51- Vecchi sharpei arrabbiati

68 3 0
                                    

Mia nonna si è superata in ogni dettaglio, non che di solito qualcosa possa sfuggire al suo puntiglioso controllo ma oggi tutto splende come non mai. La sala è piena di gente che conosco appena, accompagnata ai loro figli che mia nonna vorrebbe frequentassi perché li trova tanto dei bravi ragazzi. Ha invitato anche Elisa, la mia vicina di casa è stata una vera sorpresa considerando che l'hanno sempre snobbata ma ne sono felice. È l'unica vera faccia amica qui dentro.

È stato tutto un lungo susseguirsi d'inchini, Zayn al mio fianco attira l'attenzione come se avesse un riflettore addosso ma a parte qualche commento curioso e un po' fuori luogo che grazie al cielo non ha potuto capire, gli sguardi si sono limitati curiosi sulla sua cicatrice e sui tatuaggi che spuntano dalle maniche.

Non tutti parlano inglese, e questo ci permette di dire ciò vogliamo. Il dottor Chieri, ad esempio non saprà mai che il suo nuovo soprannome è baffo grigio, ne che sua Moglie Lina è appena diventata naftalina visto l'odore forte del suo vestito che ha fatto scappare tutte le cimici nel raggio di un chilometro.

C'è rosa antico ovunque, a partire dai fiori a finire ai fiocchi sui tavoli crema, passando per il papillon dei camerieri e lo champagne. La torta è maestosa e messa lì a essere ammirata da tutti mentre la nonna si pavoneggia delle sue doti di organizzatrice di feste. Sparisco dopo aver finito il giro di saluti scappando sul retro del portico, come da tradizione con papà, che nel frattempo ha arraffato abbastanza cibo per fare un picnic.

Il cielo è pieno di stelle e completamente scoperto stasera, l'aria profuma di erba e l'aria è leggera e fresca. Si infila giocosa sotto le pieghe del mio vestito alzandomi la gonna e provocandomi la pelle d'oca ma è comunque bello stare in giardino.

"Non si accorgeranno che non ci siamo?" Mormora Zayn continuando a grattarsi il collo. Non è il tipo da colletto inamidato, senza alcun dubbio.

"Non li conosco nemmeno, li vedo solo al mio compleanno e alle feste grandi, saranno impegnati a rimpinzarsi."

"Perché sono a tuo compleanno allora?"

"Con i miei nonni abbiamo un patto per Cambridge, a un certo punto vogliono lasciare a me i loro affari e tutto il resto e ritengono importante che io mi faccia conoscere da tutta questa gente che fa affari con loro."

"E cosa ne è dei tuoi sogni, dell'astrofisica, le ricerche scientifiche, perché hai accettato questa assurdità?"

"Perché i fisici muoiono di fame, è un lavoro ingrato, per molti inutile e non tutti hanno la possibilità di farlo mi sono tenuta aperta una porta. Sarò io a scegliere cosa farci con tutto questo. Il patto è due anni, se non mi piace, o non sono portata, o ho trovato lavoro alla NASA posso disfarmene. È un buon compromesso, è pur sempre l'eredità della mia famiglia, non è una questione puramente economica, si tratta di radici. Non mi chiederebbero mai di mettere da parte i miei sogni."

"E tuo padre?"

"Non vuole averci a che fare, a lui piace il suo lavoro ed è troppo ribelle per incravattarsi e chiudersi in ufficio. Come ti stai trovando qui? È un po' caotico vero?"

"Non è così male, non sono mai stato a niente di così elegante. Sono un po' agitato per te, devi parlare con tua nonna e non so come fai a stare così calma."

"Sto procrastinando un pochino, ho cercato tanto mia madre e questa è l'ultima cosa da fare prima della fine, mi sento un po' vuota, senza uno scopo. Comunque è per questo che siamo venuti qui, mi rimpinzo di tartine e champagne e ti lascio con mio padre perché con lui puoi parlare almeno e mi è sembrato che andate d'accordo."

"Potresti sempre usare il consiglio di tuo padre e fingere che siano stati i tuoi nonni a cercare te ed evitare ogni rischio tanto tua madre non c'è pericolo che tu la riveda."

"Di bugie mi sono bastate quelle di Anne, è ora di chiudere questo circolo vizioso ma prima ho bisogno di coraggio liquido."

Mio padre si volta di scatto quando ci sente arrivare e si rallegra che non sia la nonna come un bambino che dopo aver rubato i cioccolatini dal tavolino da tè in soggiorno si nasconde.

Mi sbandierando in faccia la via d'uscita più semplice ancora una volta, mentire è facile alla fine è solo sputare le parole e scrollare le spalle ma non voglio farlo, mi piacerebbe che nella mia famiglia di segreti non ce ne siano più.

Prendo da bere e non tento nemmeno dissimulare davanti a mio padre le quantità di alcool che mi sono ritrovata a ingerire durante la serata e mi precipito a passo fermo fino alla nonna sentendomi più coraggiosa.

È l'alcool o tutto il melodramma che si è consumato nell'ultimo mese ma so perfettamente cosa voglio dire quando sono davanti a lei che scuote felice il suo caschetto biondo.

"Nonna, nonno devo parlarvi di una cosa che ho fatto." La nonna mi guarda ritirando piano il sorriso mentre il nonno aggrotta le folte sopracciglia grigie in attesa, con una curiosità divertita sul volto.

"Tesoro, non possiamo farlo più tardi? Chi intratterrà gli ospiti? E che fine ha fatto il tuo Zayn?"

"È con papà. Ho cercato la mamma. Ho pagato un investigatore privato, Zayn per la precisione per trovare la mamma." Lo sguardo allegro della nonna diventa vitreo e scuro come ogni volta che si parla della mamma e la sua bocca assume quella smorfia corrucciata che mostra tutte le rughette, carica di rimprovero.

"A quanto pare, non possiamo aspettare." Bofonchia il nonno irrigidito mentre sbottona un bottone della sua giacca elegante e allenta la cravatta. Non pensavo saremmo arrivati così fretta alla parte in cui il galateo non è più così importante.

"Quindi Zayn non è il tuo ragazzo?" Domanda acida.

"Lo è, ci siamo conosciuti così qualche mese fa. L'ha trovata, l'ho vista."

"Magnifico, come sta?"

"Non è andata bene, avevate ragione voi su di lei."

"Che ti aspettavi Diana? Non ha lasciato nemmeno un biglietto. Pensi che ci faccia piacere o che come dice tuo padre godiamo nelle disgrazie altrui? Quella donna è sempre stata una disgrazia, guarda cosa ha fatto alla sua stessa figlia, non si sarà nemmeno scusata. Tuo padre è sempre stato cieco ma una madre le sente certe cose e lei non l'ha mai raccontata giusta." Scuote la testa arcigna come se un pensiero spiacevole le avesse appena fatto breccia nella memoria. "Dimentica questa storia, come vedi non ci siamo mai inventati niente. Ora che ne hai avuto la conferma va solo avanti."

"Prima di trovare lei, ho scoperto che ha una famiglia, i suoi genitori e suo fratello."

"Che Dio ci salvi! Non voglio nemmeno pensarci ci è bastata lei, gli altri potrebbero seppellirci." Ribatte immediatamente con un mano sul petto, il nonno e io sento le ginocchia vacillare e il coraggio perdere colpi. Non posso più tirarmi indietro ma vorrei farlo.

"In realtà li ho conosciuti, ci siamo visti un paio di volte e voglio che facciano parte della mia vita.Loro non sapevano di me.Non parlano nemmeno con Anne e sono stati gentili." La gola si secca all'improvviso, e la faccia della nonna mi fa sentire lo stomaco contrarsi. I suoi occhi sono pieni di sgomento le sue labbra sono linee sottili e prive di espressione e non riesco nemmeno ad alzare la testa verso il nonno finché non lo fa mia nonna e la sua faccia è la rappresentazione del rammarico.

"Tua nipote è impazzita Jean, dille tu qualcosa."

"Gli ospiti ci stanno cercando." Tuona con voce roca prima di raggiungere a falcate la folla.

"Mi spiace, lo so che vi ho deluso ma cercate di capire." Piagnucolo cercando di addolcire almeno la nonna.

"Sei tu che devi capire Diana. Tuo nonno ha bisogno di me." Il suo passo delicato picchia più forte del solito sul pavimento e io mi sento appena ripudiata. Di solito è mio padre che guardano così e non credo di esserci abituata.

Me ne torno in attesa di conseguenze, con l'aria bastonata, di nuovo sul retro allo scalino di cemento in fondo al giardino dove, ho lasciato papà e Zayn. Li ritrovo tranquilli a fumarsi una sigaretta parlando di qualcosa che non capisco per la distanza e smettono appena mi avvistano mi siedo allo scalino.

"Sei stata rapida.Non ci resta che aspettare. Sono stati terribili?

"Niente, la nonna ha detto al nonno che sono impazzita e sono andati via con la faccia da scarlattina che di solito riservano ai vostri litigi più aspri. Sono stati silenziosi."

"Che cos'è la faccia da scarlattina?"

"Un misto di sofferenza, vuoto astrale nello sguardo e tante rughe che una volta erano solo d'espressione ma che ormai fanno parte dei loro visi facendoli sembrare dei vecchi sharpei arrabbiati." Mormora complice mio padre.

"Papà!" Lo rimprovero debolemnte "E tu smettila di ridere."

"Signore sua madre mi ha chiesto di avvisarvi per il taglio della torta."

"Sì, dobbiamo darcela a gambe, se tua nonna vuole sbattere fuori gli ospiti e meglio non farsi trovare qui alla fine." Annuisce papà tirandosi su.

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora