16. Timoty è un mostro reale e imbattibile

1K 69 39
                                    

Oh no. No no no. Mi sveglio e... ho ben tre Gini sulla fronte. Può voler dire solo una cosa.

Corri Anita, Run!

Rotolo giù dal letto alla velocità della luce, sbatto anche la testa al comodino ma adesso non importa.
Gattono verso la porta ma mi riesce difficile a causa della strana sensazione che provo.
Ciò non fa altro che aumentare le mie certezze che il fatidico giorno sia arrivato.

Inizio a correre per il corridoio e vedo Caleb entrare nel bagno. Lui deve essere mio.

Il bagno, non Caleb.

Mi butto letteralmente sulla porta che stava per essere chiusa, schiacciando mio fratello fra essa e il muro. "-Pericolo allagamento, il fiume sta straripando. Esci, ora. Get out!-" lo butto fuori ed è in quel momento che ne ho la certezza...

Ormai è giunta l'ora. Il giorno. Il momento.

Timoty è arrivato.
_____________________

"-Non mi toccare.-"

"-Si scusami. Vuoi tornare a casa con me? Se vuoi ti vengo a prendere.-" dice mio fratello mentre guarda dritto la strada.

"-Non mi parlare.-" chiudo gli occhi cercando di immaginare il mio letto.

Dopo qualche secondo di silenzio torna a parlarmi. "-Ma non eri tu quella che -Io non provo dolore quando ho le mie cose, è come se non ce l'avessi.-? Invece ora sembra che stai per morire.-"

"-Uno: chiamalo Timoty perfavore. Due: non-"

"-Ma poi perché Timoty? Che nome è?-"
"-Per parlarne in pubblico con le amiche in caso di emergenza, ogni ragazza lo chiama in codice, come Fernando, Fausto, Gilberto, Mar Rosso. Io e Julie lo chiamiamo così.-" mi ascolta attentamente. "-Se ad esempio senti una ragazza in corridoio che dice all'amica -Mi è venuto a trovare Gilberto- tu ragazzo ingenuo e superficiale non potresti mai immaginare a che cosa si riferisce.-"

Annuisce alquanto scettico. Hai ancora tanto da imparare fratellino.
"-Dunque stavo dicendo, due: non provo dolore fisico, ma più dolore mentale. Tu mi rendi isterica. Starò bene solo quando mi troverò a scuola con Julie, pronta a dirmi in qualsiasi momento se sono sporca oppure se-"

"-Basta basta, non voglio sapere più niente.-" alza una mano in segno di resa. Sapevo che così avrebbe chiuso l'argomento.

"-Ti sono mancata, eh?-" lo sfotto muovendo su e giù le sopracciglia.
Scuote la testa trattenendo una mezza risata.

"-Ti senti tutti i giorni con la mamma?-" guardo fuori al finestrino.
"-Non proprio. Diciamo che mi sento tutte le settimane. Perché?-"

Perché continua a non rispondermi ogni volta che la chiamo.
Perché anche se rispondesse non saprei cosa dirle.
Perché mi manca terribilmente.

"-Giusto per sapere.-"
_____________________

A mensa

"-Stupido zucchero.-" dice Julie risendendosi al tavolo, dopo aver buttato le patatine zuccherate nel cestino.

Stamattina all'entrata di scuola, Julie mi ha raccontato entusiasta dell'uscita con Alex. Mi ha detto due cose in croce, come "abbiamo parlato" e "abbiamo mangiato" seguite poi da "quanto era bello", "è perfetto", "era proprio figo mentre respirava". Quindi è vero, abbiamo parlato per circa dieci minuti ma alla fine mi ha ripetuto solo cose che già sapevo.

Oggi fortunatamente non si è formato il tavolo dei vip, sono sparpagliati un po' qua e un po' la per tutta la mensa.
"-Ma come si fa a confondere il sale con lo zucchero?-"
"-Parli proprio tu che mettesti il sale nel cappuccino.-" guarda sconsolata il mio piatto ancora pieno, non zuccherato, di patatine.
"-Ehi, io l'avevo fatto intenzionalmente. Volevo fare un esperimento, un assaggio culinario. I giudici di MasterChef sarebbero fieri di me.-" spingo il piatto verso di lei e si riaccende.

Read between the linesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora