2- Accordi

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Forse Dio vuole che tu conosca molte persone sbagliate prima di conoscere quella giusta, in modo che quando la conoscerai, tu sappia esserne grato. 
-Gabriel Garcia Marquez


 Sembra esausto mentre posa lo scatolo sulla scrivania, come se la giornata l'avesse già spazientito troppo anche solo per sforzarsi di salutarmi con più di un semplice 'ciao' nonostante la palese sorpresa sul volto. Una persona normale avrebbe chiesto con curiosità, sarebbe stato interessato per più dei quattro canonici secondi che servono a lui per perdere ogni interesse ma  inizio a farmene una ragione, è completamente assorto nel suo mondo, oppure è difficile da impressionare.

 Oggi porta la barba più lunga e disordinata rispetto a qualche sera fa, ma i bordi puliti, freschi di rasatura fanno intuire che ha più cura di quanto possa apparire a una prima occhiata.


"Logan si è cacciato in uno dei suoi guai è ha mandato te? Che ha fatto stavolta?" Domanda con rassegnazione mentre lo seguo nell'ampia camerata davanti a noi superando l'atrio dove a parte una pianta rinsecchita e un'altra porta chiusa non vi è altro. 

Sposta copiosi fascicoli nel suo schedario, in questa stanza non c'è altro oltre a quello già citato, due sedie e un mucchio di scatoli, come se l'ufficio fosse ancora in allestimento, non sembra un tipo molto estroso, lo stretto indispensabile sembra il suo motto e magari in quel miscuglio di inchiostro che ha sparso per il corpo c'è l'ha anche tatuato.


C'è un forte odore di vernice fresca e di mobili nuovi. Ho creduto fosse tornato in Inghilterra già da qualche mese, ma inizio a chiedermi se non abbia capito male, del resto ne abbiamo parlato con Logan di sfuggita poco prima che la sua maglietta toccasse il pavimento e il suo torso muscoloso rapisse la mia attenzione.

"No, lui non lo sa a dire il vero, credo di aver bisogno di un investigatore privato." Mi osserva per un lungo attimo, annuisce e riposiziona lo scatolo sotto il medesimo braccio di prima per metterlo sul pavimento.

Non faccio in tempo a chiedermi perché mai afferrare uno scatolo in maniera così scomoda quando lo si può fare tranquillamente con entrambe le mani quando i miei occhi ricadono sull'unico spazio immacolato da inchiostro sulle sue braccia.

Proprio tra la tra il fiore di loto in bianco e nero tatuato poco sotto il gomito e quella che sembra la parte inferiore di una tigre sulla spalla si estende un reticolo di cicatrici contornate dal segno di punti di sutura. Tra tutte c'è un segno più grosso e lungo, una brutta cucitura. Mi soffermo a pensare com'è possibile che io non abbia notato che non muove il braccio destro l'altra sera, pur avendo parlato parecchio e bevuto insieme. Sono stata troppo concentrata su altro.Forse è per questo che cerca sempre un contatto visivo e il suo sguardo è tanto intimidatorio da non riuscire a staccartene se non per volgerlo altrove.

 Lo seguo con lo sguardo fino a quando non si siede alla poltrona della sua scrivania invitandomi a fare lo stesso su una delle due sedie lì difronte.


Da uno dei cassetti tira fuori uno spesso blocco per appunti a quadretti e una penna che poggia sopra esso. All'improvviso ha assunto un aria distaccata e professionale. Più distaccata del solito, non è certo un carnevale di lusinghe e cortesie.

La sedia scricchiola appena sotto il mio peso, asciugo la mani sudate lungo il tessuto della mia gonna a costine e allento il colletto della camicia che sembra appiccicarsi alla pelle tanto da soffocarmi, sono nervosa e lui lo sa perché segue attento ogni mio movimento, prendendo appunti mentali. Mi sembra di vederlo tutto il battere di quella macchina da scrivere che ha nel cervello.

Mi sento sotto esame e lui non fa niente per togliere questa sensazione, anzi più mi guarda più ha l'aria del professore severo che sta per bacchettarmi le mani.

"Preferirei che Logan non sapesse nulla, di questo, nemmeno che sono stata qui." Brontolo inciampando un po' nelle parole.

"Come preferisci, ma se la cosa ti preoccupa potresti rivolgerti a qualcun altro." Chiarisce con tono conciliante.

"No, mi piaci tu, gli altri non so come sono, devi essere tu." dico sovrappensiero con leggerezza. Solo vedendo la sua faccia perplessa mi rendo conto di sembrargli pazza, abbiamo parlato per quanto? Un'ora? Non lo conosco più di quanto non conosca altri.

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora