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Dopo l'anniversario le cose iniziarono a migliorare. Gli incubi di Percy si fecero meno frequenti, quindi era più riposato. Lo facevamo più spesso, quindi non avevo niente di cui lamentarmi.

Un giorno la sveglia ci annunciò che era ora di alzarsi. Quel giorno, Percy non aveva avuto incubi quindi dormiva tranquillo abbracciandomi da dietro come se fossi un orsacchiotto. Dopo essermi resa conto di dove mi trovavo, sorrisi e mi girai verso di lui, accoccolandomi al suo petto.

Allungai una mano per spegnere la sveglia e poi la ritirai a me, accarezzando mi viso di Percy, che era bellissimo anche la mattina. Aveva sempre le occhiaie che spiccavano sulla sua pelle chiare, visto che eravamo in inverno, ma quell'espressione serena che aveva solo quando non sognava era talmente carina che resistetti a stento alla tentazione di baciarlo.

Gli diedi un bacio sulla guancia, spostandogli i ciuffi che gli davano fastidio all'indietro. - Percy? - li chiamai, con voce gentile. - È ora di alzarsi.

Lui in tutta risposta mugugno e si accoccolò a me, appoggiando la testa sul mio seno. - Non possiamo restare qui e basta? - domandò, una voce troppo adorabile.

Gli accarezzai i capelli e sorrisi. - No, purtroppo. Su, apri gli occhi, ti aspetta un'altra giornata da poliziotto. - lui si limitò a sbuffare e stringersi di più a me. I suoi capelli mi facevano il solletico. - Ma che hai oggi? Sei più coccolone del solito.

Percy si strinse nelle spalle aprendo finalmente i suoi meravigliosi occhioni verdi. Si alzò su un gomito per darmi un bacio sulla guancia. - Non lo so ma voglio stare con te oggi. Lo so che devo lavorare, ma...

- Okay - accettai, baciandolo sulle labbra stavolta. - Quando torni a casa ci mettiamo davanti alla tivù con film e pop corn, come piace a te.

Percy sorrise e mi diede un veloce e leggero bacio sulle labbra. - Va bene. Ma adesso é ora di alzarsi. - detto questo si alzò e andò in bagno a lavarsi la faccia. Poi prese dei vestiti dall'armadio e li indossò.

Lo stesso feci anch'io. Scelsi una maglia rosso con i brillantini e dei pantaloni di pelle nera. Come scarpe degli stivali col tacco. Lasciai i capelli sciolti sulle spalla e mi misi solo del mascara sulle ciglia.

Quando uscii dal bagno, Percy era in cucina a fare colazione. Finita quella, portò Tommy a fare una passeggiata e poi tornò a casa. Prima di andare a lavoro, mi diede un bacio sulle labbra.
Dato che mi accompagnava sempre a lavoro, percorremmo la Quinta Strada insieme. Mi lasciò sul portone con un veloce bacio sulle labbra. Andai dentro e il mio capo venne da me per dirmi quello che dovevo fare quel giorno.

Durante la pausa pranzo, andai da Starbucks per un caffé e parlai un po' con Malia. - Come va con Percy? - mi domandò lei, preparando il mio caffé. - Bene - risposi, sorridendo. - Abbiamo ricominciato ad andare d'accordo. Lo facciamo più spesso e i suoi incubi sono meno frequenti.

- Fantastico - commentò, porgendomi il mio caffé. - Odio quando litigate. Diventate tristi entrambi.

- Sì - confermai, sospirando. - É orribile quando litighiamo, ma di soliti facciamo pace presto. Ora devo andare a portare fuori Tommy.

- Vai - mi disse lei, sorridendo - Altrimenti scoppia, povero cagnolino.

Così portai fuori Tommy e poi tornai a casa, lo lasciai lì, gli diedi da mangiare e scappai di nuovo a lavoro. Lavorai fino alle due poi tornai a casa.

Feci un po' di faccende, poi portai di nuovo Tommy fuori. Ci stetti per una buona ora. Mi ero portata un libro per passare il tempo, poi una coppia si sedette nella panchina accanto alla mia.

Lei si sedette su di lui e gli diede un bacio, mentre lui le circondò la vita con un braccio. Li guardai per un po', perché mi ricordavano me e Percy. Avrei voluto che fosse lì con me, ma sapevo che stava lavorando.

Senza Te Non VivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora