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"Stavo combattendo in un vicolo contro in segugio infernale. Tenevo stretto il mio pugnale, Katoptris.

Era sera, e la strada era illuminata solo dalla luce fioca dei lampioni. Il mostro fece un balzo verso di me. Urlai, ma riuscii a spostarmi in tempo.

Balzai all'indietro, ma mi ritrovai con le spalle al muro. Il mostro cercò di afferrarmi con gli artigli, ma mi gettai a sinistra all'ultimo minuto.

Percy, che era alle prese con un altro mostro, gridò di dolore. - Ahi! Bastardo!

Si mosse alla velocità della luce, con qualche gemito, e sferrò un fendente al mostro, ma riuscì solo a fargli una piccola ferita sul collo. Percy aveva il fiatone, e sembrava stanco morto.

Lanciò occhiata al segugio infernale e gridò: - Pip, attenta!

Feci appena in tempo a buttarmi a terra, che il mostro Serrò la mascella proprio dov'ero prima. Mi permessi un sospiro di sollievo e corsi per qualche metro.

Percy gridò ancora  di dolore, ma non riuscivo a vederlo, dato che era fuori dalla mia visuale. - Percy! - gridai, terrorizzata per lui. Sperai che non fosse successo il peggio. Ma in quel momento anche la mia vita era in pericolo: il segugio infernale stava ancora cercando di mangiarmi per cena.

Mi faceva male tutto e il petto era in fiamme. Il cuore mi batteva a mille e avevo il respiro corto. Il pensiero che fosse successo il peggio al mio Percy mi soffocava.

Mi riparai in un altro vicolo, pronta ad attaccarlo di sorpresa. Quando mi arrivo vicino, gli sferrai una pugnalata al collo. Il mostro guaì, ma io continuai ad affondare il coltello finché non evaporò il polvere dorata.

Mi misi una mano sul petto, crollando a sedere contro un muro. Presi fiato e mi asciugai il sudore. Rimasi così per qualche secondo, poi mi ripresi.

In quel momento, un urlo squarciò l'aria. Sentì una fitta al cuore. "Percy" pensai. "Santi numi... Ti prego..."

Corsi il più velocemente possibile da dove ero venuta, col cuore a mille e le lacrime agli occhi. - Percy! - gridai, con tutto il fiato che avevo in gola.

Arrivai nel vicolo di prima, e quello che vidi mi fece cadere il mondo addosso. Percy giaceva  sdraiato a terra, con una mano sul petto. Avvicinandomi,vidi che respirava a fatica. - Percy! - urlai di nuovo, solo che adesso le lacrime mi rigavano le guance.

Singhiozzai, in preda al panico. La spada giaceva a terra al suo fianco. Quando lo raggiunsi, stavo già piangendo come una fontana. Lui non rispondeva.

Mi inginocchiai al suo fianco, col cuore a mille. No, non potevo averlo perso. Gli toccai il petto per sgrullarlo, ma lui gridò di dolore. - Pip... - sussurrò, con la voce roca.

- Percy... - gli toccai di nuovo il petto e mi accorsi che era pieno di un liquido viscoso, rosso. "Sangue..." pensai. "No, no..."

Lui allungò una mano per arrivare alla mia, sul suo letto. - Pip... - sussurrò, con la voce piena di dolore. - Vattene, potrebbero tornare.

- No! - ribattei io, fissando il suo sangue sulle mie mani. Sgorgava a fiumi. Gli accarezzai una guancia, anche se le mie mani erano piene di sangue. Il suo sangue. - Io non ti lascio qui a morire dissanguato. - mi infilai una mano in tasca e tirai fuori un po' di ambrosia. - Tieni, mangia.

- No - si oppose lui. Tossì sangue. - La ferita é troppo grave. - trasalì. - É arrivato il mio momento. Ti amo, Pip. Dì ad Arianna che le voglio bene. Mi dispiace...

Senza Te Non VivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora