2. Alice.

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Piccolissimo consiglio: rileggere il primo capitolo per capire meglio i collegamenti, la colpa è mia che ho lasciato passare troppo tempo. Chiedo umilmente perdono.

Mi risveglio avvolta nella coperta di lana grigia che durante la notte ho strappato dal letto per il freddo. Ovviamente non mi è venuto in mente, nel mio stato catatonico di infilarmi sotto le lenzuola.
Almeno ieri sera ho messo in carica quel traditore di cellulare che adesso si illumina avvisandomi che è carico.
Ma quanto sei utile nel momento del bisogno?

Mi tiro su riposata come non mi capitava da tempo e telefono a mia madre, poi vado a infilarmi in bagno.
Poi scendo al piano di sotto dove trovo la colazione e un biglietto di Delia che mi dice che ci vedremo pomeriggio perché deve lavorare.

Ieri sera dovevamo andare a cena fuori ma evidentemente si è accorta di quanto fossi stanca e mi ha lasciata dormire.

Quando torno in camera vedo il led sul mio cellulare lampeggiare per segnalarmi l'arrivo di un messaggio.
Mi siedo pesantemente sul letto e sblocco lo schermo, é un numero che non conosco. Stranamente una leggera agitazione mi preme nello stomaco mentre apro il messaggio.

"Come è andata la seconda notte a Torino? Spero meglio della prima. Se oggi sei libera mi piacerebbe vederti."

Sorrido mio malgrado. Lo so benissimo che vuole solo qualcuno di nuovo con cui passare una serata, ma non è che la cosa mi dispiaccia.
In fondo non mi farebbe male uscire un po' mentre sono in vacanza.
E poi é stato bello quel poco tempo passato insieme, e lui è stato gentile.
Che male c'è per una volta a divertirsi? Un sacco di ragazzine ucciderebbero per essere al mio posto, io invece mi faccio mille problemi.

Rispondo al suo messaggio e rileggo prima di inviare, non vorrei sembrare decerebrata né un'ochetta gasata.

''In effetti non sono stata sotto la pioggia, ma la compagnia è stata un po' meno divertente. Stasera non so ancora, ma in mattinata sono libera. "

Non ci mette molto a rispondere.
"Allora se vuoi possiamo fare un giro."

"Non sarebbe male. E poi vorrei vedere la città. "

"Perfetto. Passo a prenderti o preferisci che ci vediamo da qualche parte? "

La voce di mia madre molto contrariata a sapermi in macchina con uno sconosciuto mi riecheggia nella testa.

"Ci vediamo alla caffetteria? " Scrivo alla fine.

"Perfetto. Alle 10?"

"Si. A dopo."

Lui risponde con una faccina sorridente e io cerco il numero del servizio taxi a Torino su internet.

So che probabilmente mia madre non sarebbe neanche contenta di sapere che sto per uscire con uno sconosciuto anche se non salgo sulla sua auto.
Ma in fondo io sto uscendo da sola e questo era previsto.
Solo che lungo la strada parlerò con un ragazzo. E allora? Vuole sempre che io sia più socievole.
Vedi quanto sono socievole, mamma?

Apro la valigia e tiro fuori qualche maglione e qualche paia di jeans. Sono tutti un po' ammaccati, ma basta poco a togliere le pieghe ai jeans aderenti.
Alla fine scelgo un pullover di maglia in cotone beige e dei jeans insieme a degli stivaletti neri.
Mi trucco poco, poi prendo la borsa e la copia di chiavi che Delia mi ha lasciato sul tavolo, il cellulare (sperando che non decida nuovamente di svenire come una lady vittoriana) ; poi mi infilo la giacca ed esco.

Non esiste altra via, che non sia tua e mia. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora