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Poco dopo che Percy fu tornato dalla palestra e si fu fatto una doccia, successe una cosa strana.

Come al solito si sedette sul divano, con i suoi amati manga. E io, altrettanto solitamente, mi sedetti accanto a lui. Lo guardai per un po', poi mi misi a leggere Colpa delle stelle. Era uno dei miei libri preferiti. Lo leggevo quali si ogni sera.

Poi dopo aver letto un quarto del libro, mi stancai di leggere e chiusi il libro. Guardai Percy, che stava ancora leggendo il suo manga. Sembrava distratto, però. Aveva una strana luce negli occhi. Cercai di capire cosa fosse, ma non ci riuscii, perciò lasciai perdere e poggiai la testa sulla sua spalla. Di solito, lui mi cingeva le spalle con un braccio.

Quella volta, però, non lo fece.

Ebbi un brutto presentimento, ma cercai di ignorarlo. Insomma, forse era molto preso da quello che stava leggendo. Non c'era da preoccuparsi.
- Che manga é? - chiesi, cercando di ottenere la sua attenzione.

Non funzionò. Non mi degnò di uno sguardo, e questo mi diede molto fastidio. Stranamente, peró, rispose. - Tokyo Ghoul.

Riabbassò lo sguardo sul manga e continuò ad ignorarmi, anche se mi accorsi che stava facendo finta. Mi arrabbiai, stranamente, di solito ero molto calma. Soprattutto in quel periodo, in cui lui era particolarmente sensibile ed emotivo.

- Percy - gli presi il mento tra le dita, per obbligarlo a guardarmi negli occhi, ma lui schiaffeggiò via la mia mano.

C'era qualcosa che non andava, era ovvio. Rifiutava di incontrare il mio sguardo, nascondeva qualcosa. Nonostante fosse un bravissimo bugiardo, io me ne accorgevo sempre quando c'era qualcosa di strano. - C'è qualcosa che dovrei sapere? - gli domandai, cercando di rimanere calma.

- No - rispose freddo, distogliendo lo sguardo dal mio. Rimasi per un attimo interdetta. Lui non parlava mai con quel tono, a parte quando stava male. Quando si sforzava di mantenere la voce ferma.

- Posso aiutarti in qualche modo? - domandai di nuovo, accarezzandogli una guancia. Notai che aveva gli occhi bagnati dalle lacrime.

- No - ripeté, con lo stesso tono. Riuscii per un attimo ad intercettare il suo sguardo. I suoi occhi erano scuri, ancora. Okay, c'era decisamente qualcosa che non andava.

Gli tolsi il libro di mano e lo lanciai dall'altra parte del divano. - Percy - dissi, seria come non mai. - C'é qualcosa che non va?

- No!- sbottò. - Cavolo, Pip! Lasciami in pace, sono solo nervoso! É così strano? - si alzò in piedi e riprese il manga e si chiuse in camera. Mi precipitai a raggiungerlo, ma la porta era chiusa a chiave. Sospirai, cercando di non piangere.

Mi passai la mano tra i capelli tirandomeli indietro. Aspettai qualche minuto prima di bussare. - Percy? - lo chiamai, da dietro la porta. La mia voce era più dolce adesso. - Stai bene?

Non rispose subito. Dalla stanza non proveniva alcun suono. - No - rispose, con la voce leggermente incrinata. Il mio cuore perse un battito: stava davvero così tanto male da piangere? - Non sto per niente bene.

- Percy - richiamai, preoccupata. -Fammi entrare.

- Lasciami solo. - disse lui.
Iniziavo veramente ad arrabbiarmi. Non aveva mai fatto così. - Percy, cazzo, fammi entrare. Perché non vuoi parlarmi? Ti ho fatto arrabbiare? - gli chiesi, posando la fronte sulla porta, tirando su col naso. Trattenni un singhiozzo.

Non rispose. E io persi la pazienza. - Percy, cazzo, dimmi cos'è successo! Sto seriamente perdendo la pazienza. Se non me lo dici subito niente sesso per un mese! - lo sentii sbuffare attraverso la porta. - Sai che me ne importa, in questo momento.

Senza Te Non VivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora