45. Altro che dare aria, questo mi strozza.

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Anita's pov

Ieri sera abbiamo cenato. Nath cucina davvero bene. Come me.
Ma quando mai.
Shh.

Poi ho fatto una cosa stupida. Ho chiamato mamma che, ovviamente, non mi ha risposto e le ho lasciato un messaggio in segreteria dicendo che resta a casa un amico a dormire.

Si è precipitata qua.

Non tanto per controllarci, più perché era entusiasta che fosse qui, sembrava più di me.

Non vi dico quando l'ha visto poi, bello com'è.

Poi abbiamo visto un film, mia madre sulla poltrona lontana da noi per lasciarci un po' di spazio, e Nath dall'altra parte del divano perché insomma, c'è mia mamma.

Praticamente se l'avessimo visto in tre stanze diverse saremmo stati più vicini.

E c'era mamma che si lamentava e lanciava pop corn alla tv perché i poliziotti non erano credibili soprattutto quando dopo la sparatoria iniziavano tutti a correre come se non avessero il pancreas forato da un proiettile.

Sembrava me. O forse sono io che sembro lei.

Stavo fra mamma e Nath, e continuavo a mettermi i capelli dietro le orecchie. Forse ero un po' nervosa.

Fra mamma e Nathan.

Fra mamma. E Nath. Cioè.

Poi si era fatto tardissimo, mamma continuava a lavorare al computer seduta in cucina con i suoi occhialetti e la matita nei capelli che neanche Rachel della Casa di Carta, ma lo vedevo che stava lì a spiarci mentre davo a Nath la coperta e sistemavo i cuscini per farlo dormire sul divano.

Poi ci siamo dati la buonanotte stile bimbi scuola materna e sono salita in camera con un senso di irrequietezza incredibile. Giù in salotto c'era Nath che dormiva e mamma che lavorava. Non ci credo ancora.

Ed è per questo che alle 3 e mezza di notte mi sto alzando dal letto, mi affaccio alle scale e scendo qualche gradino col sedere come faccio la mattina e vedo che sta ancora là.
Beh certo, non è che si può alzare in piena notte e correre via. Però non si sa mai.

Sta ancora là... nel mio salotto. Eppure c'è qualcosa che non mi torna.
Vorrei non avere questo sesto senso, vorrei veramente accettare il fatto che sia venuto fino a qua solo per me. Ma è strano, anzi incredibile.

Sto cercando di convincermi che mi sottovaluto troppo e che è veramente lui quello nel mio salotto.

Lo guardo da vicino, è magnetico, senza rendermene conto mi ha portata a scendere le scale e venire qui, accovacciata davanti al divano, ha un braccio sotto al cuscino e la bocca aperta, con i capelli che gli vanno sul viso.

Ho sempre pensato, quando vedevo certe scene nei film, che fosse totalmente insensato spostare i capelli a chi dorme, voglio dire è giusto per avere la scena romantica così poi si sveglia e tutto il resto.

Ma ora non mi importa, glieli voglio spostare lo stesso e infatti apre gli occhi.

"-Ei...-" dice con la voce impastata un po' intontito, non si è spaventato nonostante mi abbia vista accovacciata tipo gnomo armato di ascia al buio.

Alza un braccio, apre la coperta facendomi segno di stendermi e anche se sto morendo dall'imbarazzo, mi fiondo subito.

E che so' scema.

Lui è di lato, dà le spalle allo schienale e io sono a pancia in su, con un suo braccio appoggiato allo stomaco, Nath continua a dormire, con la testa fra i miei capelli.

Ve lo giuro, ora vorrei solo godermi le farfalle che ho nello stomaco ma continuo a guardare il soffitto e a pensare.

"-Perché non dormi?-" mi dice sottovoce con gli occhi chiusi.
"-Non riesco a capire perché tu sia qui.-"
"-E dove dovrei dormire, a terra? Io volevo venire nel tuo letto ma c'era tua madre che-"
"-Non qui sul divano stupido-" gli tiro una gomitata.
"-Allora che?-"
"-Niente, dormi.-" mi metto a braccia conserte e chiudo gli occhi, lo fa anche lui.

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