3. Testa alta, occhi aperti e gambe rigide

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Oggi è il gran giorno. Torno a scuola.
Stranamente stamattina mi sono svegliata prima della sveglia. Sono le 7:20 e io sono già pronta. Mi sono messa dei jeans scuri a vita alta e un felpa grigia con la scritta Faboulus in arancione e le mie amate Vans nere. Ho stirato i miei lunghi capelli marroni e ho messo un po' di mascara. Oggi sono meno brutta del solito.

Mi guardo allo specchio e sono fiera del mio look, dopo averlo cambiato tipo 7 volte. Sono una ragazza ordinaria, oggettivamente carina ma non troppo. Sono... decente. Anche se Julie dice che sono meravigliosa, io non le credo, lo dice solo perché è mia amica. Lei si che è una ragazza bellissima, è magra, bionda, ha gli occhi grandi e marroni. Molti ragazzi la notano ed è sempre invitata alle feste dei ragazzi popolari ma a lei non piace andarci.

Cioè, a me non piace andare alle feste e la maggior parte delle volte mi mettono nel dimenticatoio non invitandomi e lei non ci va per restare con me.

Esco di casa aspettando che mio fratello mi accompagni a scuola. Alla fine l'altro giorno non si è arrabbiato molto perché sapeva benissimo che non avevo fatto niente. Per non parlare della prima tappa della missione innamoramento pinguino. Non sapevo come entrare in casa per dare da mangiare al cane, così entrai dalla finestra lasciata aperta per far entrare un po' d'aria; poi le persone si lamentano di essere derubate: ci credo, loro lasciano tutte le vie aperte per far entrare i ladri! È come se mettessero un cartello con su scritto
-entrate pure, rubate ciò che volete-. Per fortuna ci ho pensato io a chiuderla.

In circa 10 minuti sono a scuola, saluto mio fratello che si dirige verso il suo gruppo di amici e mi siedo su un muretto mentre aspetto Julie.

Controllo Instangram. Nessuna notifica. Controllo WhatsApp. 2 notifiche. -Mamy: ricordati di fare benzina- -Mamy: scusa amore, era per Caleb-.
Wow, che vita sociale meravigliosa.

Mentre cazzeggio su Youtube mi si avvicina un ragazzo (molto carino). Mi vuole parlare. Panico. "Ehi ciao, sono una amico di Caleb Collins, lo conosci giusto? Sei venuta in macchina con lui?"

Se lo conosco? Ci facevo il bagnetto insieme e gli rubo i biscotti per colazione.

"Piacere mi chiamo Anita, ho 17 anni e 72 giorni. Odio le arancie e amo il bianco e i pinguini. Grazie per l'interessamento" forse è per questo che non ho amici. Il ragazzo mi guarda stranito ma poi ride. Io ero seria.

"Piacere mi chiamo Tommy. So che Caleb conosce Julie, per caso la conosci anche tu?" Ma che vuole questo dalla mia vita?!!
"Perché non l'hai chiesto a lui?" chiedo io.
"L'ho fatto ma mi ha detto esplicitamente che è off limits. Quindi dato che vi ho visti insieme qualche volta mi chiedevo se potevo uscire con voi..." ma che dice? Sono tornata una settimana fa e questo è il primo giorno che mi faccio vedere. Vuole solo arrivare a Julie.

"Come dice mio fratello, la mia migliore amica non è disponibile" salto giù dal muretto e vado verso Julie ferma all'entrata principale, senza nemmeno voltarmi per salutare il ragazzo.

Il resto della mattinata è passato velocemente. Ho avuto fortunatamente tutte le lezioni con Julie, ma i nostri armadietti sono lontani. Ho incontrato qualche mio vecchio compagno di quando facevo il primo anno, ma non mi hanno minimamente considerata. Forse non mi hanno riconosciuta. Dopotutto ho fatto solo i primi mesi, poi mi sono trasferita in California.

È l'ora di pranzo e sto aspettando al mio armadietto che Julie arrivi. Non sapendo che fare, ho aperto il mio armadietto e ho iniziato a fissarlo. È così... rettangolare. E monotono. Dovrei abbellirlo.

Stanca di aspettare lo chiudo e mi giro intenta ad andare verso l'armadietto di Julie ma mi scontro con un ragazzo e cado a terra. Tutte a me. Appena mi rendo conto di chi sia, sgrano gli occhi. Paul Folton è davanti a me, più bello che mai pronto ad aiutarmi. Alto, spalle larghe, capelli corti e neri. Era il primo della classe nel mio corso di biologia. Ricordo che insieme mandammo a fuoco il camice della professoressa. Che bei ricordi.

"C-ciao" balbetto mentre mi alzo velocemente da sola.
"Scusami, vado di fretta. Ehi, sei nuova? Non ti ho mai vista."

Come scusa? Mi stai prendendo in giro?

Non sapendo che dire mi volto e corro verso l'amadietto di Julie. Che figuraccia. Poteva essere un momento romantico: due vecchi compagni di classe che si rincontrano e diventano più che amici. Ma ovviamente è uno SNAM e lui non si ricorda di me. Che sfigata che sono.

Accompagnata dalla mia migliore amica, mi dirigo in mensa. Le racconto ciò che mi ha detto Paul e lei non ne sembra per niente sorpresa. Appena entriamo in mensa, molti si girano a guardarci e dopo un po' cala il silenzio. Nemmeno fosse entrata la Regina Elisabetta! Forza, continuate ad ignorarci!

Julie mi lancia un'occhiata scocciata e poi mi sussurra parole che solo lei può dire con tanta determinazione.

"Testa alta, occhi aperti e gambe rigide. Non lasciare che siano gli altri a mangiarti, non sei un budino che non è capace di reggersi in piedi". Sono le parole che ho continuato a ripeterle io per telefono ogni volta che aveva un brutto periodo o che voleva piangere, quando stavo in California. Dico tante parole ma poi sono la prima a farsi intimorire.

Ci avviamo velocemente verso il primo tavolo libero e iniziamo a parlare normalmente, ignorando gli sguardi degli altri.
"Julie, posso chiederti una cosa? Te le ricordi Marina e Clarissa? Dove sono finite?"
"Marina è a Parigi per uno scambio culturale, non si sa quando tornerà, mentre con Clarissa la situazione è..."
"Complicata?" continuo io.
"No, non è complicata. Io non le parlo e lei non mi parla. Fine."

Clarissa era la figlia di amici dei miei genitori, perciò spesso mi ci trovavo a cena insieme. È una ragazza molto carina e timida, ma non come me. Io sono un vulcano attivo che ha paura di esplodere davanti alla gente, perciò si finge spento. Solo con alcune persone mi apro e quando succede tiro fuori tutta me stessa. O tutto o niente. Invece lei è semplicemente timida, dopo qualche chiacchierata si rivela essere una ragazza buona e gentile. Spesso pranzava con me e Julie ma a quest'ultima non era proprio simpatica. Diceva che si fingeva un finto angelo e perciò non ci parlava mai. Ero io ad unirle e dal momento in cui me ne sono andata il loro fragile legame si è spezzato.

Mentre continuamo a parlare del più e del meno, si siede al nostro tavolo il ragazzo di stamattina. Credo si chiami Tommy.

"Ciao Anita. Non mi presenti la tua amica?" dice gurdando Julie. Che verme...

Tommy e Julie iniziano a parlare, o meglio, lui fa 3000 domande e lei risponde. Non sembra scocciata, forse le sta simpatico. Continuano a parlare senza rivolgermi nemmeno uno sguardo, ad un certo punto Tommy si è girato verso Julie, dandomi le spalle.

Cerco nello zaino il quaderno che mi serve per l'ora successiva ma non lo trovo. Mi alzo, saluto Julie e Tommy (senza ricevere risposta da quest'ultimo) e mi avvio verso l'armadietto. Forse l'ho lasciato lì.

Mentre cammino per il corridoio, vedo tante faccie conosciute. Incontro 3 miei vecchi compagni di classe, Kara Mood della squadra delle cheerleader, Luke Anderson e Jace Told della squadra di football e ancora, Noemi, Shawn, Drake, Toby, Kate e molti altri.

Ma nessuno mi saluta. Nessuno sembra ricordarsi di me.

Ehi ciao persone che non conosco! Volevo solo dirvi che questi primi capitoli sono di introduzione alla vera storia.

Anita aveva frequentato solo i primi mesi del primo anno e non parlava mai con gli altri. Possibile che nessuno si ricordi di lei?

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