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Fui svegliata da Percy che si alzava e si dirigeva in bagno. Per un attimo rimasi a fissare il vuoto come una scema, ma poi mi coprii di nuovo cin il lenzuolo.

Chiusi gli occhi, cercando di riprendere sonno. Poi sentii qualche gemito strozzato provenire dalla porta aperta del bagno. Cercai di non farci caso, rimanendo lì immobile con gli occhi chiusi. Cercai di far finta di dormire, ma i suoi ormai singhiozzi, che si sentiva stava cercando di trattenere, entravano nelle mie orecchie e mi trapassavano il cuore come lame.

Tentai di non piangere anch'io, ma qualche lacrima uscì lo stesso. Mentre cercavo di non singhiozzare, sentii Percy aprire il rubinetto e sciacquarsi la faccia. - É finita - disse in tono ottimista e capii che stava parlando col suo riflesso.

Mi voltai nella sua direzione, in modo che potessi guardarlo dallo specchio. Era chino sul lavandino, i muscoli della schiena tesi, con la testa bassa. Poi alzò lo sguardo sullo specchio e inspiro rumorosamente. - Devo solo far finta che vada tutto bene - si disse, asciugandosi con rabbia le lacrime. - Come faccio da sempre, dopotutto - ammise, pensando ad alta voce.

Guardò negli occhi il suo riflesso, che aveva gli occhi rossi e le occhiaie pronunciate. Il sui sguardo era determinato come quando combatteva contro un mostro.

- Devo solo continuare a fingere - si disse, iniziando ad innervosirsi. Si passò una mano nei capelli e un lampo passò nei suoi occhi verdi. - Devo solo cercare di rimanere in piedi - aggiunse, con una voce molto più triste. Abbassò lo sguardo dal suo riflesso e tornò in camera.

Chiusi subito gli occhi e feci finta di dormire. Non vidi quello che fece dopo, ma sentii che sussurrava: - Riuscirò mai a tornare così?

Poi sentii che metteva a posto qualcosa e che si girava dall'altra parte rispetto a me. Tirò a sé un po' di lenzuolo e chiuse di nuovo gli occhi, cercando di riprendere sonno.

Aspettai un po' prima di aprire gli occhi, il tempo necessario perché si addormentasse. Poi mi girai verso il soffitto, passandomi una mano tra i capelli. Percy si svegliava molto spesso prima di me a causa degli incubi, ma la maggior parte delle volte non arrivava mai a piangere.

Gli lanciai un'occhiata. Sembrava stare meglio di prima e dormiva tranquillo. La schiena, dato che si era sdraiato a pancia in giù, si alzava e si abbassava con un ritmo regolare. Stringeva il cuscino come un orsacchiotto.

Gli tirai indietro i capelli che gli solleticavano il viso e lo guardai dormire. Sospirai, accarezzandogli i capelli. - Cos'hai, amore mio? - gli domandai, anche se non volevo svegliarlo.

Poco prima era successa una cosa orribile. Mia madre aveva provato di nuovo a metterci alla prova. L'avevo tradito di nuovo e per quanto era stato doloroso, non contando quanto stesse già male per via di Kyle e delle sue prese in giro che lo stavano uccidendo, aveva tentato il suicidio.

Grazie al cielo era arrivato Poseidone e gli aveva fatto credere che fosse stato solo un incubo. La mattina dopo ci eravamo svegliati insieme ed ero stata felicissima di avere il mio più grande tesoro con me e il mio bambino non ancora nato.

Percy emise una specie di sbuffo e si girò, accoccolandosi a me come un bambino dopo un brutto sogno. Sorrisi e gli accarezzai i capelli, stampandogli un bacio sulla testa.

Era così carino quando dormiva, pensai. Ripensai a quando l'avevo trovato lì, sulla spiaggia, e quanto avessi avuto paura di averlo perso per sempre. Poseidone aveva cancellato quella parte della sua memoria facendola sembrare solo un incubo, in modo che non mi lasciasse, che non ci lasciasse.

Non lo sapeva ancora. Con tutto quello che era successo non avevo ancora avuto l'occasione di dirglielo. Ci avevo provato qualche volta, ma c'era sempre stato qualcosa che ci aveva interrotto.

Senza Te Non VivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora