35-Solo noi

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Triste ironia della sorte: mentre la mia vita si sfilaccia, quella sentimentale sembra nel meglio della sua forma, mai che viaggino di pari passo.

L'una esclude davvero l'altra o sono io la solita sfigata che può avere una cosa per volta?

Di una cosa solo sono certa, che mai per nessun motivo al mondo investirò tante energie in qualcosa che non sia me stessa. Mi sento provata a livello fisico per le ore di sonno, lo stress, l'ansia ma sopratutto l'impatto che mia madre ha avuto a livello emotivo. E' stata come una granata. La verità, l'unica cosa in grado di liberarti e ucciderti al tempo stesso.

Ho obbiettivamente un peso in meno sullo stomaco.

Questo peso ha lasciato però il suo vuoto e non posso pretendere di riempirlo in un giorno, lo so bene ma posso sensatamente decidere d'ignorarlo e non trasformarlo nel centro di tutto.

Sono sotto tono, lo si vede lontano un miglio che sono provata, con lo sguardo un po' perso ma Zayn non dice nulla. Mi tiene vicino e sa quanto è importante distrarmi adesso, come faccio io quando vedo il suo pessimo umore o il suo dolore al bracciosono in aumento.

È questo che facciamo da sempre, ci prendiamo cura dell'altro senza bisogno di farglielo sapere. Se ci penso, ogni giorno da quando lo conosco ho fatto qualcosa per lui è lui ha fatto lo stesso per me. In assoluto però fare l'amore con lui è stata la cosa migliore che ho fatto, egoistica ma la migliore. Non riesco a pentirmene o pensarci senza sorridere.

Mancava quel contatto quella vicinanza per farmi capire perché è così importante nella mia vita.

"Sai qual è la cosa più assurda oltre all'essere davvero entrato in museo di scienza e industria dopo essere stata in planetario?" Mi domanda.

"Il fatto che ci fosse altra gente come hai sottolineato per tutto il tempo?" Chiedo prendendo un sorso d'acqua dalla mia bottiglia.

"No che mi è davvero piaciuto. Non ho nemmeno fatto finta di sentire l'audio guida, l'ho ascoltato davvero. "Non che ce ne fosse bisogno, potresti tranquillamente lavorarci tu in quel planetario, ne sai più di tutti quelli che ci lavora messi insieme."

"Quindi lo ammetti. I musei sono interessanti te l'ho detto che ci saremmo divertiti."

"Tu sei divertente. Saltavi come un Grillo da una parte all'altra, il resto è stato interessante. Hai un modo davvero strano di tirarti su il morale."

"Mi piace come sono fatte le cose. Oltre alla mia fissa per le stelle, da piccola avevo il vizio di smontare le cose e una passione per le forbici che mi portava a tagliuzzare tutto, capelli inclusi."

"A me piaceva smontare le macchinine e scambiare i pezzi."

"Non mi stupisce devi fare sempre il diverso. Dovevi essere terribile da piccolo."

"Non troppo mio padre è un omone grosso e alto. Non mi ha mai picchiato o sgridato ma il suo sguardo mi ha sempre messo un po' di timore. Tu invece sei la cocca di papà."

"Io e mio padre ci abbiamo messo un paio d'anni a trovare il giusto equilibrio. I primi tempi è stato un delirio, credo di non aver mai fatto in giorno d'asilo con i capelli ordinati. Avevo sempre le codine storte e le scarpe al contrario e molto spesso vestiti tre taglie più grandi di me perché era un vero disastro a scegliermi i vestiti. Spesso mi comprava mia nonna i vestiti ma era sempre lui a doverli abbinare e per mio padre tuta e stivali sono un abbinamento fantastico."

"Per andare a pesca senza dubbio."

"Ha imparato a cucinare, a svegliarsi presto per accompagnarmi a scuola, a stirare ci sono delle foto mentre stira i miei grembiuli per la scuola che sono qualcosa si fantastico."

"Io quando andavo a scuola avevo la divisa, mia madre ha avuto giusto il tempo di scattarmi qualche foto prima che decidessi di strappare le maniche e farne un gilet. Neanche allora hanno apprezzato il mio personale gusto stilistico." Mi fa ridacchiare mentre passeggiamo tranquilli per il centro come se fosse un normale weekend fuori città. Mangiamo degli strepitosi biscotti al cioccolato camminando per Piccadilly Garden e nonostante il freddo non accenniamo ad andare via. Continuiamo il nostro scambio di aneddoti. Mi racconta di quando da bambino e ha iniziato a suonare la chitarra con suo nonno a fargli da insegnante da insegnate. Di quanto gli piacesse farlo e che passava intere serate a farlo quando era lontano perché gli ricordava casa. Mi racconta delle sue ambizioni di quanto programmare e il suo futuro in modo maniacale e di come adesso si accontenta di quello viene senza affannarsi a rincorrere la perfezione.


Mi parla dei suoi buffi amici del college, del ragazzino superficiale che è stato. Un competitivo arrogante in tutto, dalle ragazze alla birra, diverso da quello che è oggi ma per certe sfaccettature lo riconosco ancora.

Torniamo in Hotel che è buio e quando ormai stiamo per congelare con dita dei tocchetti di ghiaccio privi di sensibilità.

"Sei molto carina con il naso rosso." Scherza picchiettando un dito sulla punta del naso. Abbasso lo sguardo imbarazzata coprendolo con le mani.

"Dai non prendermi in giro." Mormoro con buffetto sul petto.
Mi toglie le mani dal viso e fa incastrare i miei occhi nei suoi come sempre del resto.

"Non ti sto prendendo in giro. Parlo sul serio. Sei proprio bella, da perderci la testa, stasera." Sembra così serio quando parla ma io con lui mi sento sempre un po' insicura. Voglio piacergli davvero ma se gli piaccio già allora perché mi costringo a non crederci?

Posa la mano calda sulla mia guancia prima di baciarmi mi sembra di stare in un film di natale dove la protagonista riceve uno di quei baci lunghissimi sotto la neve con tutte le lucine intorno.

Noi non siamo altro che in brutto vicolo triste e poco illuminato, senza neve, davanti a un hotel che è il meno peggio della zona ma, che di certo non fa concorrenza al Plaza di New York ma io con la mente sono già altrove.

Nessuno di noi lo dice a voce alta ma entrambi non abbiamo la minima intenzione di passare la notte da soli.

Non credo di aver mai passato tanto tempo con Zayn. Escluse le poche ore di stamattina e il poco tempo che sono rimasta da mia madre, abbiamo trascorso ogni minuto insieme. Se proprio noi che adoriamo tanto la solitudine non siamo ancora stufi, vuol dire che c'è davvero qualcosa di speciale.

Ci rincorriamo per le scale dell'hotel con il sorriso sulle labbra e la testa che mi vortica per tutto questo, per lui. Sappiamo che è una gara che può concludersi solo a letto e la nostra non capisco se è competitività, fretta o solo voglia di ridere ma io non gli sto dietro. E' più veloce e mi lascia la porta della camera aperta come un invito esplicito a entrare.

Quando richiudo la porta alle mie spalle, vengo assalita da lui nel buio più totale ma il suo profumo è inconfondibile. Mi allontano togliendo la maglietta e spostandomi verso la penombra. Mi guarda dall'altro lato della camera immerso in un buio che mi permette di vedere solo il suo profilo.
Mi spoglio lentamente per tenere il suo sguardo incollato su di me il più possibile. Sono girata si schiena quando si avvicina e mi tocca senza paura. Mi bacia senza esitare lungo la spalla risalendo il collo.

Solo ieri non sapevamo ciò che stavamo facendo e adesso sembra la cosa più semplice e naturale del mondo.

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora