25- Cioccolato

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  Le dita sporche di cioccolato fuso ancora caldo, l'aroma dolciastro della torta che lentamente cuoce in forno invadendo la casa e Zap che in attesa se ne sta sotto il tavolo con la lingua ciondolante e lo sguardo attento sperando di arraffare qualcosa al volo.

Zayn se ne sta appollaiato su uno sgabello, poggiato al pianale in marmo a mangiare il cioccolato con le dita con l'espressione soddisfatta. Sembra un bambino spensierato. Giovane e bello come se niente lo avesse mai scalfito.

"Sai vero che io non cucinerò mai comunque." Borbotta.

"Dovresti farlo, invece."

"Per me da solo? Troppa fatica, prendere le pentole, fare cose, metterle in lavastoviglie. È più facile chiamare il ristorante quando ho fame. Sai non mi piace avere ospiti." Borbotta passandosi la lingua tra le labbra.

"È un modo carino per sbattermi fuori di casa?"

"Tu non sei un ospite, sarebbe scortese farti cucinare altrimenti. Parlo del resto della gente, a parte la mia famiglia è difficile che faccia entrare qualcuno." La torta è ormai pronta per essere sfornata prendo una presina, di quelle che ho aiutato a scegliere io e che si abbinano con grande soddisfazione perfino ai pensili e ripongo il dolce sul ripiano per farla intiepidire.

"Credevo ci fosse il viavai di donne da questa casa. Sembri un tipo notturno." Mi guarda con un sopracciglio alzato, scuota la testa sommessamente come se avessi detto la peggiore delle cavolate mentre allunga la mano verso la torta. Lo colpisco con un guanto da forno facendolo sbuffare e non mi capacito di come possa pensare di mangiarla adesso che è ancora fumante e rovente come lava.

"È proprio il contrario perché credi cerchino tutti di accasarmi? Sono convinti che io detesti ogni donna sulla faccia della terra o che non ne voglia più sapere per via di Alana. Il problema è che sono arrivato a questo punto perché quando parlava non la ascoltavo mai davvero. Non mi è mai capitato di ripensare alle cose che diceva, anche quando ha mentito e io lo sapevo lasciavo correre, me ne dimenticavo. Se avessi prestato più attenzione l'avrei capito molto prima. Voglio qualcuno che mi interessi ascoltare anche solo per sapere chi ho davanti. In ogni caso sono sempre stato selettivo." Risponde serenamente.

È cauto su tutto, perché mai le ragazze dovrebbero farne eccezione? Credo sia impossibile non esserlo dopo essersi ritrovati in una situazione così contorta. Vorrei avere la sua auto consapevolezza, sapere con certezza cosa passi nella mia mente e cosa mi spinge a trovare un modo per rovinare sempre tutto.

Anche con Zayn.

"Forse eri solo innamorato e non volevi vedere la sua follia e le sue bugie."

"Ero tanto concentrato sul lavoro, stavo finendo l'addestramento quel caso era importante, poteva essere il primo gradino per aver una bella carriera. Non eravamo nemmeno una coppia, io mi sentivo innamorato ma non lo so. Era più grande e affermata con la sua carriera da criminologa, intelligente deviava le indagini a suo piacere. Se non avessi avuto accesso a casa sua si avremmo messo anni a sciogliere la tela che aveva creato. Ee lei non avesse voluto farsi trovare sarebbe ancora in giro. Ero accecato dall'ambizione."

"Uno stacanovista e chi l'avrebbe mai detto da come sbuffi ogni volta che devi lavorare." Lo canzono, e non tarda ad arrivarmi un fazzoletto appallottolato in testa mentre gli faccio ancora la linguaccia dispettosa. Ormai quella di lanciarci oggetti è diventata un'abitudine. Mia nonna ci paragonerebbe alle scimmie dello zoo ma a me diverte sempre.

"Ero un ingenuo, non so nemmeno perché mi affannassi tanto era un lavoro di merda tanto quanto questo. Signorina non siamo tutti come lei che non aspetta altro di andare a lezione, dì la verità eri la cocca della maestra." Risponde con una smorfia, lo ignoro sposto la torta su un altro ripiano lontano da lui che la guarda languido come se non mangiasse da giorni e rimetto a posto lo strofinaccio.

"Mio padre è un professore, è ovvio che avessi ottimi voti mi avrebbe fatto penzolare fuori dalla finestra insieme alla bandiera della Roma altrimenti ed è finito con il piacermi." Mi fa il verso scimmiottando la mia voce per poi stamparmi l'etichetta di secchiona noiosa che non vuole dargli la sua torta. Nel mobiletto ricerca con poca pazienza mandando per aria qualche vecchio scontrino le medicine. Lo guardo con la coda dell'occhio, mentre finisco di srotolarmi le maniche del maglione. Cerco di non immischiarmi, di non accorrere li ad aiutarlo perché so che gli crea disagio ma qualcosa smette di trattenermi e mi avvicino quando vedo la difficoltà nel mettere la crema.

Non gli dico nulla, contiuo il operato spalmando meglio la crema per ricoprire tutto il braccio, l'inchiostro diventa più lucido, sotto i miei polpastrelli, la sua pelle liscia e calda si rilassa poco a poco sotto le mie mani, sobbalza appena quando sfioro una delle cicatrici ma si rilassa subito tenendo però sempre lo sguardo dritto sulle mie mani, per controllare.

"Meglio o peggio?" Chiedo facendo leggermente più pressione come un lieve massaggio.

"Meglio." Sospira appena con gli occhi socchiusi e un piccolo sorriso a incurvare un angolo della bocca pronto a nascere.

I nostri occhi si incontrano, mentre le mie dita scivolano sulla sua pelle bollente, è possibile stare così vicino a qualcuno senza provare attrazione. Temo che i miei occhi mi tradiscano e gli facciano capire quanto mi il suo sguardo mi stia destabilizzando.Prima di perdermi nel suo labirinto ritrovo la strada e torno al mio posto ponendo fine al massaggio con un sorriso.

"Adesso puoi aggiornarmi sul mio caso, che ne pensi Mr investigatore?" Distolgo gli occhi dai suoi cercando di risulatare naturale ma per un attimo sembrano quasi non volermi lasciare andare.

"Subito!" Risistema la manica della maglietta che si è alzata e in un batter d'occhio si precipita al suo scrittoio. Gli rammendo ancora una volta che dobbiamo sistemare il suo ufficio ma lui da bravo poltrone ignora la domanda e passa a rimpinzarmi di fogli. Non abbiamo ottenuto molto da Coraline e Dave, molte informazioni inutili dei suoi spostamenti fino all'ultimo indirizzo di cui li ha messi a conoscenza mia madre di circa tre anni fa. Non mi sorprendo quando puntualmente Zayn mi dice che in tale indirizzo adesso ci abita tutt'altra persona. Non mi demoralizzo nemmeno, a questo punto ho ben appreso che la mia meta è decisamente più lontana di quanto potessi mai pensare ma il passaggio definitivo del timone nelle mani di Zayn rende tutto meno pesante e mi permette di on ossessionarmi. Ci vuole tempo, e io me lo ricordo almeno una volta al giorno.  

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora