38-In loop

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  È triste puntare tanto e perdere. Non è tanto la paura di non avere più qualcuno che infondo no c'è mai stato, quanto la paura di perdere un pezzetto di me nel tragitto.

Nessuno vuole essere dimenticato. Nessuno vuole essere soltanto un ricordo sfocato nella memoria della gente. Tutti vogliono contare qualcosa ma la vita ha un' ironia tutta sua e le piace da matti fare lo sgambetto.

Ho sentito dire che di nessuno puoi davvero fidarti se non dei tuoi genitori, ecco forse è questo che mi ha rovinato. Che succede quando non puoi fidarti? Non lo dice mai nessuno, tutti danno per scontato che fare i genitori sia alla portata di tutti. Non è così mia madre è un esempio lampante. Lei ha distrutto tutto e io devo raccogliere i cocci ma non sono troppo brava.

Avrei voluto voltarmi sorridere con indifferenza con le risposte che sono stata io a volere in tasca e andare via con grande serenità. Ma troppo risentimento e delusione albergavano dalle mie parole per risultare distaccate quanto avrebbero dovuto.

Mi chiudo a riccio e a doppia mandata in camera mia, sotto le coperte e tutto inizia a sembrarmi un colossale errore.

I pomeriggi passati a cercarla, tutti i rospi mandati giù, le giornate no per le sue bugie, essere andata fin lì. Infondo l'epilogo è stato scritto su quella lettera molto anni fa, la storia non ha mai avuto speranza di poter essere cambiata.

Ho pensato che se mi avesse visto si sarebbe ricordata di me ma sono stata altro che un peso allora come adesso per lei. Maledette illusioni, dovrebbero essere vietate, sono loro a creare i danni più ingenti.

Zayn e io per un attimo siamo sembrati la cosa più giusta di tutto questo caos, non credo adesso che sia così. La carrozza si è trasformata in una zucca nel momento in cui ho guardato in faccia la realtà. Non voglio che stia con me solo perché lo faccio sentire normale e gli faccio superare le sue paure. Non voglio che mi veda come l'unica strada possibile per riavere la sua vita dopo la sua pazza ex.

A metà del tardo pomeriggio quando so che ormai è a casa passo a lasciargli l'assegno nella buca delle lettere. Il piano iniziale era quello di salire ma qualcosa è cambiato lungo il tragitto.

Non tutti sono fatti per l'amore e infondo non c'è niente da chiudere tra di noi eccetto due notti di sesso che lasciano il tempo che trovano.

Particolarmente amareggiata interrogandomi sulle mie scelte proseguo fino alla libreria e attacco un nuovo e noioso pomeriggio di lavoro.

I pochi libri venduti altri non sono che manuali scolastici o libri a essi correlati, fatta eccezione per qualche romanzo che ha riscosso particolarmente successo per via dell'offerta a prezzo ridotto con l'acquisto di due volumi.
È calma piatta in città e tutto mi sembra di un grigio più pastone del solito.

Paris mi aspetta all'uscita già pronta a sfogliare il suo nuovo libro mentre aiuto Melissa a chiudere il negozio.

Mi lascio trascinare accompagnata da una botta d'improvvisa voglia di diverso ad andare a un pub e poi a ballare giusto per ritrovarmi bella intontita per la lezione di domani.
Alle dieci di sera il telefono si fa sentire, cinque chiamate una dietro l'altra e il panico assoluto cercando di capire che fare. Non rispondo alla fine, più per questione di tempismo che di voglia ma ugualmente non richiamo Zayn sentendomi terribilmente a disagio.

Il telefono smette di squillare io di pensarci dopo la terza birra scura di provenienza dubbia da qualche parte qui in Inghilterra. Detesto le lucine delle discoteche che mi danno alla testa ma ignorarla stasera è particolarmente facile.
Alla quarta birra il mio lato socievole e festaiolo ha fatto capolino permettendomi di ballare senza preoccuparmi troppo di quanto sia assolutamente inadatta e dopo aver presentato a Paris ogni strano tizio che ha cercato di avvinghiarsi ritorno a casa. Quasi mi sembra di vedere papà vestito da Grillo parlante che mi dice quanto mi divertirò domani a lezione nell'angolo nella camera.

Qualche birra tira fuori il mio lato più simpatico ma il motivo per cui non bevo mai e che solitamente il giorno dopo con il dopo sbronza sono irritabile e litigiosa come a voler compensare. Crollo sul letto praticamente vestita e al mattino mi sveglio con la faccia stampata sul cuscino, i jeans tutti attorcigliati e un fastidioso martellante mal di testa.

La prima cosa che faccio con ancora gli occhi mezzi chiusi è quella di prendere il telefono e scorrere fino alle chiamate perse per assicurarmi di non essermi immaginata niente. Sono lì invece tutte e cinque a distanza di qualche minuto.

Sbuffo ho voglia di cavarmi gli occhi per quanto mi fanno male ma mi trascino nella doccia e cerco sollievo nell'acqua fredda.

Con lo stomaco chiuso salto la colazione e con il mio aspetto discutibile mi trascino alle lezioni. Riesco a seguire a stento e i miei appunti in certi tratti sono poco lucidi per via delle palpebre che si chiudono da sé spinte da una forza estranea tutta loro.

Faccio l'errore di dormire un po' al pomeriggio prima di andare al lavoro con il risultato che la notte e i pensieri oscuri che si porta appresso tengono banco fino all'alba. Mia madre, Zayn, la solitudine, ancora mia madre, le bugie, la noia. Tutto si ripete con insistenza estenuante fino a quando la sveglia non suona e iosono costretta a ricominciare esattamente dallo stesso punto.

All'improvviso la mia vita sembra uno spot ridicolo di cento volte il primo bacio e io sono costretta a rivivere la stessa identica giornata all'infinito, intrappolata nella lancinante monotonia, con lo stesso umore che peggiora di giorno in giorno insieme alla mancanza di sonno. Lezioni, casa, lavoro, notte in bianco, ripeti. Un circolo infinito e svilente che mi fa chiudere nel piccolo mondo da 13 metri quadrati che è la mia camera da cui taglio fuori tutti. Da Paris a mio padre a cui rispondo monotono e ascolto a stento, dai miei nonni da cui cerco di sfuggire per via delle loro domande e da Coraline è Dave a cui ho scritto appena da quando sono tornata.

Sola a leccarmi le ferite perché da soli non si può essere feriti. Sembra un ragionamento così cinicamente giusto eppure sono così spaesata, sperduta e sfinita che non so più cosa è giusto ormai non riesco a vedere oltre il mio naso, non che voglia farlo comunque. Preferisco sguazzare in acque conosciute.

Il giorno più duro, sabato, arrivato al pomeriggio la mia mente inizia ad avere un solo chiodo fisso:Zayn. Non una chiamata, non un messaggio, è bastato un soffio di vento a fargli dimenticare si me dandomi conferma di ciò di cui avevo timore.

Il pomeriggio è dura trascorrerlo a pensare quando dovrei essere con lui come ogni sabato da mesi. Quasi vorrei andare in libreria e lavorare piuttosto che avere un giorno libero occupato da pensieri. Aspetto fino a tardi un semplice ciao che mi spinga a credere che anche lui si sente perso senza il nostro pomeriggio sul divano.

Avrei tanto bisogno di un amico adesso e non posso che provare rabbia per aver gettato tutto all'aria andando a letto con lui. Non arriva nemmeno l'ombra di un messaggio e così lo prendo come il segno che aspettavo. L'intenzione era quella di prendere del tempo finché i miei sentimenti non fossero spariti e potessimo ritornare a essere solo amici ma ho dato per scontato che lo volesse anche lui.

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora