6. Salvo le papere per hobby

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Anita's pov

Entro in casa. Prendo un sacchetto di patatine. Salgo le scale. Tolgo le scarpe. Prendo il computer. Mi butto sul letto. Sto tutta la notte a guardare Teen Wolf.
È la mia routine notturna.

Non voglio neanche pensare che idea si saranno fatti di me Tommy e l'altro ragazzo. Spero solo di non esser sembrata stralunata. Un bel ragazzo, alto, moro, occhi chiarissimi, mi stava prendendo in braccio e io gli tiro un cuscino in faccia e mi metto a urlare. Che figuraccia. Oh no, ci sto pensando!
Caccio un urlo e mi copro la faccia con il cuscino.

Sono già le 21:52, ho dormito parecchio. Prendo il telefono e controllo i messaggi. Niente. Decido di chiamare Julie ma non risponde. Mio fratello è andato in un locale con i suoi amici, probabilmente tornerà tardi.

Mentre guardo la sesta puntata, penso ad altro e non mi rendo conto di non aver seguito ciò che era successo, perciò lascio perdere e spengo il computer.
Mi stendo sul letto e decido di aprire Instangram. Ad un certo punto vedo un post di Clarissa postato da poco, dove dice di voler dare una festa e sotto ci sono 21 commenti, tutti che dicono di volerci andare. Adesso che ci penso, non ho ancora avuto la possibilità di parlarle da quando sono tornata. Me la ricordo come una ragazza timida, la vecchia Clarissa non avrebbe mai fatto una festa.
Ammetto che mi viene voglia di andarci, dopotutto sono sicura che sarà una festa tranquilla. Per fare qualcosa di diverso.

Ancora indecisa se postare un commento o no, sento il campanello suonare e vado ad aprire. Sarà Caleb, anche se lui non avrebbe suonato perché ha le chiavi.
Apro la porta e mi ritrovo Tommy davanti. Quasi mi spavento e lui mi guarda con il suo solito sorrisetto.

"Non dire niente, lo so di essere tremendamente sexy in pigiama versione nonna-style, struccata, con i capelli legati ma non avevo mica intenzione di andare ad un gala stasera."
Lui ride. "Questa Anita mi piace di più di quella che ho visto prima. Che ti è successo? Che cosa era quel -devo andare-?" dice facendo una vocina stridula e strane mosse con le braccia.
"Lascia perdere. Perché sei qui?"
"Ti volevo chiedere se domani fossi libera. Se vuoi andiamo... non so, al parco? Portiamo Enachi a fare un giro."
Io spalanco gli occhi. Perché mi ha chiesto di fare qualcosa insieme? Però adesso che ci penso è proprio questo che cercavo... qualcosa di diverso.

"Va bene. Domani. Alle 16:30" rispondo inizialmente titubante ma subito dopo il mio sguardo diventa deciso.
"Perfetto. Allora a domani" mi saluta con un cenno della mano e poi va via. Wow. Strano. È meglio che vada a dormire.
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Sono appena scesa dall'auto di mio fratello e sto andando all'entrata di scuola per aspettare Julie. E invece la vedo parlare poco più avanti con Paul. Lo stesso Paul con cui mi sono scontrata l'altro giorno. Dovrei avvicinarmi? Okay, mi faccio coraggio e vado.

Appena mi avvicino, Julie mi nota.
"Magari continuamo questo argomento un'altra volta Paul, ciao" e lo spinge leggermente per incoraggiarlo ad andarsene ma lui si gira verso di me.
"Ehi ciao, sei la ragazza nuova? Verrai alla festa di Clarissa? Sarà fantastica"
"CIAO Paul" dice con forza Julie e poi mi prende il braccio e mi trascina dentro la scuola.
"Stavate parlando della festa?" chiedo io confusa dal suo comportamento.
"Si ma non penso di andarci, stai tranquilla"
"In realtà io volevo andarci"
Sembra quasi che si sia strozzata, è divetata più pallida.
"Cosa? Dici davvero?" Urla lei con una luce negli occhi, prendendomi le mani.
"C-certo. Voglio cambiare routine. Fare nuove esperienze."
Conoscendo Clarissa sono sicura che sarà una festa tranquilla, spero. Però so che ci sarà Paul, quindi non credo di annoiarmi.
"Oddio, ci serve un vestito, dei tacchi, degli orecchini e una borsa. Ai capelli e al trucco ci penso io" mi dice euforica e inizia a saltellare e ad abbracciarmi. Dopo il suono della campanella mi saluta e corre dritta in classe continuando a saltellare. Spero solo non esageri, non voglio sembrare un pagliaccio. Non pensavo di fare così felice Julie con una semplice risposta.

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