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Nonostante fossero ancora le dieci del mattino, quel giorno Central Park e era pieno di gente. Era una calda giornata della prima settimana di giugno ed era sabato, quindi molte famiglie ne avevano approfittato per venire a fare un picnic nell'area verde più grande di New York.

Mi sedette su una panchina ad aspettare Malia e mi appoggiai allo schienale respirando l'aria di uno dei pochi angoli verdi di New York. Guardai la famiglia che sedeva su una tovaglia sull'erba verde di Central Park. La madre il padre ridevano di una stupidaggine che aveva fatto il figlio più piccolo, un bambino con i capelli neri e gli occhi castani. Il padre accarezzò la testa al figlio e gli baciò la testa.

Sospirai, pensando a come avrebbe potuto essere avere un figlio con Percy. Lui non ci sperava nemmeno, a quanto ne sapevo. Sapeva che sarebbe morto giovane, anche se vedevo come guardava i bambini. Lo avrebbe voluto tanto. Io sicuramente avrei voluto dei figli e avrei davvero voluto che fosse lui il padre dei miei figli. Non mi sarei mai immaginata con qualcun altro.

Avrei voluto dargli dei figli, dargli la famiglia che aveva perso. Avrei voluto fare parte della sua famiglia. Poi, adoravo i bambini. Avrei voluto diventare mamma un giorno. Sarebbe stato fantastico.
I miei pensieri furono interrotti da Malia che si sedeva accanto a me. Indossava un vestito lungo fino alle ginocchia, verde bottiglia, che le stava veramente bene. Io avevo indossato una maglietta azzurra con una gonna di jeans a metà coscia. Non avevo le calze perché faceva caldo e come scarpe avevo avevo delle semplici sneakers.

- Bella giornata, eh? - notò Malia. - Come va la vita, Pip? Ti stai riprendendo?

- Mal, sono la ragazza più felice al mondo! - esclamai, abbracciandola al settimo cielo. - Ti ricordi che ieri dovevo andare a prendere le mie cose da Percy?

Lei annuì, stringendo il cellulare nella mano. - Sì. Cos'è successo? L'avete fatto per l'ultima volta?

- Anche meglio! - esclamai, al settimo cielo. - Siamo tornati insieme! Non posso crederci, ma é così! Mi sembra di star sognando!

- Santi numi, Pip! - mi abbracciò a sua volta. - É fantastico! Lo sapevo che sareste tornati insieme prima o poi! Come avete fatto?

- Allora - comiciai, con un sorriso a trentadue denti. - Sono andata lì, ho cercato di farlo tornare con me, ma non ne ha voluto sapere, all'inizio. Poi mi sono arrabbiata, gli ho chiesto di cosa aveva paura, lui mi ha risposto. Io ho giurato sullo Stige che non l'avrei mai tradito di nuovo. L'ho baciato, e contrariamente a questo mi aspettavo lui ha risposto. Cercava disperatamente di alleviare il dolore. P-poi abbiamo fatto l'amore - non so perché ma scoppiai a piangere, forse ricordando il dolore che avevo provato dopo. - pensavo sarebbe stata l'ultima volta. Lui stava per mandarmi via, come se farlo un ultima volta fosse un addio. Santi numi, come faceva male!

Piansi un po', poi ripresi. - Lui mi ha detto che avrebbe provato a fidarsi di nuovo di me e che avrebbe provato a perdonarmi. - sorrisi.

- È fantastico, ma lui come sta? - domandò Malia. Gli voleva molto bene, come se fosse un fratello. Odiava vederlo stare male.

Una fitta al petto mi colse di sorpresa, ma incassai il colpo in silenzio. I sensi di colpa erano fortissimi. Ricordai come piangeva, la notte prima. - Sta male. - risposi sincera. - Molto male. Ieri ha pianto. Con lui l'ho fatto anche io e ho buttato tutto fuori. Era una tortura vederlo soffrire così. Mi ha detto che Kyle lo prende in giro di continuo.

- Sì - ammise lei. Poi scosse la testa. - Non te l'ho detto, ma viene ogni giorno lì durante la pausa pranzo di Percy e lo tortura psicologicamente. Dice quanto ti piaceva e come fossi felice di mandare tutto a l'aria. Lui sopporta in silenzio, ma mi viene da strangolarlo ogni volta che lo vedo. - strinse i pugni. - Perché si diverte così a tanto a vederlo soffrire?

Senza Te Non VivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora