2.1

567 45 4
                                    

CAPITOLO II

ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅɪ ᴊᴏɴᴀᴛʜᴀɴ ʜᴀʀᴋᴇʀ
(Continuazione)

5 maggio - Sì, devo aver dormito, perché, se fossi stato del tutto sveglio, non avrei potuto non notare l'approccio a un luogo così singolare. Nella semioscurità, la corte pareva di notevoli dimensioni, e siccome parecchi anditi bui se ne dipartivano da sotto grandi archi a tutto sesto, forse sembrava più spaziosa di quanto non fosse in realtà. Ancora non ho avuto modo di vederla di giorno.

Fermatosi il calesse, il cocchiere ne è balzato a terra, porgendomi la mano per aiutarmi a scendere, e una volta ancora mi sono meravigliato della sua prodigiosa forza: una mano che sembrava in realtà una morsa d'acciaio che, a suo capriccio, avrebbe potuto stritolare la mia. Poi ha preso il mio bagaglio mettendolo a terra ai miei piedi, di fronte a un grande portone, antico e guarnito di grosse borchie di ferro, incastonato in un portale aggettante di pietra massiccia. Potevo vedere, nonostante la poca luce, che il portale era tagliato in un solo pezzo, ma che i rilievi erano assai consunti dal tempo e dalle intemperie. Mentre me ne stavo lì, il cocchiere è rimontato a cassetta e ha scosso le redini; i cavalli sono ripartiti, e il veicolo e quant'altro sono scomparsi in un buio andito.

Sono rimasto in silenzio dov'ero, non sapendo che fare. Non vi era traccia né di campanello né di picchiotto, ed era improbabile che la mia voce riuscisse a farsi udire di là da quelle arcigne mura e da quelle negre aperture di finestre. 

Il tempo che sono rimasto in attesa mi è parso interminabile, e mi sentivo assediato da dubbi e paure. A che razza di luogo ero mai approdato, e tra che gente? Che tetra avventura era quella in cui mi ero imbarcato? Dovevo considerarlo un episodio corrente nella vita dell'impiegato di uno studio legale spedito a delucidare a uno straniero l'acquisto di una proprietà a Londra? Impiegato di uno studio legale! A Mina la definizione non garberebbe. Procuratore legale, piuttosto, perché, proprio sul punto di lasciare Londra, m'è giunta comunicazione che avevo superato l'esame; e ora sono un procuratore legale a pieno diritto! 

Ho cominciato a fregarmi gli occhi e a pizzicottarmi, per vedere se ero davvero sveglio. Mi sembrava, tutto questo, un orrido incubo, e mi aspettavo di risvegliarmi d'un tratto e di ritrovarmi a casa, l'alba intrufolandosi per le finestre, come tante volte m'era accaduto dopo un giorno di intenso lavoro. Ma la mia carne ha reagito alla prova dei pizzicotti, e i miei occhi, impossibile ingannarli. Ero proprio sveglio, e tra i Carpazi, e altro non mi restava che pazientare e attendere l'arrivo dei mattino.

Ero appena giunto a questa conclusione, quando ho udito un passo pesante venire alla mia volta di là dal gran portone e, attraverso le fessure, è filtrato il raggio di una luce che s'avvicinava. Poi, lo strepito dì catene, il clangore di pesanti catenacci tirati. Una chiave ha girato con l'acuto stridore di un lungo disuso, e il grande battente si è spalancato. Dentro, stava un vecchio alto, accuratamente sbarbato a parte i lunghi baffi bianchi, e nerovestito da capo a piedi, senza una sola macchia di colore in tutta la persona. In mano reggeva una vetusta lucerna d'argento, la cui fiamma ardeva senza tubo di vetro né globo di sorta, proiettando lunghe, oscillanti ombre come palpitava nello spiffero dell'uscio aperto.

Con la destra, il vecchio m'ha rivolto un cortese cenno d'invito, dicendo in un ottimo inglese, ancorché di singolare cadenza:

"Benvenuto nella mia casa! Entrate libero e franco!" Non ha accennato a venirmi incontro ma è rimasto immobile, come una statua, quasi che il gesto di benvenuto l'avesse pietrificato. Tuttavia, non appena ho varcato la soglia, si è mosso d'un subito e, stendendo la mano, ha afferrato la mia con un vigore tale da farmi sobbalzare, risultato nient'affatto sminuito dal sembrare essa fredda come ghiaccio - più la mano di un morto che di un vivo. E ha ripetuto:

Dracula - Bram Stoker (Completo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora