l'ho detto che ti porto nel ristorante più esclusivo di Torino, no?

- messaggio chiaro. - rido.

Conoscendo Delia mi aspettavo qualche evento esclusivo.
Sono corsa ai ripari quando ho fatto la valigia.
Tiro fuori il vestito blu, quello di cui sono innamorata.
È stretto in vita e con la gonna svasata, senza maniche e con le spalle coperte.
Non troppo scollato, raffinato ed elegante.
Tiro fuori gli odiati collant e un paio di décolleté grigie (le uniche che ho portato.)

Dopo essermi vestita, mi arriccio leggermente i capelli.
Vado di sotto a prendere un bicchiere d'acqua con tutti i becchetti in testa per lasciare un po' in posa i boccoli, quando la porta di ingresso si apre.

Mi volto e quando Luigi mi vede il suo viso si illumina e lui fa un enorme sorriso per poi allargare le braccia ed esclamare -heyyyyy!

Corro ad abbracciarlo, lui mi stritola, ma è una sensazione piacevole.

Ad un tratto interrompe l'abbraccio e mi guarda negli occhi - come stai?-chiede -era un bel po' che non ci vedevamo!

- bene, grazie. E tu? Fai sempre il ciclista nel tempo libero? Oppure ti dai a tempo pieno allo Scarabeo?

Alza un sopracciglio - bene. Si. No. Non ho bisogno di pratica con lo Scarabeo. Io sono già un campione.

- beh questo è da vedere. Ricordati che ti ho battuto quando avevo sei anni.

- solo perché ti ho lasciata vincere.

- raccontala a qualcun altro.

Ed è vero, avevo solo sei anni e l'ho battuto. Con la parola "stetoscopio".
Avevo imparato a leggere a cinque anni, a sei conoscevo a memoria il vocabolario italiano.
Non mi aveva lasciata vincere. Luigi era una bellissima persona, generosa e gentile.
Ma a Scarabeo la storia era diversa. Accanito fino alla morte, cercava quasi tutte le parole sul vocabolario, anche le più ovvie.
Cerca ancora una rivincita.

Delia e Luigi sono i più cari amici di mia madre. Delia e mamma sono cresciute insieme. Da quando lei e Luigi si sono sposati e sono venuti a vivere a Torino il loro rapporto non è cambiato, tranne per il tempo che adesso possono passare insieme che ovviamente è diminuito. Il loro motto però è sempre stato "Conta la qualità, non la quantità ".
A dire il vero, li invidio.
Vorrei trovarla anche io un'amicizia del genere, più forte del tempo e dello spazio.
Sono sempre stati presenti nella mia vita, da quando sono nata in poi non esiste un evento dove loro non sono immortalati in qualche foto.

Non esiste altra via, che non sia tua e mia. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora