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Durante la pausa pranzo, andai da Starbucks per un caffé. Quando arrivò il mio turno, salutai Malia con un sorriso.

- Ehi, Mal - la salutai, mentre lei mi preparava il mio solito caffé. Dato che Piper era tornata a casa, avevamo deciso che sarebbe stata lei a portare fuori Tommy durante la pausa pranzo. - Come va?

- Bene - rispose, porgendomi il mio caffé. Cercai i soldi nel portafoglio, poi lei mi fissò per qualche secondo. - Tu e Piper?

- Come al solito - mi limitai a dire, senza scendere in particolari. - Non mi avevi parlato di quel nostro vecchio collega che ti piaceva?

- Oh, sì! - esclamò, dandomi il resto. - Mi ha chiesto di uscire proprio ieri. Indovina cosa ho risposto?

Ci pensai per qualche secondo, sorridendo e iniziando a bere il mio caffé. - Gli hai dato un due di picche?

- Esatto - rispose, con un'espressione soddisfatta. Mi diede una pacca sulla spalla. - Voglio farmi desiderare.

- Brava ragazza - le dissi, poi salutarla e andare a sedermi ad uno dei tavoli. Ne scelsi uno accanto alla finestra e bevvi lentamente il mio caffé.

Pensai a di tutto e di più, mordicchiando la cannuccia e mangiando il mio panino al prosciutto. Controllai i messaggi, tenendomi la testa con una mano.

Negli ultimi mesi, i ragazzi si erano fatti sentire poco, ma forse ero anche io che tendevo ad allontanarli. Avevo passato un periodo veramente orribile.

I primi tempi avevo Tommy e Jack a farmi compagnia e a ricordarmi che piangere non serviva a nulla. Ultimamente le cose con Piper erano migliorate. Eravamo tornati insieme e stavamo provando a ricominciare, nonostante per me fosse difficile.

Come se non bastasse, gli incubi erano tornati a tormentarmi. Purtroppo non erano ricordi, come la guerra o la morte di mia madre, ma vedevo loro due, Piper e Kyle, mentre se la spassavano alle mie spalle.

Certo, non l'avevo mai detto a nessuno, ovviamente. Me ne vergognavo molto. Piper cercava di tranquillizzarmi quando mi svegliavo nel bel mezzo della notte con il cuore a mille e le lacrime agli occhi.

Essere di nuovo insieme era fantastico. Finalmente non sentivo più quel vuoto nel petto che sentivo dopo che scoprissi tutto. Ma certe volte mi sentivo come se fingessi, anche se probabilmente non era nemmeno così.

Mi dissi di smetterla di pensarci, così mandai un messaggio a Leo per distrarmi. Era venuto a casa mia due o tre volte negli ultimi tre mesi e sapeva tutto, anche se l'avevo pregato di mantenere il segreto.

Non sapevo esattamente quale fosse il motivo, ma non volevo che gli altri sapessero cosa Piper mi aveva fatto. In un certo senso, era come se mi vergognassi e molto probabilmente era così.

Leo mi rispose, distogliendomi dai miei pensieri. "Ehi" mi aveva scritto. "Ti sei rifatto vivo, amico".

"Ho avuto da fare" gli risposi, cercando di non pensare all'ultima volta che ci avevo parlato di persona. Era venuto a casa mia e nonostante sapesse che Piper non c'era perché l'avevo mandata via, aveva insistito nel saperlo.

- Mi ha tradito - avevo risposto io, cercando di trattenere le lacrime che insistevano per uscire. - Contento adesso?

Lui mi aveva guardato e non aveva detto una parola, si era solo limitato a cercare di evitare l'argomento, capendo che per me era orribile parlarne.

Da allora non ne avevamo ancora riparlato, ma non gli avevo ancora detto che eravamo tornati insieme. "Come stai?" mi chiese. "Ti senti meglio?"

"Molto meglio" risposi, trattenendo un sorriso mentre immaginavo che faccia avrebbe fatto. "Siamo tornati insieme".

Senza Te Non VivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora