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- Percy - tutto il dolore si trasformò in rabbia. - Perché non vuoi tornare con me?! Di che cosa hai tanta paura?

Lui abbassò lo sguardo, ma notai comunque le lacrime che gli scendevano lungo le guance. - Ho paura che succeda di nuovo okay? Non ho la minima intenzione di diventare geloso come Annabeth!- ammise, con la voce incrinata.

Sentirlo sul piangere mi fece tornare in me, facendo scemare la rabbia. Vedere il ragazzo che amavo (e amo ancora) piangere per colpa mia mi fece sentire una persona orribile, un mostro. Incontrai i suoi occhi e non vidi quello che mi aspettavo. Non erano chiari, luminosi, erano scuri, tempestosi. La sua espressione era triste come non lo era mai stata. Nei suoi occhi c'era un dolore sordo, ma che sicuramente non riusciva a sopportare. La sua espressione mi ricordava il vetro, sul punto di infrangersi da un momento all'altro.

Fu una pugnalata.

Cercai di avvicinarmi a lui, ma come ogni persona di questo mondo, quando si é sul punto di crollare, lui mi allontanò.

Presi un bel respiro, dovevo sistemare le cose. Sia per me che per lui. - Non succederà di nuovo. Lo giuro sullo Stige.

Un tuono risuonò nel cielo. Il giuramento sullo Stige era il più serio di tutti. Lui alzò gli occhi, ormai verde scuro, nei miei. Durò solo pochi secondi ma sembrò un'eternità. Eravamo solo noi. Terra e Mare. Tenuti insieme dall'attrazione dell'uno verso l'altro. Non lo avrei lasciato andare così facilmente.

Era tutta colpa mia. Tutto il dolore che stavamo provando era colpa mia. La colpa di non essere stata fedele. Di averlo tradito con un ragazzo che non valeva nemmeno un granello di polvere in confronto a lui. La colpa di averlo fatto soffrire come nessuno aveva mai avuto il coraggio di fare.

Ero una stupida, una bugiarda, una traditrice.

Mi promisi che, se fossimo tornati insieme, non avrei permesso a nessuno di allontanarci. Nemmeno se si fosse presentato il dio più antico e potente di tutti a ordinarci di farlo.
Non ce la facevo più a stargli lontano. Da quando non c'era più il suo sorriso a darmi la carica per la giornata, ero praticamente un fantasma. Non sorridevo più, al massimo sorrisi finti. Non dormivo senza di lui che mi stringeva tra le sue braccia, o anche solo mi dormiva vicino. Mangiavo il minimo indispensabile e avevo continui incubi.

Ogni giorno che passavo senza lui cercavo di convincermi che l'avrei riconquistato, che lui sarebbe tornato da me, che quell'incubo ad occhi aperti sarebbe finito. Ogni giorno queste speranze si affievolivano, ma lo amavo troppo per arrendermi.
Il mio cuore era suo. Lo era dalla prima volta che l'avevo visto, che avevo incrociato il mio sguardo col suo, dal nostro primo bacio e dalla nostra prima volta. Gli avevo donato tutto di me. Lui aveva la mia anima, il mio cuore e il mio corpo.

Lo amavo. Amavo tutto di lui. Ogni centimetro, ogni sfumatura del suo carattere. - Percy, lo so che non ti fidi più di me e che non vorresti nemmeno più vedermi. Ma lo sai che mi ami come io amo te. Come tu non riesci a fidarti di me io non riesco a stare senza di te. Percy, io ti amo. Più di ogni altra cosa.- lo guardai negli occhi ed erano pieni di lacrime.

Si stava sforzando di non crollare, di non lasciarle andare. Le stava ricacciando indietro. Nei suoi occhi c'erano dolore, delusione e rabbia, ma vidi anche i muri che si era creato negli ultimi tre mesi cominciare a sgretolarsi. Lui era ancora titubante, ma dovevo tentare.

Era la mia unica possibilità per essere di nuovo felice. - Mi manchi - aggiunsi, con la voce incrinata. - Mi manca sentire il tuo profumo di mare per la casa, mi manca accoccolarmi a te quando vediamo un film alla tivù, mi manca andare fuori di testa quando ti vedo senza maglietta, mi manca litigare con te su chi deve alzarsi dal divano per prendere il telecomando, mi manca fare l'amore con te e baciarti dappertutto. Mi mancano addirittura le nostre litigate giornaliere!

Senza Te Non VivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora