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ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅᴇʟ ᴅᴏᴛᴛᴏʀ ꜱᴇᴡᴀʀᴅ

20 agosto - Il caso Renfield diventa sempre più interessante. Adesso il paziente è tranquillo tanto che a momenti cessa dalle sue esaltazioni. Durante la prima settimana dopo la crisi che ha avuto, è stato violento senza un attimo di tregua. 

Poi, una sera, proprio mentre la luna sorgeva, si è calmato e ha continuato a mormorare tra sé: "Ora posso aspettare. Ora posso aspettare". L'infermiere è venuto a dirmelo, e sono corso dabbasso a dargli un'occhiata. 

Renfield era sempre con indosso la camicia di forza e nella cella imbottita, ma il suo viso non era più sconvolto, e gli occhi avevano ripreso in parte l'espressione supplice di un tempo - la definirei addirittura "umile". 

Ero soddisfatto del suo attuale stato, e ho dato ordine di slegarlo. Gli infermieri esitavano, ma alla fine hanno eseguito l'ordine senza proteste. Strano a dirsi, il paziente si è mostrato dotato di tanta lucidità da notarne subito la diffidenza perché, avvicinatomisi, mi ha sussurrato, intanto scoccando a quegli altri occhiate furtive: "Loro pensano che potrei farvi del male! Ma vi rendete conto: io far del male a voi! Poveri scemi!" Era in qualche modo gratificante vedermi distinto dagli altri fin nei pensieri di quel povero pazzo; e tuttavia, non riesco a seguirlo. 

Devo interpretare le sue parole nel senso che ho qualcosa in comune con lui, per cui in fin dei conti noi due dovremmo intendercela, oppure intende ricavare da me non so che vantaggi, di importanza per lui tale che il mio benessere gli è indispensabile? Ne verrò a capo. Questa sera si rifiuta di aprir bocca, e neppure l'offerta di un gattino, persino di un gatto adulto, è valsa a tentarlo. Si limita a dire: "Non mi interessano i gatti. Ho qualcosa di più importante cui pensare, adesso, e posso aspettare, posso aspettare". 

Dopo un po' l'ho lasciato. L'infermiere mi riferisce che è rimasto tranquillo fino a un attimo prima dell'alba, dopodiché ha cominciato a dar segni di inquietudine prima e poi di violenza, per piombare alla fine in un parossismo che l'ha esaurito al punto da farlo sprofondare in una sorta di coma. ... Per tre notti, sempre lo stesso: violento tutto il giorno, poi tranquillo dal sorgere della luna all'alba. Vorrei riuscire a scoprirne il perché. 

Si direbbe che sia all'opera un influsso intermittente. Ma sì, ottima idea! Questa sera giocheremo una partita tra mente sana e mente malata. In precedenza, Renfield è fuggito senza il nostro aiuto; questa sera evaderà con il nostro. Gli offriremo un'occasione, tenendo gli uomini pronti a seguirlo per ogni evenienza...

♦♦♦

23 agosto - L'atteso accade sempre, come diceva Disraeli(*) che la vita la conosceva. Il nostro uccello, trovata la gabbia aperta, non ha voluto prendere il volo, per cui tutte le nostre astuzie sono state a vuoto. 

Comunque sia, una cosa l'abbiamo dimostrata, ed è che i periodi di tranquillità durano piuttosto a lungo. In futuro, faremo in modo di sciogliergli le pastoie per qualche ora ogni giorno. Ho dato ordine all'infermiere del turno di notte di chiuderlo semplicemente nella cella imbottita, una volta che appaia tranquillo, e di lasciarvelo sino a un'ora prima dell'alba. Il corpo di quel povero diavolo avrà così un po' di sollievo, anche se la sua mente non saprà apprezzarlo. Toh, evento inatteso! Mi chiamano: il paziente è fuggito di nuovo.

Più tardi - Altra avventura notturna. Astutamente, Renfield ha atteso che l'infermiere entrasse nella cella a ispezionarla, e allora ne è balzato fuori aggirandolo, e via lungo il corridoio. Ho ordinato agli infermieri di seguirlo. 

Anche questa volta è penetrato nel terreno della casa abbandonata, e l'abbiamo ritrovato nello stesso punto, schiacciato contro la porta della cappella. Al vedermi, è montato su tutte le furie e, se gli infermieri non l'avessero afferrato in tempo, avrebbe certo tentato di uccidermi. 

Mentre lo trattenevamo, è accaduto qualcosa di strano. Di scatto, ha raddoppiato gli sforzi e poi, con altrettanto subitaneità, si è fatto calmo. Istintivamente, ho volto gli occhi all'intorno, ma non ho visto niente. 

Poi ho colto lo sguardo del paziente e l'ho seguito, ma nulla ho scorto là dove era volto, cioè nel cielo illuminato dalla luna, a parte un grosso pipistrello che volava leggero, silenzioso e spettrale, verso ovest. 

Di solito i pipistrelli roteano e svolazzano qua e là, laddove quello sembrava andare diritto, quasi avesse una meta o un'intenzione precisa. E il paziente diveniva sempre più calmo, e alla fine ha detto: "Inutile che mi leghiate, vengo di buon grado!" Senza altre difficoltà, siamo tornati al manicomio. Sento che c'è qualcosa di minaccioso nella sua calma, e non dimenticherò questa notte...


ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅɪ ʟᴜᴄy ᴡᴇꜱᴛᴇɴʀᴀ

Hillingham, 24 agosto - Voglio seguire l'esempio di Mina e mettere le cose per iscritto, così potremo parlare a lungo quando ci rivedremo. Mi chiedo quando sarà. Vorrei che fosse qui ancora con me, perché mi sento così infelice. 

La notte scorsa ho avuto l'impressione di fare esattamente lo stesso sogno di quand'ero a Whitby. Forse il cambiamento d'aria, forse il ritorno a casa, fatto sta che tutto mi appare buio e orribile, ma nulla ricordo, anche se sono piena di una vaga paura e mi sento terribilmente debole ed esausta. 

Quando Arthur è venuto a pranzo, al vedermi ha avuto l'aria assai preoccupata, e io non ho avuto la forza di fingere allegria. Forse questa notte potrei dormire in camera con la mamma. Cercherò un pretesto e vedremo.

***

25 agosto - Un'altra brutta notte. Mamma non ha voluto saperne della mia proposta. Mi sembra che non stia molto bene neppure lei, e senza dubbio teme di darmi fastidio. Ho tentato di rimanere sveglia, e per un po' ci sono riuscita; ma poi i rintocchi della mezzanotte suonati dal campanile m'hanno riscosso dal dormiveglia, sicché devo essermi assopita. 

Alla finestra, era una sorta di battito o raschiare, ma non ci ho fatto caso e, siccome non ricordo altro, devo dedurne che sono stata vinta dal sonno. Altri brutti sogni. Mi piacerebbe ricordarli.

Stamane mi sento debolissima, ho il viso d'un pallore atroce, la gola mi fa male. Dev'esserci qualcosa che non va nei miei polmoni, perché ho l'impressione che mi manchi l'aria. Cercherò di tirarmi su quando tornerà Arthur perché so che, altrimenti, si rattristerà di vedermi in questo stato. 

Curiosidracula#1: il dottor Seward cita Benjamin Disraeli, Primo Conte di Beaconsfield, politico e letterato inglese dell'800

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Curiosidracula#1: il dottor Seward cita Benjamin Disraeli, Primo Conte di Beaconsfield, politico e letterato inglese dell'800. In quel paragrafo il dottore esordisce con la citazione "l'atteso accade sempre", riferendosi all'esperimento che sta conducendo su Renfield che, essendo folle, agli occhi di John Seward fugge quando è sorvegliato e non fugge quando gli offrono una possibilità bel più ghiotta. Peccato che poco dopo accade un "evento inatteso".
Non disperarti, dottor Seward, accade anche ai migliori di parlare troppo presto XD

Curiosidracula#2: Non so se l'avete notato, ma fino ad ora e per tutti i capitoli precedenti ho dato ad ogni personaggio un separatore differente. *** per Lucy, ♥♥♥ per Mina, ♦♦♦ per il dottor Seward e ◄► per Jonathan. Ci avevate fatto caso? :D

Nota: osservate che Lucy non scrive più da Whitby, ma da Hillingham, a Londra.

Dracula - Bram Stoker (Completo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora