18. Quindi ci sediamo sul pavimento

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Supero la staccionata che cade a pezzi e cammino per il vialetto contornato da erbe morte e fiori appassiti. Luglio apre la porta ed entro finalmente a casa sua.

"-Mio padre lavora, mia madre non vive con noi. Te l'ho già detto.-" non me lo aveva mai detto.

"-Hai una bella casa.-" cerco di rompere il ghiaccio, dato che Luglio ci ha provato ma ha fallito miseramente.

Si fa scappare una risata, non proprio divertita, forse... infastidita?
In realtà la sua casa è molto piccola, più piccola della mia. Ci saranno sei o sette stanze in totale, le scale che conducono al piano di sopra sono cigolanti e le pareti sono di un giallo sbiadito, vintage.

"-Perché hai voluto studiare da me?-" dice mentre butta la giacca sul divano, lasciando scoperte le sue braccia. Cazzo che muscoli.

Io arrosisco. Non voglio che pensi che voglio stare sola con lui.
"-Semplicemente non volevo studiare a scuola.-" nell'ora di punta in cui c'è la massima agglomerazione di ragazzi. Ma che sei pazzo??!

"-Casa tua?-"
"-Non è una buona idea.-"
"-Perché?-"
"-Mi piacciono tanto le persone che si fanno i cazzi loro...-" dico spontaneamente guardandomi intorno.

Anita questo non significa rompere il ghiaccio, comportati da persona normale!

"-Avanti, facciamo matematica.-" mi butto a peso morto sul divano turchese che vacilla e poi si sposta a destra. Credo che il divano abbia preso vita e mi voglia rapire.
"-Ma cosa..-"
"-Uno dei piolini era rotto, avevo messo un pezzo di legno per reggerlo ma evidentemente si è staccato quando ti sei seduta.-" si avvicina ad una panca accanto alla cucina da cui tira fuori una valigetta degli attrezzi. È un posto insolito dove metterli, forse vuole tenerli alla portata di mano perché capita spesso.

"-Siediti sulla poltrona perfavore.-" mi chiede in tono molto calmo ma senza guardarmi. Credo che si stia vergognando. Vado a sedermi sulla poltroncina ma mi sento scomoda.

E intanto lo ammiro mentre si siede sul pavimento e cerca di riparare il piolino del divano. A scuola è un tipo molto popolare, estroverso, solare e anche un po' montato, ma non avrei mai immaginato che è questa la sua realtà. Ero convinta fosse straricco.

Quando questa mattina mi ha chiesto di fissare la nostra prima ripetizione, sono andata nel panico.
Quando Julie mi ha detto che tutte le ragazze vorrebbero stare un pomeriggio da sole con lui sono andata nel panico.
Quando camminavamo da scuola verso casa sua insieme, sono andata nel panico.

Mi chiesi perché non mi aveva semplicemente detto dove era casa sua o perché non era passato a prendermi.

Ma adesso capisco perché non ha una macchina.

Mentre cerco di sistemarmi meglio, mi volto e vedo che una molla è saltata, intenta a colpire proprio il mio bel sedere. Certo che ho proprio una fortuna incredibile. Ma preferisco fare finta di niente, non voglio infierire.

"-Ascolta, la mia stanza è un po' disordinata...-" sembra davvero in imbarazzo, devo prendere io in mano la situazione, senza possibilmente rompere niente.

"-Tranquillo restiamo qua, si riesce perfettamente a studiare.-" prendo dal mio zaino alcuni libri e la calcolatrice, li apppoggio delicatamente sul tavolino di legno già storto di suo, distolgo lo sguardo solo per due secondi per chiudere lo zaino e sento un rumore che non vorrei sentire.

Guardo davanti a me e vedo un grande buco al centro del tavolino, i libri a terra. Oh porca puzzola.

"-Scusami tanto, i-io metto subito a posto, basta solo-" ed ecco che mentre cerco di prendere i libri da terra, per sbaglio spingo con il gomito una gamba e il tavolino crolla del tutto. Oh porca puzzola pt 2.

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