1- The beginning

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Esistono luoghi che ci chiamano, magari anche da lontano. Non ne conosciamo la ragione, ma, ancora prima di averli visti, sappiamo che seguendo il loro richiamo ritroveremo un pezzo della nostra anima.
-Silvia Montemurro

  Seguo alla lettera il navigatore, dopo trecento metri svolto a destra, percorro ottanta metri e all'incrocio vado a sinistra, per proseguire infine di ottocento metri su quella strada, in bilico sui miei stivaletti con il tacco che perdono sempre più stabilità sul terreno ciottoloso. Decisamente una scelta pessima vista tutta la strada da percorre ma di certo non potevo aspettarmi di passare dalla città alla campagna con due sole fermate d'autobus. 

 E seppur non possiedo scarpette rosse brillanti come Dorothy di cui non poter fare a meno, non credo di essere in grado di uscire di casa con delle scarpe raso terra, senza nemmeno un piccolo rialzo di quattro centimetri (minimo sindacale) una zeppa, un tacco o qualsiasi altra diavoleria capace di darmi ciò che la natura mi ha negato alla nascita: L'altezza di un umano e non di un folletto biondo dagli occhi troppo grandi.

Oddio perché la maledetta freccetta blu continua a cambiare direzione? 

Ho sentito parlare di campagne in Inghilterra, ma ti passa di mente quando ti ritrovi a passeggiare per Londra, Manchester e infine la più piccola Cambridge caratterizzate perlopiù da palazzi e il grigio asfalto. C'è tanto di quel nuovo, palazzoni, pannelli pubblicitaria all'avanguardia, gente con smartphone sempre più grandi che ti aspetti che anche la campagna sia così, un po' meno campagna.

Arrivata a destinazione mi accorgo subito che qualcosa non quadra. Nessun ufficio, nessuna insegna o indicazione alcuna, solo un vecchio negozio di vini la cui vetrina non ha mai visto un piumino per togliere la polvere e uno spiazzale appena asfaltato che ospita un benzinaio shell ancora in costruzione, entrambi deserti.

 Gli inglesi non sono certo un popolo così rumoroso fuori dai pub, chiacchierano sempre sottovoce, sui mezzi pubblici preferisco l'assordante rumore dei vagoni che percorrono la strada alle parole, perfino nei supermercati l'atmosfera si mantiene silenziosa, nessun urlo per richiamare il commesso in pausa sigaretta, nessun cellulare che squilla e nessuno che sbraita al salumerie che la mortadella andrebbe tagliata spessa al coltello altrimenti non è buona manco per la pizza, eppure qui c'è troppo silenzio.

 Ricontrollo il tragitto, l'indirizzo è proprio questo ma qui c'è solo il nulla. È il tipico posto in periferia che spesso fa da sfondo nei film horror come scenario del crimine e di cui tutti dicono di diffidare sopratutto nelle ore serali e se si è da soli a meno che non ci si senta abbastanza coraggiosi da voler affrontare il rischio di diventare concime per un campo di grano turco. Mi sono sempre ritenuta coraggiosa in queste cose o come piace ribadire a mio padre incosciente.

 Ho visto la casa poco prima passandoci davanti e sono quasi inciampata in un secchio per l'immondizia per via della mia testa fissa sullo schermo del telefono, ecco cosa succede a non guardare la strada. Le mie calze si sono impigliate nella lamiera leggermente sporgente del bidone e ho avvertito la mia pazienza scemare mentre il tessuto ha ceduto sotto i miei occhi. Un buco grosso quanto un chicco d'uva e la calza totalmente smagliata a partire dalla coscia. 

Forse mi verrà un livido, maledetti cassonetti che sbucano dal nulla.

Alle mie spalle il sole sta tramontando, il cielo si è tinto si arancione e qualche striscia di rosso si riesce a vedere in modo limpido, è la prima volta in un mese che riesco a godermi una bella giornata, sarà il periodo ma tutto è di un triste grigino che non sa né di pesce né di carne.

 C'è odore di campagna, di erba e di fiori che mi ricorda la casa dei miei nonni sulla Laurentina a Roma, delle mele raccolte direttamente dall'albero, di quella volta che mi sono rotta il braccio arrampicandomi sul piccolo ciliegio in cerca di frutti da mangiare o ancora di quanto ogni anno, a giugno, la nonna nonostante il periodo sbagliato per la semina e il terreno infertile per via del sole che sbatte forte in quel punto, si ostini a piantare delle ortensie nel palmo di terra adiacente alla veranda che puntualmente sopperiscono al clima.

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora