58- Amici dal passato

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Un magazziniere ha ormai preso possesso del mio corpo, continuo a spostare le scatole fino ad avere un ordinato e pragmatico magazzino con tutto ciò che mi serve a portata di mano, ho perfino lasciato abbastanza spazio nell'abitacolo da permettere a Tonno di prendere i documenti che gli servono e che certamente non sono di Zayn. Lui tiene tutto per aria.

"Come sei riuscita a mettere quello scatolo lì?" Sobbalzo quando la voce di Zayn mi arriva alle spalle mentre ammiro il mio operato soddisfatta.

"Non chiedermelo." Rispondo, ero talmente fomentata da aver usato le scatole come scale, e la sedia ancora imballata come sgabello.

"Gibbons è andato via, ho preferito non invitarlo a cena non mi sembra ti stia simpatico."

"A me? No figurati." Rispondo con il fiatone e il sorriso artefatto.

"Che ti prende?"

"Non lo so, mi hai detto che avresti chiuso questa storia e invece compare lui e ti chiede di tornare al tuo vecchio lavoro nella maledettissima America. Io lo so che tu questo lavoro lo detesti, che non ti piace nemmeno un po' ma che hai paura di tornare al tuo vecchio lavoro e io sono la tua ragazza devo sostenerti. " Annuisco meccanicamente "Non posso fare finta di niente sto diventando pazza lo odio quel tizio, e odio me per aver aperto quella scatola maledetta, avrei dovuto buttarla. Quella stupida foto mi ha fatto venire i nervi dal primo momento."

"Anche se quella scatola ha messo fine a un'indagine e ha permesso a una famiglia di ritrovare i propri cari morti?"

"Erano morti e non li ho mica ammazzati io, avrei solo buttato via le cose della tua ex come una qualsiasi ragazza gelosa avrebbe fatto. Sono una brutta persona, ti voglio vivo. Arrabbiati pure, che vuoi che ti dica?"

"Ma non eri la mia ragazza ancora, e comunque non è la prima volta che mi propongono quel lavoro. Ho almeno una decina di Mail che dice la stessa cosa e non ho mai accettato."

"Quindi? È chiaro che mi piacessi già. Giusto per curiosità a quelle mail come hai risposto?"

"Non l'ho fatto, le ho ignorate. Gibbons è qui di persona perché ha creduto fossi pronto a tornare visto che mi sono immischiato in questa faccenda."

"Bhe ci vede lungo, perché stai decisamente meglio e credo tu voglia tornare."

"No, e non è per te o per mia madre che piuttosto mi legherebbe in cantina o perché ho paura che possa accadermi qualcosa. Ho sempre dato per scontato che le ripercussioni sarebbero state solo su di me, ma quando è stata minacciata la mia famiglia ho capito che non ne vale la pena. A me piace il mio lavoro vorrei solo che ci fossero meno tradimenti per non dover sopportare mogli che piangono o peggio; mariti che quando attaccano non la finiscono più. Blaterano ma pagano da Dio a dire il vero, gli addebito anche i kleenex perché mi piace essere un maledetto stronzo. Gibbons è un amico e sono contento di rivederlo ma non voglio tornare a fare quel lavoro."

"Sei sicuro? Da come ne parlavi il tuo lavoro sembrava tutto."

"Lo era, ma i rischi sono tanti. Quando vedi la morte così vicina capisci che non ne vale la pena. Mi sono svegliato in ospedale con il ricordo di un bagno di sangue e non nemmeno spiegarti la paura che ho avuto nel vedere lì la mia famiglia dopo che quella matta mi ha promesso che gli avrebbe fatto del male. Grazie al cielo era già morta ma mai mi ricaccerò in una situazione del genere e perché dovrei volerlo? Sono felice Diana, mi sveglio la mattina e amo la mia vita sopratutto quando la prima cosa che vedo sei tu. Sono per la prima volta in vita mia soddisfatto di quello che ho."

"Sembri sincero, non ti troverò ad analizzare altre foto vero?"

"Non se non mi invierai foto hot, parola di Scout." Lo guardo divertita, sa quanto mi piace sentirgli dire queste cose. Poggio la testa sul petto e gli avvolgo con le braccia il petto lasciando andare via la mi inutile preoccupazione.

"Ti amo così tanto" Sbuffo stringendo di più.

"Anch'io ma ti prego usciamo a mangiare qualcosa, sto morendo di fame."

"Da qualche parte dove c'è la torta." Annuisco convinta e lentamente lo lascio andare.

In meno di mezz'ora ci fermiamo in un pub lungo la strada, quello meno affollato ovviamente, nessuno di noi vuole trovarsi tra la calca post lezioni del campus.

Non prendo niente di troppo alcolico sapendo quanto l'alcool mi faccia chiudere gli occhi, mi sono sempre chiesta perché su di me abbia un tale effetto soporifero. Vedo la gente scatenarsi e ballare dopo un paio di cocktail io più che perdere inibizione perdo i sensi sul tavolino. Compenso con una grande varietà di patate e pesce fritto però e una grossa fetta di torta alle carote.

"Ti fa male il braccio?" Chiedo quando lo vedo con un'espressione dolorante sul viso.

"No, ho messo una penna nella tasca della felpa e mi trafiggendo una costola. Perché diavolo la metto nella parte sbagliata?" Mormora mentre si acciuffa la tasca destra e tira fuori la penna assassina ricordandomi un po' un cane che cerca di afferrarsi la coda per il modo ostinato in cui tenta.

"Allora cosa hai intenzione di fare con il mio ufficio?"

"Lo facciamo più bello di quello di Tonno, mi sembra ovvio."

"Non che ci voglia tanto la sua pianta sembra un albero di banane." ribatte sprezzante. "Che hai? Giornata pesante? Sembri un più matta del solito."

"Puoi giurarci, mi sono svegliata alle quattro per correggere la mia relazione. Jamima ha appestato di nuovo il mondo con quella sua tisana alla valeriana e ha deciso di farsi la maschera hai capelli in bagno, per due ore e ho quasi fatto tardi per colpa della doccia. Quando sono tornata da lezione mi sono messa a studiare, mi ha chiamato mio zio, ho mangiato un panino davvero orrendo in piedi e detesto il signor Bean. Ho deciso di lasciare il lavoro, voglio trovare uno stage di merda non pagato che un giorno magari potrebbe tornarmi utile."

"È fantastico! Passare da un lavoro sottopagato allo schiavismo è un ottima idea.Sopratutto mi piace che hai concentrato il tuo sdegno per il panino. Che voleva tuo zio?"

"Voleva sapere perché non rispondo a mia nonna. La pausa panino in una sessione di studio di sette ore è quello che compromette la tua sanità mentale per sempre. Ho appena scoperto che il professore che fa leggere e spiega solo i suoi libri in realtà all'esame chiede tutt'altro, esame che ho a breve e che potrebbe provocarmi un esaurimento nervoso, perciò si sono fuori di me." Sbuffo appassita come una vecchia rosa. Sono certa alla fine di questa sessione che mi verranno le rughe come ha preannunciato Jamima in tentativo di amicizia.

"Gibbons ha finito di rovinare la tua serata, ne sarà dispiaciuto ti assicuro che è un'ottima persona."

"Ne sono certa ma ha nemici di qualità. Una giornata che finisce nel tuo letto non può essere così brutta. Sempre che qualcuno non sbagli la mia cena se non mangio qualcosa di buono alla svelta mi metto a piangere e non sono certa di riuscire a smettere."

Come se qualcuno avesse sentito la mia richiesta finalmente la cameriera arriva con i nostri ordini e il profuno mi annebbia il cervello, sembra la cosa più buona che io mai mangiato ma so che sono solo gli effetti del digiuno prolungato.

Domani devo necessariamente fare scorta di barrette energetiche se voglio sopravvivere.

Zayn è di buon umore, non ci avrei scommesso appena ho visto Gibbons, temevo portasse a galle brutti ricordi ma deve averla presa molto meglio di me.

Quando torniamo a casa, nemmeno la straziante giornata di oggi può trattenerci dal rotolarci nelle coperte fino a notte fonda. È l'unico impegno al quale nessuno di noi due sembra voler mai rinunciare.

E' ancora notte fonda quando una ventata fredda sferza da sotto le coperte e di malavoglia e intontita mi fa tirare su la testa con le poche forze che ho e gli occhi che si chiudono da soli.

Intravedo Zayn al telefono che sta riattaccando e sento uno sbuffo prima di lasciarmi andare contro il cuscino.

"Vieni a letto." Mormoro con un orribile voce roca e bassa mentre mi sto già mettendo comoda e sono a un passo dal dormire. Sento il suo peso di nuovo sul letto, al mio fianco dove dovrebbe essere, le sue labbra sulla spalla e poi la sua voce.

"Torno subito, devo fare una cosa, non preoccuparti dormi." Lo prendo in parola sono troppo stanca per alzarmi e tirargli in fronte il computer e seppur agitata mi riaddormento facilmente. In realtà ciò che voglio è più chiudere gli occhi per una manciata di secondi sperando di trovare le forze di alzarmi ma svengo sul cuscino.

Quando mi sveglio di soprassalto mi tiro subito a sedere colta da un'ansia che fatico a spiegarmi e che mi ha rovinato l'ultimo pisolino.

Mi scontro con lo sguardo di Zayn nel buio che si aggira come un gatto per la stanza.

"Mi hai fatto prendere un colpo? Che fai sveglia?"

"Ho sentito movimenti strani ho pensato fosse qualche pazzo che ha seguito il tuo amico. Dove sei andato? Non ti sei cacciato in qualche guaio vero? Sei tutto intero?"

"Fai troppe domande per essere una mezza sonnambula. Ho dato una mano a Logan ti spiego meglio domani." Lo guardo litigare con la zip dei pantaloni, è sexy perfino quando impreca con i jeans è possibile o sono ancora confusa dal risveglio brusco?

"Logan? Dormiamo e basta sono troppo stanca." Mormoro mentre si rinfila nelle coperte, gli do un bacio e mi accuccio vicino a lui alla ricerca di calore. Mi lascio coccolare fino ad addormentarmi cullata dal suo profumo più spiccato del solito.

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora