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Fui svegliata da Percy che si agitava nel letto. Aprii gli occhi lentamente, ancora assonnata, poi Percy iniziò e boccheggiare e mi tirai subito a sedere, col cuore che batteva a mille.

- Percy - lo chiamai sgrullandolo, col cuore in gola. Lui continuò a muoversi e ad agitarsi, ma non aprì gli occhi. - Percy! - lo sgrullai più forte, ma lui si agitò ancora di più. Il suo petto si alzava e si abbassava velocemente e aveva un'espressione impaurita, come se volesse urlare ma non avesse voce. - Percy, svegliati!

Emotiva com'ero, le lacrime mi stavano già rigando le guance. Aveva avuto altri incubi di questo genere da quando aveva parlato della sua infanzia sotto le violenze di Gabe.

- Lasciami... - gemette, singhiozzando e rannicchiandosi su sé stesso. Le lacrime gli rigano le guance e il mio cuore andò fuoco. Percy gridò e mi sembrò il grido più orribile che avessi mai sentito. - ... Ti prego... - implorò, con un filo di voce.

Lo sgrullai più forte, ma non riuscì a uscire da quel ricordo orribile. Tommy saltò sul letto e cercò di aiutarmi leccandolo sulla faccia, ma lui si coprì la testa con il lenzuolo.

Il mio cuore batteva a mille. Dovevo trovare il modo di svegliarlo, ma non ne voleva sapere. - Percy, tesoro - lo implorai, sgrullandolo ancora. Gli posai una mano sul cuore, poi lo baciai sulla guancia. - Svegliati, non é reale!

Lui continuò a piangere e a dimenarsi, come un bambino che cerca di scappare da qualcuno di malvagio. - Lasciami! - gridò stavolta, dimenandosi a più non posso. Provai una fitta al cuore, e singhiozzai. Lui singhiozzò a sua volta, mentre le lacrime gli inodavano le guance.

Mi posai una mano sulla pancia, tirandomi in ginocchio in ginocchio. Gli presi la testa tra le mani, poi lo baciai sulle labbra singhiozzando. Lui si agitò ancora un po', ma poi si rilasso e aprì gli occhi, ansimando. Piangeva ancora quando ci staccammo, ma non ci feci troppo caso.

Lo abbracciai e lo strinsi forte a me. - Santi numi, é stato orribile! - singhiozzai accarezzandogli i capelli. Era ancora così scosso che continuava a singhiozzare, stringendomi a sé disperatamente. - Non riuscivo a svegliarti, stavi gridando, piangevi disperato e non sapevo cosa fare!

Percy rimase in silenzio e si asciugò le lacrime con il dorso della mano. Tirò su col naso. - Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere. - si scusò, abbassando lo sguardo. - È la terza volta da quando ne ho parlato con le ragazze che sogno quell'inferno.

- Oh, sta tranquillo, amore mio - lo consolai. Mi sdraiai a pancia in su, facendogli segno di posare la testa sul mio seno, in modo che potesse calmarsi. Lui seguì il mio consiglio e si accoccolò a me, posando una mano sulla mia pancia. - Cerca solo di calmarti adesso, stai piangendo come un bambino.

Fece per asciugarsi le lacrime, ma stavolta fui io a farlo, accarezzandogli le guance. Lui chiuse gli occhi e seppellì la faccia nella mia maglietta. Passò qualche minuto di silenzio, poi lui disse: - Ti amo.

- Oh, amore, ti amo anch'io - ricambiai, sorridendo mentre gli passavo una mano nei capelli. Mi posai l'altra mano sulla pancia. - I bambini quando cominciano a scalciare?

Lui si strinse nelle spalle sorridendo al pensiero dei bambini. Mi posò una mano sulla pancia. - Non lo so, principessa. - ammise, infilando la mano sotto la mia maglietta per accarezzarlo la pancia. - Ma non vedo l'ora di sapere se saranno veramente maschio e femmina. Chissà se la femminuccia verrà adorabile come te.
- E il maschietto verrà carino e fantastico come te. - continuai, accarezzandogli un guancia ancora bagnata. - Sei così coccolone, ultimamente! Sembra quasi che sia diventato tu il bambino. Non mi dispiace, ma come mai?

Lui si strinse nelle spalle inspirando e chiudendo gli occhi sul mio petto. - Non lo so, Pip. - ammise, accarezzandomi la pancia ormai evidente da sotto la maglietta. - Mi piace starti così vicino, sentire il tuo profumo. Abbiamo passato un periodo orribile, mi godo la tranquillità.

Senza Te Non VivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora