16- Horatio Caine

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Si conosce un uomo dal modo in cui ride.
-Fedor Dostoevkij  

La domenica è un giorno particolarmente noioso, sopratutto quando perfino il catalogo Netflix mi appare immensamente vuoto. Ho visto tutto quello che mi interessa e le poche cose rimaste non attraggono la mia attenzione.


Paris dorme beatamente in camera sua dopo esser rientrata appena qualche ora fa ancora truccata e con un vestito completamente tappezzato di brillantini che la sembrare una decorazione natalizia.

Zayn non provo nemmeno a chiamarlo, la domenica non ha da lavorare, non ha sedute di fisioterapia e può dormire senza preoccupazioni al contrario mio che sono stata svegliata alle dieci in punto dalle campane della chiesa che hanno penzolato rumorose per almeno un quarto d'ora.

Alle undici, ho già fatto tutte le chiamate di rito ai miei nonni, nel pieno dei preparativi del mio arrivo per trascorrere le vacanze Natalie lì e a mio padre che ha passato una buona mezz'ora a lamentarsi dei nonni che con la scusa di organizzare le feste lo costringeranno ad almeno tre cene con loro senza la mia presenza a fare da cuscinetto. Mia nonna è sempre stata un tipo esagerato, quando si tratta di feste lo sfarzo è l'unica soluzione accettabile. Se a questo aggiungiamo che non ci vediamo da mesi il suo autocontrollo, temo sia quasi del tutto inesistente e non mi sorprenderei troppo a trovare dei giocolieri che allietano il cenone della vigilia o degli elefanti danzanti.

"Perché fare una festa se non si ha voglia di mostrare l'argenteria e questi magnifici calici di cristallo? A cosa servono tutti questi stupendi abiti da sera cara se non a sfoggiarli in occasioni di gran classe?" Per gran classe intede sempre le sue feste che di conseguenza devono raggiungere il suo, quasi inumano, livello di perfezione a costo di rimetterci la sanità mentale di qualcuno.

La più gettonata, anche dopo anni rimane:

"Passare del tempo con i propri amici è più bello bevendo champagne e ascoltando ottima musica e se poi viene definito un party esclusivo non posso che sentirmene lusingata." Non sono delle persone discrete, nemmeno un po'. Mia nonna si affanna alla ricerca costante della perfezione per la sua creazione più grande; la famiglia e mio nonno arranca cercando di starle dietro mentre tenta di provvedere al futuro sempre della famiglia. Non posso certo dire che non ci mettano la buona volontà nonostante niente farebbe più felici me e mio padre dell'essere lasciati in pace, cenare in pigiama perché tanto siamo in famiglia e mangiare il budino a cena.

Non ho mai capito questa ossessiva negazione per il budino ma mia nonna lo ritiene cibo da ospedale e non ci pensa nemmeno a servirlo come dessert o merenda. In compenso ci sono sempre ottime torte.

Vivono come se avessero sempre le telecamere puntate addosso, mai un pantalone sgualcito nemmeno in campagna, mai i capelli spettinati nemmeno di buon mattino. Hanno la forza di essere sempre pronti ad shooting. Perfino quando fanno giardinaggio la nonna sembra uscita da una rivista con il suo panama abbinato con il cestino e i guanti rosa perla da giardino e il nonno con i Jeans e la camicia a scacchi. Mai una macchia di terra.

L'ultima volta che mio padre mi ha portato in un vigneto in meno di un quarto d'ora eravamo completamente sporchi di terra, rossi come pomodori e sudati e puzzolenti come montoni. Nessuno di noi due ha ereditato il gene della perfezione, siamo pigri, procrastinatori e disordinati.

Passeremmo la giornata a dormire cosa che i miei nonni non riescono a fare nemmeno malati. Per loro essere ammalati vuol dire sbrigare lavoro d'ufficio, cucinare una torta, organizzare una festa. Non conoscono il dolce far niente.

Credo sia proprio questo che li porti sempre a litigare con papà, vorrebbero lo stesso ma lui non ci pensa nemmeno a provarci e se con il tempo loro se ne sono fatti una ragione mio padre è sempre diffidente. Non si sono rivolti la parola per anni, io sono stata il collante e temo sempre che essendo qui le cose possano tornare a degenerare ma sembrano aver invece trovato il loro modo di andare d'accordo. Loro si sono in parte cuciti la bocca e mio padre tende una mano anche se ad ogni cena batte i piedi come un bambino invertendo i ruoli in casa.

Mi mancano le loro rispettive eccentricità ma è impossibile non pensare a tutto quello che ho scoperto senza metterli in dubbio. Se davvero mi avessero mentito? Papà ha sempre detto che i nonni non essendo d'accordo con il suo stile di vita hanno tentato di circuirlo, spesso mentendogli ma se lui adesso stesse facendo lo stesso, magari anche in accordo con loro? Domande, domande e mai nessuna risposta.

Aspetto Paris per pranzo mentre preparo un ciambellone con quello che ho in casa, si sveglia alle due con voglia di sushi e tempura di gamberi. Non discuto riguardo i suoi gusti, ho smesso di farlo, del resto io sono quella che mangia la carbonara alle tre del mattino di ritorno da una festa. È l'unica cosa veramente bella delle feste e una tradizione che mi sono sentita di portare e diffondere anche all'estero.

"Hai trascorso di nuovo il sabato da Zayn?" Domanda dopo un'abbondante mezz'ora di sbadigli e impacchi d'acqua fredda in testa da post sbronza.

"Si abbiamo finito di mettere in ordine alcune cose."

"Che tristezza. Non capisco perché lo fai." Sibilla cacciandosi indelicata un gamberone fritto e unto in bocca.

"È mio amico e mi diverto."

"Sei noiosa! Anche io sono tua amica ma non per questo mi sistemi la camera, devo sentirmi meno importante?" Ha il suo solito sorrisetto furbo ben nascosto però dal suo sguardo da cucciolo sul ciglio della strada che cerca di circuirmi.

"Non sistemerò quel porcile Paris, è troppo anche per me e lui mi sta davvero aiutando tanto con la ricerca di mia madre."

"Lo paghi, è il suo lavoro"

"Sentirmi piagnucolare non le è, darmi conforto non lo è. Passo il mio tempo libero come voglio. Anche perché la sera non facciamo molto, sei tu che dici sempre che le feste belle iniziano a mezza notte e anche volendo non posso venirci tutte le sere. E non voglio nemmeno incontrare Logan, siamo 'amici' ma sai che queste cose non funzionano."

"L'ho visto con una ragazza ieri, mi ha detto di non dirtelo." Dice con fare allusivo riempiendomi il bicchiere di Cola Zero.
"Non che mi interessi ma vedo che hai preso alla lettera quello che ti ha chiesto" ridacchio prendendo un sorso di bevanda che mi fa arricciare la faccia per quanto è frizzante. L'ho sempre preferita un po' sgasata.

"Ovvio, io e lui non siamo nemmeno amici noi due sì. È solo per correttezza so che non ti importa."

"Non hai detto questo anche a lui vero?"

"No, no, sta tranquilla."

Sposto l'attenzione sulla sua serata, mi racconta tutto nei minimi dettagli, dalla vodka che si è rovesciata sul vestito, alla ragazza che ha vomitato sul divano per concludere sui capelli buffi di un certo Dylan e l'odore tremendo che a un certo punto ha infestato l'aria senza un motivo costringendo tutti a cambiare festa.

Paris a un concetto di festa strabiliante diverso dal mio, e quasi sentendo i suoi riverberi di ciò che mi sono persa mi sono un po' pentita di fare sempre la 'noiosa' ma al termine del suo racconto sono contenta di essere rimasta a casa. Posso solo immaginare che puzza immonda deve esser stata per scappare tutti visto che tra ascelle sudate, vomito acidulo da alcool e altri fluidi corporei lasciati spesso in giro non ho mai avvertito profumo di lavanda e gelsomino a una festa studentesca.

Sono quasi certa che in ogni caso Zayn alle prese con l'italiano è una delle cose di cui il mio mondo ha sempre avuto bisogno. Il suo accento sarebbe perfino estremamente sexy se solo non sbagliasse tutte le parole perché gli si accartoccia la lingua. Ho riso fino ad avere il mal di pancia e non me lo sarei ami aspettata. È infantile ma è sempre divertente mettere in bocca frasi sconvenienti a chi non capisce la lingua e vedere la reazione dopo averne spiegato il significato.


La sua memoria ha dell'incredibile, memorizza qualsiasi cosa trovi curiosa e ogni frase in Italiano che ascolta da me è pronto a tirarla fuori appena l'occasione lo richiede e io resto sempre un po' sorpresa. Ha un senso dell'umorismo strano, perfino quando borbotta o sembra particolarmente contrariato probabilmente scherza ma percepisci la differenza solo quando lo vedi arrabbiato per davvero.

L'ho capito quando l'ho visto parlare al cellulare il suo tono era tutto fuorché buffo o vagamente divertente. Non è un tipo che si arrabbia spesso per davvero, la sua è una facciata per gli scocciatori. Mette una barriera fisica tra lui e gli altri e decide quando e se rimuovere da sé e conoscendo i suoi amici impiccioni non posso dargli torto. È indispensabile averne una.


Devo impormi una buone dose di disciplina per trascinarmi alla scrivania è studiare un po'. Mi cullo sugli allori finché dura sapendo di essere leggermente avanti con il lavoro e che non è destinato a durare molto visto l'avvicinarsi della nuova sessione che equivale a nuovi corsi in cui avere molte lacune da colmare ma mi impongo di aprire i libri e tenere gli occhi aperti per ripassare almeno mezz'ora.

Risistemo la mia camera, l'intero soggiorno nonostante sia il turno di Paris e mi arrendo infine al tempo che ha deciso di fermarsi. Indosso il cappotto e a passo di tartaruga, fermandomi qui e lì per delle commissioni raggiungo casa di Zayn non largo anticipo.

Viene ad aprire con la sigaretta in bocca, mi meraviglia non vedere Zap ma capisco che la sua ciotola di croccantini è più importante. La televisione è accesa ma lui più che guardarla la sta usando come sottofondo per il suo lavoro.

"Lavori anche di domenica adesso?" Scuote la testa, sembra stanco ultimamente negli ultimi giorni è molto pensieroso ma ho cercato di non farci caso dando la colpa al suo braccio che fa i capricci.

"Non proprio, sto passando il tempo cercando qualche informazioni sui tuoi nonni per vedere se è gente apposto."

"Sei un tantino paranoico ultimamente. " Ridacchio prendendolo in giro ma lui sembra colpito nel vivo. Per cambiare discorso provo a raccontargli della mia noiosa giornata che spiega il perché sono piombata a caso nel suo appartamento mezz'ora prima del nostro appuntamento solito ma lui continua a essere assorto nei suoi pensieri. "Ti ho portato la torta, visto che sono in anticipo." Quando dalla borsa estraggo la mia ciambella tutta incartata e mi avvio verso i mobiletti dei piatti per mettercela dentro ottengo finalmente la sua attenzione, il che è strano non è interessato troppo al cibo.

"Non mangio un dolce fatto in casa da anni! È il mio vero punto debole mi hai appena svoltato la giornata." Mi sorride sinceramente e si avvicina al tavolo con gli occhi luccicanti di un bambino e capisco al volo che ne vuole una fetta adesso.

"A saperlo prima che basta così poco per renderti felice."

"Se è buono ti incateno in cucina e ti costringo a prepararmi dolci fino alla fine dei tuoi giorni per rendermi felice, senza rimorso alcuno. Mia madre è brava a cucinare ma con i dolci è meglio lasciare perdere."

"Preparo il tè, così mi dici che cosa ha la tua giornata di così storto e cosa non va nei miei nuovi parenti."

" I tuoi nonni sono ok. In realtà ho bisogno di qualcuno con cui parlare, ma non posso farlo con gli altri perché mi farebbero sentire ancora più pazzo."

"Ti ringrazio per avermi preso in considerazioni dopo aver vagliato tutti gli altri tuoi conoscenti, mi fai sentire sempre così importante."

"Sei importante, perché credi che passi il mio giorno libero a fare ricerche che nemmeno che mi hai chiesto? È solo complicato perchè non conosci tutta la storia." Sbuffa sedendosi sul bracciolo del divano immerso in quello che ha l'aria di essere un dubbio amletico importante. Mi faccio seria, capendo che non è il caso di scherzare e gli faccio cenno di parlare mentre mi metto comoda sul divano.

"Ti ricordi lo scatolo con le cose della mia ex?" Annuisco "Non so quale malsana voglia mi ha spinto a darci un'occhiata ma ho notato una cosa strana, non ricordo di averci messo dentro quella foto o tutto il resto, ma sopratutto di avere foto stampate con lei."

"Sono passati anni Zayn, magari lo hai dimenticato, nei traslochi capita. Non hai idea delle diavolerie che ho trovato io nelle mie di scatole e sono state imballate solo per un paio di settimane. Magari l'ha fatta stampare lei, perché ti preoccupa tanto?"

"Perché ha cercato di uccidermi, sono certo di non aver mai visto prima quella foto stampata anche perchè non abitavamo insieme sono solo cose che ha lasciato in giro e chi lascia una foto in giro? E la scatola con le sue cose è stata fatta molto prima del trasloco. Ha ucciso della gente, mentito e fatto questa bella cicatrice in faccia non volevo niente di suo in casa mia. Avrebbe dovuto essere in un cassonetto invece è qui nonostante io ricordi con lucidità di aver buttato tutto, ricordo lo scatolo tra queste mani, perfino il gatto che stava appollaiato sull'albero mentre lo buttavo. Ci ho pensato, le mie cose sono tutte qui, non ho buttato niente al suo posto." È estremamente lucido, un brivido mi fa irrigidire come una corda di violino troppo tirata. Perfino la mie palpebre sembrano aver smesso di battere.

"La Tua ex, ti ha fatto questo? Cioè prima ti ha fatto la cicatrice e poi è tornata a fare il resto? Perché non era in prigione?" Dico nervosamente indicando lui in modo agitato gesticolando troppo in fretta e anche scoordinata.

"Era una stimata collega nessuno immaginava fosse lei, non voleva uccidermi all'inizio ed eravamo soli quando l'ho scoperto. Mi ha ferito ed è scappata. Non l'ha presa bene quando ha capito che ovviamente non l'avrei aiutata ma che anzi l'avrei fatta arrestare."

"Pensi che ti abbia trovato, messo qui lo scatolo in attesa di finire il lavoro?"

"Tu credi che se avessi questo dubbio starei qui a guardare serie Tv e arredare casa? È impossibile, è morta ma c'è il suo zampino. Voleva mandarmi qualche messaggio che io non ho colto ovviamente, visto che ho trovato lo scatolo adesso. Credo lo abbia lasciato prima del braccio. Per un periodo non ho voluto più seguire il caso, mi sono trasferito dopo aver detto ciò che sapevo perché stavo perdendo la ragione. Lei era egocentrica e appiccicosa. Sono quasi certo che volesse coinvolgermi con questo. Alla fine mi sono fatto tirare in ballo dal mio ex capo con tutte quelle stronzate che la conoscevo bene e bla blea bla."

"Oh grazie Dio!" Sospiro di getto sollevata nel saperla morta. "Cioè, mi dispiace per lei, credo. Sono sollevata nel sapere che non c'è una killer a piede libero che ti ha preso di mira." Cerco di rimediare vedendo il suo sguardo serio, farfuglio per lo più accennando un sorriso angelico.

"Quella stronza sta benissimo dov'è, sono in attesa di sapere che ne pensi dello scatolo."

"Non lo so, era pazza magari non le andava a genio che buttavi le sue cose. Se sei certo che sia morta e non può resuscitare per venire a completare l'opera, buttalo e va avanti non credo ti faccia bene pensarci. L'hai uccisa tu? Hai mai ucciso qualcuno?"

"Non è un'apocalisse zombie, la gente non resuscita Diana. Ho assistito alla sua autopsia è morta e no, non l'ho uccisa io. Non ho mai ucciso nessuno, il mio lavoro era trovare assassini non fare il giustiziere. Basta C.S.I basta Law and order o qualsiasi altra roba guardi."

"Scusa dalle mie parti non ho mai sentito parlare di serial Killer veri e propri, tutto ciò che so è per i film e li il tizio morto non è mai davvero morto."

"E' morta, il caso è chiuso non può far male a nessuno. Il contenuto di quella scatola non conta più a niente, buttalo e dimentica questa storia da brividi."

"Sì, hai ragione. È solo il messaggio di una pazza, devo sbarazzarmene e basta." Cosa dovevamo fare noi due oggi?" Domanda di getto.

"Cucinare e guardare quella vecchia intervista a Margherita Hack."

"Quando ho accettato una cosa simile?"

"Mezza pizza e due birre dopo spider man 2."

"Ecco cosa succede a mischiare antidolorifici e birra; finisci a guardare l'intervista di Margherita Hack. Preferivo i tuoi voli pindarici sul vecchio lavoro."

"Se vuoi possiamo continuare o un sacco di domande tipo: Ma la tua era un'università o una sorta di Accademia militare? Cosa si studia? Avevi una pistola e un distintivo dorato? Il tuo capo somigliava ad Horatio Caine? Potevi fumare erba? I tatuaggi li hai fatti prima o dopo? È vero che i tizi che fanno le autopsie sono tutti un po' suonati e macabri?" Potrei continuare ancora a lungo ma lui stufo sbuffa prendendo il pezzo di torta per andare ad armeggiare alla tv.

"Ho cambiato idea, l'intervista sarà bellissima." Sprofonda nei cuscini del divano, non riesce a vedermi mentre sorrido ma provo un lancinante piacere nell'infastidirlo e vederlo sbuffare.

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora