14- Restiamo amici?

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Sembrava che avessero intorno una bolla invisibile nella quale nessuno poteva entrare a meno che non lo volessero.
-Niccolò Ammaniti

E' stato un attimo, il tempo di lasciarsi scorrere addosso le giornate per far sì che i nostri incontri diventassero abitudine, che noi diventassimo un'abitudine reciproca, tanto da essere ormai una presenza scontata.


Non bada più a me che mi aggiro per casa sua come se fosse la mia, forse anche con più semplicità visto la costanza di Paris nello spostare periodicamente le cose. Non si preoccupa di prendere le sue medicine davanti a me arrivata l'ora 'x' o a chiedermi una mano se dovesse servigli sapendo che può tranquillamente fidarsi. Infatti non cerca nemmeno più di studiare le mie mosse, il che mi solleva da quella soggezione che solo i suoi occhi sanno mettere, seppur involontariamente. Ogni tanto quando ha la luna girata per il verso giusto mette anche il tutore al braccio e sono più che certa non si sente tanto a suo agio a farlo davanti molta gente.

Niente più silenzi imbarazzanti, nessuna misteriosa sparizione. Come se finalmente il ghiaccio non si fosse solo rotto ma completamente sciolto e il fatto che un paio di mesi fa fossimo estranei è totalmente lontano. Adesso c'è una stella sul muro della sua colorata camera da letto come firma, accanto a un'ala che dovrebbe essere la sua. Ha trovato divertente farne una sola, come il suo braccio. Ha riso molto più di me spiegandomi questa sua trovata. Pensandoci bene ha una strana fissa per le ali ne ho intraviste tatuata più di una sul suo corpo.

Ci siamo prefissati di finire il grosso del lavoro prima di Natale a ogni costo e seppur a volte ci è sembrato azzardato, a sette giorni da Natale stiamo finendo di collegare i fili del forno con enorme soddisfazione.

E' diventato sempre più facile convincerlo a fare le cose finché non c'è ne stato più bisogno. Come se fosse stato improvvisamente posseduto da uno spirito benevolo ha iniziato a progettare le cose da sé e a lasciarmi scegliere il film ogni tanto ma non stasera che ha deciso dover essere la serata di spider man mentre io ero troppo concentrata a ordinare la cena per poter dissentire.

Ogni sera ormai proviamo un ristorante diverso della zona, ripromettendoci che magari un giorno ne faremo un blog con recensioni. Ovviamente entrambi sappiamo di essere troppo pigri per farlo davvero.

In ogni caso, l'Asia bistro di stasera, per entrambi ha totalizzato il massimo dei punti per la consegna rapida, il cibo caldo e buono e basta perché non siamo mica dei critici culinari e i nostri parametri sono parecchio bassi.

"C'è anche la storia d'amore come fa a non piacerti?" Domanda con gli occhi fissi sullo schermo.

"Non è male, solo non è il mio genere preferito." Mugolo sprimacciando il cuscino del divano per mettermi più comoda e cercare di seguire meglio il film almeno fino a quando la noia causata dalla trama non mi lascia sprofondare sul bracciolo del divano.

L'aria del mattino è fresca e profuma di terriccio bagnato, la avverto mentre ancora sono intorpidita dal sonno. Un filo d'aria mi accarezza e mi stringo di più nella mia coperta calda.

Mi lascio coccolare ancora per qualche minuto prima d'iniziare la giornata e mi costringo ad aprire gli occhi. Impiego qualche secondo a riconoscere la parete e a capire dove mi trovo mettendomi all'istante seduta confusa cercando di ritrovare nella mia testa il ricordo che spieghi che ci faccio a casa di Zayn.

Lui è già al computer, è totalmente concentrato tanto da accorgersi nemmeno che mi sono svegliata e della sera precedente non è rimasto segno, né i piatti, né i bicchieri o qualsiasi altra cosa ci fosse sul tavolo. Mi domando come non abbia potuto sentirlo.

Le mie scarpe sono poggiate al lato del divano e prima di fare qualunque altra cosa le indosso.

Mi stropiccio il viso e la ripiego la coperta attirando l'attenzione di Zayn che si volta verso di me.

"Non c'è bisogno lasciala pure lì." Mi rassicura.

"Perché non mi hai svegliato? Non volevo invaderti casa."

"Dormivi così bene era un peccato svegliarti? Anche se stamattina mi hai fatto prendere un colpo, sei consapevole che dormi con gli occhi semi aperti e sembri morta?" Distoglie appena lo sguardo dal computer e sembra davvero interessato alla sua ricerca in un modo che quasi mi offende.

"Oh, si è una cosa di famiglia, lo fa anche mio padre. Non succede spesso ma fa un sacco d'impressione alla gente."

"Già non riesco proprio a spiegarmi il perché. Resti per colazione? Sto facendo delle ricerche sui tuoi nonni, Stasera ti aggiorno, nulla di che." Mette in pausa, si volta verso di me con la sedia e dopo un lungo sbadiglio decide di alzarsi e togliermi di mano il cuscino che sto sprimacciando con un mezzo sorriso.

"Non posso restare, ho un test importante oggi. Grazie comunque, per tutto." Dico facendo un po' alla cieca una coda molto approssimativa. Gli do un mezzo abbraccio passando accanto a lui e rivolgo una carezza anche a Zap accucciato sotto la sedia che lo contiene a stento.

"Sei peggio di un polipo." Brontola lamentoso mentre procedo verso la porta e gli strizzo l'occhio. "Ricordati gli scatoli." Urlo prima di avvertire il tonfo della porta richiudersi.

La giornata è iniziata in ritardo rispetto al solito, per questo mentre torno verso casa mi faccio un appunto mentale su come risparmiare tempo.

Se saltassi la colazione bevendo uno yogurt in bottiglia per strada e facessi una doccia di dieci minuti riuscirei a essere sfamata e pulita senza rinunciare a niente sempre che Paris non abbia monopolizzato il bagno.

Quando arrivo a casa la mia coinquilina è immersa nella visione di un programma di cucina con una orribile maschera verde sul viso mentre spennella lo smalto sulle unghie dei piedi con minuzia.

"Ehi, iniziavo a preoccuparmi. Credevo fossi da Logan ma lui è venuto a cercarti qui. Non è da te sparire così, a rischio di sembrare mia madre ,mi sono preoccupata." Dice seguendomi in camera mia con passo palmato per evitare di rovinarsi lo smalto.

Infilo l'occorrente per la giornata nella borsa e mentre le rispondo cerco di non fermarmi.

"Come mai mi cercava? Ero da Zayn mi sono addormentata ma ovviamente se dovessi incontrare Logan non dirglielo."

"Figurati, voleva parlare con te. Non lo so francamente sembrava deluso del non averti trovato."

"Lo chiamerò." Concludo e prima che lei possa impadronirsi del bagno sgattaiolo dentro e faccio in fretta, talmente tanto che se la spugna non fosse intrisa d'acqua prenderebbe fuoco per quanto rapidamente scivola sulla pelle.

Sento i lamenti di Paris mentre bussa alla porta del bagno con insistenza sicuramente per sciacquare il suo inquietante intruglio verde dalla faccia e quando mi vede uscire, dieci minuti dopo, profumata e vestita mi lancia un 'occhiataccia davvero truce.

"Scusa, test importante." Questo è il codice. Se una delle due ha un test, l'altra sopporta cose che altrimenti avrebbero causato una lite.

I test stressano e non è raro che proprio in questi giorni dove la puntualità dovrebbe essere la parola d'ordine siamo invece in ritardo marcio, con un diavolo per capello e pronte alla lotta. Entrambe comprendiamo lo stress e per questo abbiamo stipulato una regola di convivenza. Si ritorna ovviamente all'anarchia nel momento in cui entrambe abbiamo un test, in quel caso la regola è: chi tardi arriva male alloggia con tanto di urli frustrati.

Al solito distributore, alla fine dell'androne del nostro corridoio raccatto lo yogurt da bere e a grossi sorsi lo mando giù fino ad arrivare con qualche minuto di anticipo in facoltà.

Tolto il peso incombete di questo test particolarmente ostico su cui ho speso parte del mio tempo per prepararmi nelle ultime settimane, un altro peso incombe sulla mia persona ed è arrivato il momento di pensarci.

Controvoglia compongo il numero di Logan, l'ultima cosa che vorrei fare e parlarci dopo quanto successo, vorrei dimenticare l'ennesimo fallimento e andare avanti cercando di risolvere il resto.

Risponde al terzo squillo la sua voce è incerta e per la prima volta da quando ci siamo conosciuti avverto del disagio tra di noi.

"Mi hai cercato ieri sera." Rispondo cantilenante, lasciando seguire un lungo silenzio che si protrae per tutto il corridoio che mi porta verso l'uscita.

"Già, volevo parlare ti va di vederci?"Non posso che accettare sentendo il suo tono greve e prima di riattaccare ci diamo appuntamento al solito bar che spesso ha accompagnato i nostri pranzi.

Passo dalla biblioteca a prendere alcuni libri utili per le mie ricerche certamente più scomodi ma più affidabili delle informazioni racimolate su internet di cui devo sempre vagliare la provenienza. Mi perdo qualche minuto in quelle alte file di manoscritti ma riesco ad accaparrarmi quasi tutti i volumi che ho in lista nonostante sia periodo di esami e la biblioteca è sotto assedio costante.

Quando mi metto a sedere difronte a Logan, capisco quanto in poco meno di due settimane le cose siano cambiate e io vedo tutto con ancor più chiarezza. È sempre stata solo qualcosa di frivolo nonostante volessi a tutti costi costringermi ad avere qualcosa in più pur di non ammettere a me stessa la mia incapacità d'innamorarmi.

"Voglio scusarmi con te, non sono stato carino quella sera e non voglio che le cose rimangano in quel modo." Rompe il silenzio smettendo di giocare con la cannuccia de succo di frutta che ondeggia qualche attimo al centro del bicchiere prima di cadere poggiato sul lato.

"Non c'era bisogno ma grazie."

"Mi piaci davvero ed è frustrante non capire che ti passa per la testa."

"Mi piaci anche tu ma siamo su piani diversi, vorresti di più e lo capisco ma non so come dartelo non mi viene spontaneo. Ho delle cose personali da risolvere e temo che finché quelle cose non andranno al loro posto io debba mantenermi a distanza dalle relazioni perché non riuscirei a costruire nulla più di quanto non abbiamo fatto noi due." Sospiro. A sentirmi sembra così facile, risolvere la questione come se fosse una difficile operazione matematica. Ma ahimè io non ho ancora ben capito qual è il mio problema e la vedo come una cosa parecchio più lunga da fare.

"Ti vedi con qualcun'altro? Insomma non lo so, ieri non hai dormito a casa."allude. Si morde le labbra colpevole come se già sapesse che non gli è consentito fare una simile affermazione ma non mi ci soffermo.

"Logan sto cercando di essere sincera, non mi va di prenderti in giro, ho bisogno di stare sola e fare pace con il cervello non c'è nessuno." Ribadisco calma. Annuisce, tutto è estremamente freddo e meccanico e quel 'restiamo amici' che lui usa per concludere non convince molto entrambi. E' una toppa troppo piccola per un buco troppo grande ma con un sorriso di cortesia e un saluto abbozzato ci ripromettiamo sia davvero così prima di andare entrambi via.

Like I would- Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora