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Quella mattina mi svegliai a causa di un raggio di sole un po' troppo intenso. Aprii gli occhi, ancora un po' intontito dal sonno. La luce mi abbaglio per qualche secondo, poi i miei occhi si abituarono alla luce.

La mia Piper dormiva tranquilla accanto a me, con i capelli scompigliati e un'espressione adorabile. Tommy dormiva tra noi, Piper lo abbracciava come se fosse un orsacchiotto.

Emise un leggero sbuffo, e non poi fare a meno di sorridere. Era così carina: sapeva passare da bomba sexy a bambina adorabile in pochi secondi. Indossava il suo pigiama rosa con gli unicorni, che la facevano sembrare una bambina troppo cresciuta.

Mugugno un po', accoccolandosi a me come facevano i nostri figli. Le diedi un bacio sulla testa e lanciai un'occhiata all'orologio: erano le sette, la sveglia avrebbe suonato nel giro di pochi secondi.

Infatti, appena lo pensai, cominciò a suonare. Mi affrettai a spegnerla, ma non riuscii a impedire che svegliasse la mia bellissima Piper. Lei mugugno un po', aggrottando la fronte e strusciando il viso contro il mio petto.

- Amore? - mi chiamò, con la voce impastata dal sonno. Mi posò una mano in corrispondenza del cuore, socchiudendo un po' gli occhi. Mi guardò con i suoi adorabili occhioni marroni, anche se erano solo due fessure un po' nascoste delle sue lunghe ciglia scure.

- Ehi, piccola, buongiorno - la salutai, scostandole i capelli che le ricadevano sul viso. Sorrisi perché mi aveva chiamato "amore". Lo faceva da quando eravamo tornati insieme dopo che mi aveva tradito e mi faceva sempre piacere quando mi chiamava così.

Lei mi sorrise, spingendo il petto in fuori mentre si stiracchiava. - Buongiorno, amore mio - mi rispose, rilassandosi di nuovo mentre mi guardava con i suoi occhioni marroni. - É già ora di alzarsi?

- Sì, piccola, ma se vuoi dormire posso portarti la colazione a letto - proposi, mentre lei su rannicchiava di nuovo nel letto, assonnata. Mi rivolse un sorriso gentile, poi mi diede un dolce bacio sulle labbra.

- No - rispose, prendendomi una mano mentre mi mettevo a sedere. - Tu pensa a prepararti per il lavoro, io penso al resto. Sono io la donna, qui. É compito mio badare alla casa.

Le sorrisi, poi le lasciai un dolce bacio sulle labbra e andai in bagno, mentre lei si alzava e mi sorrideva. Mi lavai la faccia e mi feci la barba, poi uscii dal bagno e mi vestii. Quando uscii dalla nostra camera indossando una semplice felpa blu e dei jeans, Piper stava canticchiando davanti ai fornelli.

- Cosa fai per colazione, principessa? - le chiesi, abbracciandola da dietro. La sentì rilassarsi contro di me e sospirare, poi rigiro qualcosa nella padella.

- I pancake blu, quelli che piacciono tanto sia a te che ai nostri bellissimi bambini - mi rispose, girandosi verso di me e allacciandomi le braccia al collo. Mi sorrise e mi baciò con amore sulle labbra. - Ti amo.

Erano passati pochi giorni dal compleanno dei bambini e quel giorno i bambini ci avevano chiesto un fratellino o una sorellina. Anche Piper mi aveva detto che se fosse rimasta incinta di nuovo le sarebbe dispiaciuto.

Mi baciò di nuovo, alzandosi sulle punte. - Puoi andare a svegliare i diavoletti? I pancake sono quasi pronto - mi chiese, lanciando un'occhiata al corridoio.

Le risposi con un bacio veloce sulle labbra. - Certo - così mi diressi verso la camera dei bambini. Quando oltrepassati la soglia, i miei piccoli dormivano nei loro rispettivi letti, stringendo i loro peluche tra le braccia.

Mi sedetti sul letto accanto al mio Michael, che dormiva rannicchiato al peluche come facevo io da bambino. - Michael, ometto - gli dissi, sgrullandolo leggermente. Lui aprii leggermente gli occhi, ancora assonnato.

Senza Te Non VivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora