44-E' speciale

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Nel salotto c'è ancora l'odore di unto della montagna di patatine fritte di ieri sera.
Man mano che mi aggiro per la stanza cerco i miei vestiti sparsi per la casa. Trovo subito una scarpa all'entrata ma nessuna traccia della sua gemella. Il vestito è l'unica cosa ripiegata e messa apposto in camera da letto dove rinvengo l'altra scarpa mentre cerco di non fissare il mio adorabile fidanzato mezzo nudo.

Il cappotto è sul divano tutto stropicciato per averci quasi fatto sesso sopra e le mutande sono appese al collo di una bottiglia di birra al centro del tavolo lontana dalla portata di Zap.

Mi vesto cercando di non fare troppo rumore e apro la finestra per far cambiare l'aria mentre preparo qualcosa da mangiare di veloce. Mi muovo con una naturalezza che stupisce anche me in cucina, chiudendo e aprendo sportelli con i piedi o fianchi tirando fuori ciotole e tazze senza stare nemmeno a pensare a dove potrebbero essere. Sono sempre rimaste qui da quando le abbiamo comprate, eccetto, che per qualche utensile nella lavastoviglie, cose di poco conto, una padella, qualche piatto che danno gusto l'apparenza di qualcuno che ogni tanto ci butta qualcosa dentro.

Mi ingegno a fare due rapidissime tortine al microonde, mentre cuociono butto via le cartacce lasciate in giro ieri sera.

Zayn dorme tranquillo accanto a Zap che ancora una volta mi ha rubato il posto appena scesa dal letto e che ancora una volta verrà buttato giù da Zayn non appena si renderà conto che gli ha rubato tutte le coperte.

Rifletto qualche attimo su dove attaccare il post-it, poi scelgo il posto più intelligente; il cellulare, dovrà prenderlo per forza. Anche qualcuno sbadato come lui dovrà farci caso.

Tolgo il mio tortino dal microonde, è già tardi perciò decido di mangiarlo per strada mentre mi scapicollo per tornare a casa.

Il sole sembra voler giocare a nascondino con i nuvoloni grigi che minacciano pioggia. Affretto il passo e prego affinché la pioggia mi permetta di arrivare a lezione prima di liberare la sua forza.

Mi sento particolarmente carica oggi, faccio le scale a due, a due fino al mio piano sfuggendo all'insolito silenzio di Paris e Jamima impegnate una nella colazione e l'altra nel suo stretching post corsa. Sorrido nel vedere che nonostante Paris vorrebbe vedere Jamima sotto un camion, silenziosa osserva e prende appunti dai suoi esercizi per cercare di simularli e ottenere un fisico da atleta.

Faccio una lunga doccia cosparsa dal mio bagnoschiuma preferito alle orchidee selvatiche e l'unico dispiacere è togliermi di dosso il profumo di Zayn ma mi basta chiudere gli occhi per sentire ancora il calore delle sue labbra farmi rabbrividire la pelle.

Asciugarmi è sempre la parte più noiosa passerei il resto della mia vita in accappatoio pur di saltarla e ho smesso di asciugare le gambe ormai da un paio di anni.


Indosso il primo jeans e la prima maglietta che trovo nell'armadio e mi stringo nel cappotto più pesante che posseggo, sapendo quanto il tempo sa diventare umido da queste parti con la pioggia.

Quando esco dalla mia camera Jamima tenta di bloccarmi richiamandomi con quel suo tono acido da inizio ramanzina ma riesco a sloggiare prima che mi tolga il buon umore.

Prendo appunti, mi sento attenta come non mai, registro ogni parola che viene detta senza difficoltà e mi domando quanto sarebbe stato più semplice nella mia vita scolastica se avessi tenuto questo tenore al posto di essere sempre mezza addormentata e spesso distratta.

Vorrei dare tutto il merito a Zayn ma la verità è che non dormo così bene da tanto. Da quando il pensiero di mia madre si è insinuato nella mia testa, martellante come un picchio. Mi ha levato poco alla volta il sonno senza che me ne rendessi conto, fino a che questa storia non si è conclusa ridandomi ciò che mi ha preso oltre che un cuore a pezzi.

E' un bene che sia stata una vera stronza, adesso posso dormire in pace al posto di preoccuparmi delle cene imbarazzanti che non avverranno mai. Quando è una pessima idea si vede dal principio.

A pranzo organizzo la mia agenda togliendo di mezzo tutto quel fitness e tutte quelle diavolerie per tenere la mente impegnata e ora di affrontare la realtà e con Zayn accanto la prospettiva è meno spaventosa.

Prima o poi passerà, come sempre, come tutto.

Cerco disperatamente di togliere la maledettissima uva passa dalla mia insalata senza ricoprirmi di salsa yogurt, ma ogni volta in qualche foglia d'insalata ne rimane sempre una. Sbuffo mordendo il mio tranquillo panino al tonno spostando l'agenda prima di sporcarla. Quando il cellulare inizia a squillare, quasi lo faccio cadere pur di non macchiarmi con il panino e riesco a rispondere a stento proprio prima che la chiamata cessi.

"Ciao papà è successo qualcosa?"Incastro con maestria il cellulare tra la spalla e il collo e predo l'ultimo boccone d'insalata.

"Non posso chiamare mia figlia?"

"Certo che si ma so che lavori a quest'ora"

"Allerta meteo, scuole chiuse, sai il solito. Tu stai bene? Ti serve qualcosa?"

"Sto bene. Sto pranzando e sfoltisco l'agenda."

"Sfoltire l'agenda. È assurdo che tu ne abbia già una, cresci troppo in fretta. Va a finire che quanto ci vediamo non ti riconosco nemmeno!"

"Papà non ci vediamo da due mesi ti assicuro che non cambiata di un millimetro e a proposito di questo..." Non mi lascia finire la frase esordisce con un forte e autoritario 'NO'

"Non ti azzardare ho detto hai tuoi nonni che saresti venuta. Adesso dovrai venire. Ti hanno organizzato una festa e io da solo non me la sorbisco e sai che non la annullerebbero per nulla al mondo." Sta usando il suo tono intransigente, quello che usa che con i suoi studenti quando iniziano a fare baccano o copiare durante i compiti.

"Come hai potuto permetterglielo? Sei passato al lato oscuro non volevo una festa." Mi lamento.

"Lo so ma mi manchi e mi sono lasciato convincere che fosse una buona idea perciò devi venire."

"Papà ho conosciuto qualcuno che vorrei farti conoscere, verrà con me." Mordicchio nervosamente la forchettina di plastica, dall'altro capo del telefono c'è un lungo silenzio interrotto solo da un miagolio del gatto in lontananza.

"Lo sapevo è per questo che non mi chiami più. Mi eviti solo quando nascondi qualcosa, io non sono i tuoi nonni avresti dovuto dirmelo dal primo appuntamento. È sicuro di voler conoscere quei due? Lo faranno a brandelli."

"Lo adoreranno ne sono sicura. Non vedo l'ora che vi conosciate, è fantastico."

"Parlerò con i tuoi nonni, avranno tempo di metabolizzarlo. Io preparo la camera degli ospiti."

"Grazie papà."

"Fai la brava, mandami la buonanotte quando sei a letto."

Sorrido riconoscendo il suo tono dolce e amorevole. So che mio padre non andrà mai contro le mie scelte. La speranza è che conoscendolo tutti i suoi di dubbi spariscano.

Finisco il mio panino con il tonno e abbandono la disgustosa uvetta prima di tornare verso casa.

Sono ormai le due e non avendo ricevuto alcuna notizia da Zayn lo chiamo lungo il tragitto verso casa.
Risponde al terzo squillo ma non preferisce parola, mi accorgo della sua risposta solo dal contatore dei minuti che parte.

"Zayn ci sei?"

"Si ma ho deciso di parlarti mai più." Risponde lamentoso.

"Perché?"

"Al tuo posto c'era il cane, ti ho cercato per tutta la casa mi sono arrabbiato perché ho creduto fossi sparita, di nuovo. Infine mi sono sentito stupido quando ho trovato il tuo post-it sul telefono e la colazione."

"Scusa dovevo cambiarmi e andare a lezione e tu dormivi, Zap il posto me l'ha rubato."

"Mi sono svegliato poco fa, ti stavo per chiamare. Che stai facendo?"

"Sto tornando a casa. Ho parlato con mio padre non vede l'ora di conoscerti. Credo che dovrai subire un po' di domande."

"È una cosa di famiglia vedo, mi andrà bene."

"Mi sento offesa che tu non faccia obiezioni mentre io mi sono dovuta subire tutti i tuoi sbuffi per le domande. È dovrai dormire nella stanza degli ospiti."

"Le domande di tuo padre sono legittime. Emma e Katie hanno organizzato un'imboscata con Natalie, l'ho dedotto non ne sono certo."

"Benissimo quindi mentre io mi annoio a casa tu ti annoi mentre una delle tue ex cerca di sedurti." Sbuffo con sufficienza.

"È probabile. Non sei gelosa?"

"Mi dà fastidio che lo facciano ma quello che importa davvero è quello che fai tu."

"Wow ti fidi davvero di me."

"Ti conosco investigatore e tu sei pazzo di me. Sono un'infermiera più divertente."

"Ti rende audace il telefono, chiamami più spesso. È assolutamente, tutto vero." Lui non vede quanto sorrido e quanto le mie guance sono rosso fuoco d'imbarazzo puro per aver azzardato tanto e anche perché la sua risata mi fa salire il livello di zucchero fino alle orecchie.

Chiudiamo quando arrivo all'entrata di casa e mentalmente mi appunto di chiamarlo sul serio più spesso.

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora