52- Il venditore di folletti

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C'è silenzio dappertutto, dovunque mi giri tutto tace, la caotica Roma, di colpo è diventata pigra e silenziosa o forse, con più senso, sono io a essere circondata dal pesante silenzio e dall'attesa. Guardo la televisione, il suo volume è tanto basso da sentirsi appena, l'abbiamo collegata a internet così da vedere qualcosa con Zayn in attesa che la pioggia smetta di picchiettare così forte.

Il divano sembra essere l'unico posto in cui ci è concesso stare un po' vicini anche se sotto stretta supervisione e mi sento una quattordicenne seppur a quell'età questa fase non l'ho nemmeno passata.

Una parte di me soffre questa costretta distanza, cosa c'è di meglio di una sessione di sesso romantico tra le coperte, baci e carezze per dimenticarsi delle brutte giornate? Sopratutto quella sensazione speciale alla fine, quando si ha l'affanno e la pelle scotta sotto le dita e tutto sembra amplificato, la sua vicinanza, il mio amore, il suo profumo. Tutto è bello e splendente.

È bello anche stare così, un po' come hai vecchi tempi, vicini con i nostri sguardi complici che adesso hanno un altro colore. Da la sensazione di un posto sicuro in cui rifugiarsi.

"Mi manca Zap." Dico gettando un'occhiata ai piedi del divano vuoti, principessa è troppo occupata a dormire nel suo cesto per degnarci di considerazione, e comunque preferisce starsene con le zampe a penzoloni sulla spalliera in bilico come un equilibrista che accucciata sul divano.

"Già anche a me. Ne sono sorpreso da quando l'ho preso è la prima volta che lo lascio così a lungo."

"L'hai preso? Pensavo te l'avessero regalato non mi sembravi entusiasta di lui."

"Ho attraversato diverse fasi da quando ho avuto l'operazione al braccio. Il primo anno sono stato molto fiducioso, la voglia di ricominciare senza una pazza omicida addosso suppongo. I miei vicini hanno deciso di darlo via perché lei è rimasta incinta e qualcuno le ha messo il panico da pitbull. Era carino, aveva le orecchie sbilenche e saltellava in giro. Quando ho capito che non avrei mai riavuto le mie braccia mi sono indurito e lui è diventato la mia ombra. Non è di compagnia, ma non mi ha mai lasciato solo; quando uscivo di casa senza di lui trovava il modo di raggiungermi, se ne stava lì a dormire ma mi doveva stare appiccicato. Non so perché, visto che in caso di pericolo si nasconde dietro di me. Credo che il suo Nome fosse Tippete inizialmente."

"Meglio Zap, non ha il muso da Tippete. In che fase sei adesso?"

"Le ho finite credo, sono solo felice, anche così. Sai, mia madre non mi ha chiamato nemmeno una volta da quando sono qui, l'ho dovuta chiamare io, è tranquilla da quando lo sono anch'io e mi piace. Mi chiedono sempre di te, del lavoro e non del mio stupido braccio. " brontola con un lampo di soddisfazione a dipingergli un sorrisino in faccia.

"Hai lavorato su altri casi oltre quello della tua ex?"

"Non direttamente, non lavoravo nemmeno al suo, lei mi ha inserito perché voleva vedere quando ci avrei messo, ero all'ultimo anno non ti fanno praticare, perciò ero solo un'esterno. Sono diventato effettivo dopo, quando ero l'unico ad averla capita o meglio l'unico a cui ha lasciato abbastanza informazioni per capirla. Perché ti interessa?"

"Magari c'è qualche altro pazzo a piede libero, a essere sincera, visto la telenovela messicana che è diventata la mia vita mi aspetto che da un momento all'altro qualcuno compaia per ammazzarci. Quel maledetto scatolo è inquietante."

" Devo solo ricevere una risposta, non c'è nulla di pericoloso giuro."

"Quindi qualcosa hai trovato."

"Forse e che non so se possono parlartene."

"Certo che puoi" Ribatto cercando di trannermi per non mostrare quanto mi sento mi sento offesa.

"Nella foto, la casa ha un portico molto ampio, ma io ci sono stato e non lo ricordo, anzi rammendo ci fosse un parcheggio per l'auto. Le planimetrie mi hanno dato ragione.Temo ci abbia seppellito qualcuno."

"Come siamo passati da un parcheggio in cemento a delle persone sepolte lì sotto? Lavora per il padrino e questa è la variante creativa dei pilastri di cemento? Potevi esserci tu lì sotto e nessuno li ha trovati prima, che fanno giocano a biglie? Perché una pazza può costruire terrazze con fondamenta di cadaveri e nessuno se ne accorge?" Dico tutto d'un fiato. Non è per niente rincuorante sapere che l'unico motivo per cui ho un ragazzo è che la sua pazza ex era abbastanza innamorata di lui da sbagliare mira.

"È un'idea."

"Non so in America come funziona ma in Italia nessuno si scomoda per un'idea, se stanno cercando e perché lo credono plausibile. Mi devi promettere che il tuo nome non comparirà da nessuna parte, che nessuno saprà mai che sei stato tu a rientrare in questa in faccenda. Non voglio che qualche amico di questa pazza o un esaltato che vuole imitarla ti faccia qualcosa. Per quanto ne sapete poteva essere tranquillamente il capo di una congrega di pazzi. Devo farmi più amici, prima che qualcuno mi infili in un pilastro e la cosa passi inosservata." Bofonchio, Ho visto Hannibal, so come vanno certe cose. Questo non glielo dico perché so già risponderebbe che è solo un film, ma può succedere. La sua ex che costruisce terrazze con cadaveri sembra roba da film eppure... È meglio essere prudenti.

"Nessuno mi farà del male e non verrà mai fuori il mio nome, te lo prometto. " Mi accarezza la guancia accennando un sorriso rassicurante e mi aggrappo alla sue dita quasi con disperazione con il terrore di vederlo sparire.

"Tutto bene? Avete delle facce lunghe." Borbotta mio padre sbucando dalla cucina con aria soddisfatta.

"Il film, troppo dramma, trova qualcosa di comico senza supereroi o fantascienza."

"Avresti fatto prima a dire commedia rosa americana." Risponde Zayn sempre sul pezzo.

"Mi piacciono che posso farci, sono simpatiche. Metti Notting Hill."

"L'abbiamo visto duecento volte, metti quello Mr e Mrs Smith almeno che anche un po' di azione e c'è la Jolie."propone mettendosi anche lui sulla poltrona.

"Bridget jones allora. Chi non la adora."

"Mai visto." mormora Zayn.

"Dove diavolo hai vissuto? Sotto un sasso?" Si stringe nelle spalle con un sorrisetto e fa partire il film. Inizialmente mi fa strano vederlo in lingua originale per la prima volta ma ci faccio subito l'abitudine e mi metto più comoda poggiata contro la spalla di Zayn che mi accarezza e rassicura con il suo sguardo languido e grato di qualcosa che non colgo.

Il campanello suona, mio padre sbuffa guardando torvo la porta che l'ha destato dal suo momento di riposo, pertanto mi sento quasi in dovere di alzarmi e lasciare lui seduto. Rabbrividisco appena metto piede fuori dal plaid raggiungo la porta speranzosa che la nonna e il nonno abbiano sbollito e siano pronti a parlare.

Non credevo sarebbe successo prima di sera. Ormai conosco i loro tempi e anche prima di prepararsi a litigare hanno bisogno di ventiquattrore per prepararsi. Il loro problema principale è questo: non hanno mai torno.

Aperta la porta però, non trovo la nonna imbronciata sulla soglia o il nonno a tormentarsi i baffi. In un abito bianco che accompagna il suo corpo abbinato a un grosso cappello c'è mia madre con le unghie e le labbra laccate di un rosa pallido appena percettibile.

Mi sorride, nei suoi occhi passa un alone di commozione mentre fa un passo verso di me ma lo shock e la rabbia mi fa chiudere la porta con fragore per restare ferma a fissarla nel panico.

Il mio sguardo vaga dalla porta alla poltrona dove mio padre sta seduto, non so che fare e prima di decidere ecco che bussa di nuovo.

"Ma chi è?"

"Nessuno, quelli della folletto, ho aperto la porta che aveva già cambiato piano, sarà tornato, lo mando via." Urlo e lui sembra annuire distrattamente.

Riapro la porta, il suo sorriso è svanito e il suo sguardo quasi sfugge dal mio.

"Che vuoi? Che ci fai qui? Va via." Brontolo sottovoce.

"Diana devo parlarti."

"No, devi andare via e stare lontana da me e da mio padre. Non mi importa come sei arrivata qui, devi andartene prima che papà ti veda. Non abbiamo niente da dirci." Ribatto velenosa con la voce minuta che graffia la gola prima di richiudere la porta sperando che non suoni ancora.

Sono nervosa quando mi risiedo sul divano. Nemmeno la confusione di Zayn riguardo il venditore di folletti mi fa sorridere come dovrebbe, eppure la sua faccia è esilarante.

"Abbiamo un problema." Mormoro poggiando strategicamente la testa sulla sua spalla per essere quanto più vicina al suo orecchio.

"Chi era alla porta?" Domanda preoccupato.

"Mia madre, sarebbe davvero carino se tu andassi a controllare che sia andata via."

"Io?"

"Ti prego."

"Cosa confabulate?" Sbotta con sospetto mio padre, facendomi drizzare ogni capello. Devo calmarmi, fare un respiro e mandare via il panico per riflettere con lucidità.

"Niente, Zayn crede di aver lasciato una cosa nella mia macchina ieri, sta andando a prenderla." Sorrido, Zayn mi guarda come un vecchio gatto imbronciato e il suo sguardo sembra voler dire che dovrei andare io e non lui ma con un sorriso tirato annuisce e va verso la porta.

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora