28-Incosciente

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  Nasconde la testa nell'incavo del mio collo, sento il suo respiro farsi più vicino e caldo tanto da farmi il solletico poi le sue labbra entrare in contatto con la mia pelle. Risalgono lente fino alle mie labbra, sorrido e mi sciolgo a quel calore.

"Non sai da quanto voglio farlo." Mi sussurra dolcemente facendomi assaporare le sue labbra, i nostri corpi si stringo di più in abbraccio quasi asfissiante.

"Zayn" mormoro a più riprese in brodo di giuggiole.

Tutto rasenta i limiti della realtà al punto da farmi svegliare con l'affanno e le guance scarlatte con un solo pensiero nella mente.

Sono le sette del mattino in punto quando mi ritrovo con gli occhi fissi sul soffitto. In casa regna il silenzio che favorisce l'esame accurato che sto facendo della mia coscienza. Ho sempre fatto sogni bizzarri, privi di senso, talmente idioti da non poter essere raccontati. La mia mente ha sempre avuto modi stravaganti di elaborare le informazioni della giornata ormai ci sono abituata ma questo è stato davvero quello più stupido. È da incoscienti sognare cose il genere. Se l'unica parte razionale di me inizia a fare cose incoscienti dove finirò?

Ho bisogno di una doccia gelida per togliermi quel sogno dalla testa e di lavare le lenzuola per togliere il profumo di Zayn da qui prima che favorisca altri strani sogni. Ho giurato a me stessa di non iniziare più relazioni senza un vero interesse ma la convinzione inizia a scemare. E' davvero l'idea giusta? Perchè se questo mi porta a non dormire per evitare di fare altri strani sogni forse è il mio corpo che sta dicendo che mesi di astinenza non vanno affatto bene.

Dei vestiti puliti, qualche spruzzata di profumo e una lieve truccata a gli occhi e sono pronta per la giornata più esausta di quando mi sono messa a letto. Inizio a essere stanca di tutte queste situazioni da gestire e ad aver voglio solo di rintanarmi nel piumone e dormire ignorando le mie responsabilità.

Diligente metto in ordine la mia camera, porto i vestiti a lavare e in attesa della lavatrice studio ciò che ho di arretrato e durante l'asciugatrice aggiorno il mio piano mensile per gestire meglio il tempo.

Ormai sono diventata una vera bomba con tutti questi schemi e liste, mio padre sarebbe fiero di me se potessi dirglielo ma lui crede ancora alla bugia che me la sono cavata benissimo fin da primo giorno. Ignorando totalmente la situazione 'vestiti ignobili da bucato finito', i quintali di cibo spazzatura ingurgitato per pigrizia, le condizioni della mia stanza i primi mesi o di quanta fatica ho fatto a capire che il letto a casa e i vestiti in giro non si sono mai sistemati da soli come per magia ma proprio grazie a mio padre. Ho dovuto smetterla di fare la principessina viziata. Anche se era incredibilmente bello fare la principessa di casa. Seduta in poltrona a guardare talk show discutibilissimi. Bei tempi.

Quando ritorno a casa dalla lavenderia con i miei vestiti tanto profumati da lasciare la scia per scale,trovo Jamima a parlare al telefono ridendo come una vecchia gallina. Da ciò che capisco mentre metto apposto il cappotto parla con Piggy Jensen, la sua stramba amica dalla risata a trombetta che di tanto in tanto è nei paraggi. Difficile non sentirla e trattenersi dallo gettarle qualcosa in testa ogni volte che ride, sopratutto, perché ha lo stesso senso dell'umorismo di Jamima e il loro sport preferito e schernire me e Paris che ha differenza mia non è restia a lanciare loro oggetti vari.

Ignoro quando la sento borbottare qualcosa sul mio pessimo umore, e mi metto sul divano con una sanissima mela in mano nella speranza di ripulire un po' il mio corpo dagli ultimi snack mangiati con il laptop poggiato sulle gambe.

Tutto sembra regolare su facebook, per quanto assurdo tra i miei amici non sembra cambiato un accidente. Luca pubblica ancora foto coatte con la camicia aperta. Luisa continua con i suoi stati piagnucolosi sull'amore e la vita, Marco è sempre più in fissa con le moto da quando ne ha comprato una o meglio la sua carcassa che sta cercando di riparare tenendo aggiornati tutti tramite il suo stato e infine Martina che continua la sua lotta politica.

Il mio profilo è noioso come sempre, eppure con tutto quello che mi sta succedendo e tutti i cambiamenti subiti dovrebbe essere più allegro. Aggiungo qualche foto poi chiudo già annoiata.

Inizio a scorrere alcune vecchie foto, passo da quelle del mio ultimo compleanno a quelle del diciottesimo passando anche per il sedicesimo, il diploma le ultime scattate con la zia Diana nel suo appartamento a Londra insieme a un nuovo set di porcellane cinesi.

A Coraline e Dave farebbe piacere vederle. Sarebbe stato bello averli lì in quelle occasioni, avere la mamma ad aiutarmi con la maturità e a piangere insieme a papà per essere diventata grande.

Mi viene voglia di prendere il telefono per inviargliele ma alla fine ignoro questo desiderio e chiudo semplicemente il computer per andare a gettare via il torsolo.

"Stai bene?" Domanda Jamima.

"Perdo sangue da qualche parte per caso?" Mormoro ironicamente cercando una ferita. Jamima che si preoccupa è davvero spaventoso.

"No. Chiedo solo perché è il tuo turno con le pulizie e non ho di certo intenzione di farmi incastrare." Ribatte con una smorfia.

"Adesso ha tutto più senso, è il turno di Paris comunque. Figurati se ti lasciamo fare il doppio turno. Quando la pulisci tu la casa fa schifo." Brontolo mettendo il portatile sotto braccio. MI trascino in camera in camera come un bruco triste e stanco per rinchiudermi e approfittare del tempo libero prima del lavoro per una maratona di film.

Quando si fa ora devo costringermi a mettere in pausa e uscire dalle coperte e per tutto il tragitto non faccio che sperare che almeno oggi il Signor Bean si risparmi il suo controllo settimanale.

Invece con un sonoro ritardo arriva e come se mi avesse letto nel pensiero inizia a bacchettare tutti.

Al terzo: "Dovresti sorridere di più o farai scappare i clienti." Ho quasi perso le staffe e se non fosse intervenuta sua figlia con un sonoro: "Non c'è pericolo perché quando ci sei tu i clienti non si sognano nemmeno di entrare!" Credo avrei finito la serata a cercare un nuovo lavoro.

Si sono barricati in ufficio sbattendo la porta così forte da far cadere il calendario all'ingresso e per una buona mezz'ora ci sono stati solo urla, recriminazioni e clienti che hanno fatto dietrofront all'immediato.

Una serata fiacca che ci ha permesso di finire prima l'inventario e tornare a casa un quarto d'ora prima.

"Che gabbia di matti, di positivo c'è che il vecchio Bean si terrà alla larga per un po' di tempo adesso" Mormora Melissa accendendo una sigaretta. Mi porge il pacchetto e senza pensarci troppo ne prendo una mossa dalla voglia di staccare qualche minuto me la rigiro tra le mani, ho smesso da un po', è una pessima idea ma faccio uno strappo e la accendo.

La prima boccata mi manda in estasi il cervello e me ne fa desiderare ancora, al terzo tiro riesco a sentire il ghigno divertito della malefica che sbandiera il suo controllo su di me, dopo il quarto la butto via. È stata una pessima idea.

Ignoro i messaggi e le chiamate sul cellulare mandando un semplice messaggio con la buonanotte a tutti per far sapere che sto bene ma non ho voglia di parlare e mi concedo una doccia bollente.  

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora