39- Solo ciao

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  Quando ti metti a costruire un castello di carte le domande da porsi è solo una: Quanto impiegherà a crollare?

Solitamente poco. Sono solo carte al primo soffio di vento tutte giù, come se le ore e la concentrazione al limite del maniacale impiegata fossero solo il nulla cosmico.

Così è stato anche per i miei giorni di negazione assoluta.

Mi sono lasciata trascinare da Jamima in un piano fatto da: Dieta rigida a base di merluzzo, carne magra e molti più centrifugati verdognoli di quanto l'essere umano può reggere e radici di chissà quale stramba pianta per conciliare il sonno latitante. Niente sigarette, ciambelle, patatine al pollo o autobus.

Solo sane camminate, aria aperta e un nuovo metodo di catalogazione per tutto; a partire dalla giornate, sezionando ora per ora in modo da arrivare a sera e svenire sul letto. Senza tralasciare il nuovo e più efficiente programma di pulizie e le dispense scolastiche, i faldoni divisi per colori e i libri per casa editrice. Perfino i pantaloni e i maglioncini hanno uno loro schema così come asciugamani, lenzuoli e calzini.

Mi sono sentita per cinque giorni la regina del mondo, Elisabetta alla conquista dei territori spagnoli con tutto sotto il mio controllo, ogni minuto arrivando quasi a impazzire. L'anello che ha iniziato a far cedere tutto è stata Jamima che non avendo rispettato il suo turno con le pulizie ha scombinato il mio perfetto piano simmetrico e pazzoide finendo con una litigata furibonda senza alcun senso e la fine della nostra breve amicizia a base di beveroni.

Durante il pranzo. Mentre mangio un panino di segale al tonno, stopposo e triste mi chiedo come potermi scusare con Jamima senza farlo davvero. La follia dei giorni precedenti inizia a farsi sentire insieme all'astinenza da zucchero. Un taglio drastico mi è sembrata una bella idea. Mi sono sentita come una baracca diroccata niente che una mano di vernice e un po' di amore non potessero sistemare, non mi è neppure venuto in mente che non sono una vecchia casa e che non posso abbellirmi e ripulire il mio corpo con radici e centrifugati in un colpo solo senza finire in manicomio.

Tutto questo non mi ferma comunque dal seguire il piano e andare a correre. Correre si fa per dire, cammino in modo svelto per un paio di kilometri finché sono troppo stanca per nutrire rancore. No che non ci abbia provato ma il mix gambe corte, lunghe distanze e zero resistenza è risultato essere ai limiti del letale e le scarpe da corsa continuano a essere troppo basse.
Il mio percorso mi porta dritta a casa in tempo per una doccia veloce, la scrittura di due pagine di appunti e approfondimenti prima di andare a lavoro.

Oggi come tutti i venerdì è tempo di offerte, passo almeno due ore a catalogare i libri negli espositori per dare il via, domani, alle nuove promozioni e altre tante a stampare i nuovi bigliettini promozionali. Alla fine quasi non mi sento più il dito indice della mano per tutte le volte che ho cliccato sul mouse.

A ora di chiusura mentre Melissa è sul retro a lavare la macchina per il caffè, il campanello della porta del negozio tentenna segnando l'arrivo di un cliente.

"Mi dispiace stiamo per chiudere." Mormoro sovrappensiero attaccando l'ultima etichetta all'espositore in alto, arrampicata sul bordo di una scaletta che continua a non essere sufficientemente alta per me.

"Veramente cercavo te. Felice di essere arrivato in tempo." Succede tutto velocemente, sussulto presa alla sprovvista. Un libro sta per cadere e quando mi sporgo a prenderlo, sentendo già gli urli del signor Bean per aver ammaccato uno dei suoi preziosi libri riecheggiare per la mia mente, perdo l'equilibrio ma due braccia mi afferrato al volo stabilizzandomi.

"Grazie."
"Dovere, se ti fossi fatta in mille pezzi per colpa mia non sarebbe stato carino. Sono venuto a riportarti questo."

Tonno mi sorride cortese e un po' in imbarazzo mentre dalla tasca della giacca tira fuori il mio assegno.

"Pensavo fosse stato già incassato perché me lo ridai e sopratutto perché tu?"

"Zayn non ha avuto il tempo di passare mi ha chiesto a me di ridartelo, ha detto di non insistere e di tenerti i soldi. " Annuisco guardando bene il pezzo di carta.

" No é impossibile ti ha detto qualcos'altro, nessuno si impiccia in una cosa del genere e l'agenzia è di entrambi quindi è anche un tuo problema se lui non vuole soldi."

"Ognuno ha i suoi clienti. Sai che non parla,mi ha detto solo di non accettare per nessun motivo questo da te. È da una settimana e mezza che continua a fissarlo. È chiaro che tra voi è successa qualcosa e non voglio immischiarmi ma non ho potuto rifiutarmi è di umore nero da quando avete smesso di parlare." Mi pungola dritto al cuore ed ecco che un evento totalmente fuori dal mio controllo manda all'aria il programma. Rovescia tutte le carte e mette fine a questa assurda negazione della realtà che mi ha portato a pensare che programmare tutto avrebbe risolto ogni cosa.

"Ti ha detto così? Okay, ci penso io a darglielo." Concludo. Resta qualche attimo d'imbarazzo prima di voltarsi facendo un cenno di saluto con la mano. Faccio in fretta a finire i miei compiti e mi precipitò fuori diretta a casa di Zayn a passo fermo.

Vicolo dopo vicolo raggiungo la destinazione non preoccupandosi nemmeno più per il buio o le insidie che nasconde.

Suono il campanello tre volte di fila come faccio sempre. Aspetto, aspetto, aspetto ma niente solo alcuni rumori provenire dell'appartamento. Suono ancora picchiettando con il piede contro il pavimento per scaricare un po' di tensione.

Sento le zampette di zap vicino la porta che cerca di annusare dal piccolo spazio prima d' iniziare a lamentarsi a gran voce.

Come per magia la porta si apre e quel gigante nero mi piomba addosso festoso continuando a lamentarsi come se volesse ammonirmi della mia lunga assenza.

"Che vuoi Diana?" Zayn è decisamente meno felice di vedermi. Lo guardo con un vuoto nello stomaco, mi è mancato più di quanto dovrebbe essere possibile. Ha l'aria stanca i capelli spettinati e gli occhi segnati. La sua faccia è davvero tirata e seria come non è mai stata. Non credevo potesse raggiungere livello superiori a quelli di quando ci siamo conosciuti.

"Sono venuta a riportati questo. Perché non sei venuto di persona?"

"Perché non te lo meriti, così come non meriti che io ti abbia aperto la porta ma non posso spiegarlo al cane. Prendi i tuoi soldi e vattene. Zap entra in casa." Ammonisce il cane che lo guarda confuso mettendosi dietro di me con la testa tra i miei piedi come è solito fare quando combina qualche guaio e viene e rimproverato.

"No! Che diavolo significa che non me lo merito? Adesso sei tu quello arrabbiato?"

"Non dovrei esserlo? Quando hai detto voglio stare con te, sono più che sicuro intendessi stare insieme. Torniamo qui sparisci per un giorno senza nemmeno un messaggio. Apro la cassetta della posta e trovo non un biglietto di spiegazioni ma il tuo assegno. Che cos'è il pagamento per essere stato a letto con te? E come se non bastasse, la sera l'ho passata facendomi deliziare dal mio amico sul racconto del vostro intrigante pomeriggio. Sono furibondo, non arrabbiato ma non con te, con me stesso. Sei solo una ragazzina che potevo aspettarmi?


"Ed eccolo, se a te piacciono le vecchie e sei abituato a loro non è colpa mia. Ti ho pagato per il tuo lavoro come è giusto. Sei tu che mi hai mentito e io non ho passato alcun pomeriggio con Logan!

Gli do una spinta entrando prepotente dentro casa, non dice nulla ma la sua smorfia contrariata parla per lui.

"La somma è molto più alta di quanto abbiamo concordato e non accetterei mai i tuoi soldi, sai che è stato molto più che lavoro. Non fingere di non aver capito che mi sono innamorato di te perché è palese e non c'entra niente ciò che hai detto non mi piaccio le vecchie e solo la realtà dei fatti sei una ragazzina. Sei sparita e le uniche tue notizie sono state un assegno e ciò che mi ha detto Logan, hai idea di come mi sia sentito?" Sembra davvero stressato, scuro in volto e fa male, solitamente sono la causa dei suoi sorrisi non del suo malessere. Zap sentendo i toni molto più alti del nostro standard si rifugia nella cuccia guardandoci solerte come si preparasse a intervenire.

"Non volevo sparire, ero sconvolta Zayn. Le cose si sono fatte subito importanti e ne sono stata felice ma poi ho visto le cose di Alana ed è non le ho potute ignorare. Non posso essere quella di cui ti accontenti perché è semplice e riesci a trovare la normalità stando con me. Non voglio essere quella che ti ha guardato con occhi diversi. Voglio che ami me, Diana non la tizia a casa che non ti tratta come un cretino a prescindere dal resto. Quella scatola mi ha fatto capire, oltre che mi hai mentito che mi sono dimenticata di quel pezzo del tuo passato di cui non vuoi parlare e non voglio vivere nel dubbio per anni per scoprire che non ti è mai importato niente mentre ti guardo andare via, perciò ho chiuso con te prima che lo facessi tu in modo peggiore."

"Non sei questo, non lo sei mai stata altrimenti sarei venuto a letto con te fin dall'inizio. E' esilarante che tu possa pensare che stare con te sia semplice, non lo è! Bisogna essere totalmenti fuori di testa. Quando mi hai baciato ero titubante appunto per questo, stavo decidendo se valessi il mio ultimo briciolo di sanità mentale. Mi fai stare bene ma sei un tale casino che con la normalità e la tranquillità non ha niente a che vedere con te. Ho avuto paura, l'ultima volta che ho toccato una donna non ho dovuto fare i conti con questo braccio e sarebbe stato meno stressante con una che non avrei più rivisto che con te. È stato importante ma sei abituata ad altro, a giocare come fai con Logan."

"E allora perché hai quelle cose nel tuo ufficio?" Sbuffo esausta. L'idea che si è fatto di me non è lusinghiera e temo possa sul serio essere la verità. Perchè dovrebbe essere semplice stare con me? A sentirlo parlare sono l'ultima persona al mondo che dovrebbe frequentare.

"Come ti viene in mente che io possa pensare a lei. Ho tenuto quelle cose perché ero convinto ci fosse un messaggio criptico di mezzo. Non te l'ho detto perché mi avresti preso per matto. Per te non aveva senso."

"Cosa? Indagare sulla tizia morta che ti ha quasi ucciso? No continua a non avere senso."

"Una famiglia è scomparsa non l'abbiamo più trovata e sapendo che c'è lei di mezzo probabilmente non ha fatto una bella fine. Se fosse inerente a questo la scatola? Meritano di essere trovati e credimi se fosse viva non mi sarei fatto coinvolgere nemmeno per tutto l'oro del mondo. Diana non è il mio passato a pensarmi, è come tutto è cambiato. E' vero, tu sei una delle poche cose normali che mi è successa e questo di sicuro mi ha spinto ad aprirmi con te ma tutto qui, anche tonno mi tratta con la stessa normalità. Ti assicuro non c'ho mai fatto un pensierino su. Potevi parlarmene invece di scappare per giorni. Che volevi fare non parlarmi più? Nemmeno un messaggio con uno straccio di spiegazione."

"Non hai chiamato nemmeno tu." Rispondo flebile, so che non gli ho dato nemmeno un motivo per farlo ma avrebbe potuto ugualmente.

"Ti ho chiamato cinque volte di seguito e non avrei dovuto."

"Mi dispiace, non so nemmeno che volessi evitare, sto malissimo comunque. Sei ancora arrabbiato?"

"No." Sbuffa guardando altrove mordendosi pensieroso le labbra.

"È invece si e sono contento che ci stai male perché a me ne hai fatto molto. Pensavo avremmo affrontato insieme il polverone che la nostra storia ha alzato." Prosegue con più sincerità.

"Mi dispiace, davvero tanto sono un disastro ma io non ci capisco niente in queste cose. Prova a dire questo a Logan quanto sono incasinata magari capisce che fosso si è scansato e fate pace. Non abbiamo speranze noi due vero?" Continuo a ripetermi come un disco rotto, come se servisse a qualcosa sperare di dimenticare queste ultime due settimane.

"Vorrei tanto dirti si ma è troppo complicato, non puoi scappare a ogni problema e rifugiarti da Logan. È stato un bel weekend rimarrà solo questo. Magari riusciremo a essere amici un giorno è così che si dice no?" Il mondo continua a girare, il sole non è esploso e la luna è sempre al suo posto eppure mi sento andare in pezzi. Niente che non fossi già preparata ad ascoltare ma avere la certezza che sia un addio è troppo.
Sono io ad aver sbagliato, ho lasciato che la storia di mia madre prendesse il sopravvento di nuovo e ho fatto in modo di rovinare le cose con la persona migliore che conosco. L'unica magra consolazione rimane che alla fine mi sono innamorata e ciò significa che non ce nulla che non va in me.

"Non posso dire di non aspettarmelo. Sono fantastica nel mandare all'aria le cose. Non so che ti abbia detto Logan ma lui era già a casa mia. Mi ha chiesto di uscire e quando si è avvicinato io me ne sono andata. Non ho più nemmeno letto i messaggi che mi ha inviato. Incassa l'assegno, Ciao Zayn." Ci guardiamo per un lunghissimo attimo dritto negli occhi riesco a comprendere il suo sguardo triste ma prima che possa vedere i miei occhi bagnarsi mi volto e lascio una carezza a Zap che mi accompagna fino alla porta.

"Ciao." risponde e mi richiudo la porta alle spalle.

Questa sera sarà ricordata sicuramente come una delle più tristi e solitarie fino a oggi, di sicuro quella con più lacrime.

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora