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Mi svegliai di soprassalto nel letto della cabina di Poseidone. Percy dormiva tranquillo al mio fianco. Le tende erano aperte e la luce della luna illuminava la stanza.

Mi toccai le guance e scoprì che erano bagnate. Avevo pianto nel sonno. Le ragazze, Alli e Ari, dormivano nei loro rispettivi letti. Il letto era un po' stretto per due, ma avevamo trovato il modo di starci entrambi.

Singhiozzavo. Il cuore mi faceva male e le lacrime non volevano saperne di fermarsi. La gola mi bruciava e la testa mi scoppiava. Sentendomi piangere, Percy si svegliò.

- Pip?- chiamò con la voce impastata dal sonno. Si girò verso di me, ancora intontito dal sonno. - Stai bene?

Rimasi lì a guardarlo per un secondo, incapace di muovermi, poi mi fiondai sul suo petto. Percy mi strinse tra le sue braccia un po' preoccupato. Mi accarezzò i capelli, facendomi mettere le gambe sulle sue, mentre piangevo.

Lo baciai dappertutto, felice che fosse lì vicino a me. Avevo pensato di averlo perso irreparabilmente, avevo pensato che ci avesse lasciato.

- Ehi... - disse, con tono dolce. Mi accarezzò i capelli, stringendomi forte a sé. - Che succede, Principessa?

Sentirlo chiamarmi Principessa mi tirò un po' su. Riuscii ad alzare la testa dal suo petto. Mi sentivo una bambina a piangere sul suo petto, ma non potevo farne a meno. Gli avevo bagnato la maglietta, ma lui non sembrava farci caso.

Mi asciugò le lacrime con le dita, prendendomi il mento tra il pollice e l'indice. Mi guardò negli occhi e nonostante fosse buio, i suoi occhi sembravano due fuochi verde acqua.

- U-un in-cubo.- riuscii a balbettare, scossa dai singhiozzi. Seppellì di nuovo la faccia nella sua maglietta e piansi ancora, senza riuscire a fermarmi.

Ero così felice che non mi avesse lasciato sola con due bambini da crescere. Sapevo che non ne sarebbe mai stato capace, ma con quell'insulto l'avrei distrutto di nuovo. Ci avrebbe visto più e mi avrebbe lasciata sola.

Percy mi sorrise e alla luce della luna il suo sorriso brillava ancora di più. Mi infuse coraggio, riuscì a farmi sorridere a mia volta. Un debole sorriso nacque sulle mie labbra.

Tremavo tutta per il dolore che avevo provato nell'incubo. Era sembrato così reale che avevo veramente creduto che fosse successo realmente. Gli chiesi una cosa che mi tormentava già da un po'.

- Percy?- lo chiamai. Lui si mise sedere e mi guardò. - Mi ami? Davvero? Se non fossi incinta saresti lo stesso con me? Dopo tutto quello che ti ho fatto?

Percy mi guardò come se avessi detto una stupidaggine. - Certo che ti amo, Pip. Se non ti amassi veramente ti avrei lasciato da un pezzo. Come vedi sono ancora qui.

Gli allacciai le braccia al collo e mi strinsi a lui. Percy mi abbracciò con le sue braccia forti. Una sensazione di sollievo si diffuse in me, sentendo le sue braccia stringermi forte. Le sue braccia erano sempre state il posto più sicuro al mondo per me, quindi mi lasciai andare nel sui caldo abbraccio, con la testa nascosta nell'incavo del suo collo.

- Non lasciarmi - sussurrai, la punta del naso che sfiorava il suo collo, stretta al suo petto. Avevo la voce incrinata. - Non farlo mai, ti prego. Non riuscirei a sopportarlo. É la mia peggiore paura, anche se so che non succederà.

Percy mi baciò i capelli e mi strinse, infondendomi il suo calore. - Non ti lascerò mai, Pip. Come ti viene in mente? Stiamo per diventare genitori, non potrei mai farlo. Non sono così insensibile.

Tirai su col naso, stringendomi al suo petto. - Lo so, ma - balbettai - l'incubo. Tu - singhiozzai. - Io dicevo una cosa che se l'avessi detta veramente ti avrebbe ferito, molto. Tu ti arrabbiavi. Scoppiavi a piangere. E-e... - mi fermai un attimo, cercando mantenere la voce ferma. - mi lasciavi. Ci lasciavi. É stato il peggior incubo della mia vita.

Senza Te Non VivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora