19. Dannato numero e una parolina sottovalutata

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"-Pronto Nathan-"
"-Qui non c'è nessun Nathan. Credo che lei abbia sbagliato numero.-" la signora che ha risposto riattacca.

Vi spiego la situazione: devo avvisare quei due cocomeri che Kira si trova a casa mia ma a Tommy attacca la segreteria e Kira non ricorda i due ultimi numeri del numero telefonico di Nath, perciò io, da grande genio che sono, sto provando dei numeri a caso.

Fino ad adesso ho chiamato una lavanderia, un avvocato, una casa di riposo e la signora che ha appena riattaccato.

Dannato numero.

Provo ancora. Mentre squilla guardo Kira, a cui ho dato dei miei vestiti asciutti, rannicchiata sul divano con una tazza di cioccolata calda fumante. Sta lì ferma, assente, che guarda il vuoto; dopo il suo sfogo di prima si è ammutolita completamente, difficilmente mi sono fatta dire il numero di Nath.

Non ho osato chiederle cosa sia successo.

"-Polleria Poll&Polli, qui è Rob che parla. Vuole ordinare dei polli d'asporto?-"
"-Emh... no guardi, ho sbagliato numero.-"
"-La prego compra dei polli, la nostra attività sta andando in rovina e-" riattacco. Strano.

"-Ho appena chiamato un signore che cercava di rifilarmi disperatamente dei polli.-" dico in tono basso a Kira e lei fa una leggera risata, che cerca di nascondere. Sto cercando di alleggerire la situazione ma non è facile.

In effetti credo che Kira il numero lo sappia bene e che mi abbia detto di non ricordarlo solo perché non vuole affrontare suo fratello e suo cugino. Ma costringerla adesso non sarebbe la cosa migliore, dato che non vuole nemmeno parlare.

Provo un altro numero.
"-Pronto Nathan-"
"-Watashi wa kare ga machigatta bangō o motte iru to omou.-" riattacco. Era... era giapponese?

Sento le chiavi sbattere contro la porta. No Caleb, questo non è proprio il momento di tornare a casa.

Mi avvicino alla porta, ritrovandomelo davanti tutto bagnato per via della pioggia.
"-Mi vuoi dire dove cazzo sei stata eh?!-" urla così tanto da farmi voltare la testa.
"-Perché non mi avvisi? Ti ho chiamato tante volte, ma il tuo telefono continua ad essere occupato. Lo sai che ho dovuto lasciare tutto ciò che stavo facendo per venirti a cercare?-" con "tutto" intende Lena.
"-E non mi venire a dire che non eri da sola, perché ho chiamato Julie e ha detto che non eravate insieme e lo sappiamo bene che oltre lei tu non hai altri amici. Sei proprio impossibile, una piccola bastarda che pensa solo a sé!-" ed è proprio qui, in questo momento, che mi si sta spezzando un altro pezzo di cuore dedicato alla mia famiglia per la quarta volta.

Si è scaraventato su di me come un tornado farebbe su un campo di fiori. Ogni fiore è un minuscolo pezzettino del mio cuore e questo tornado troppe volte si è abbattuto sul mio campo. Di fiori ne sono rimasti davvero pochi.

La sua faccia è davvero vicina alla mia rivolta verso il pavimento. So che quello che sto per dire peggiorerà le cose, probabilmente sarà così arrabbiato con me da... che ne so, cacciarmi di casa. Ma è da quando sono tornata qui a Manhattan che lo penso ed ora non riesco più a trattenermi.

"-Ti stai comportando come lui.-" dico in un sussurro. E forse adesso sono proprio io ad offrire più vento a questo tornado, ma ormai i fiori se ne stanno andando uno ad uno e io non posso impedirlo.

Volto la mia faccia verso la sua.
"-Vedo in te la copia di... papà.-" ed è all'ultima parola che mi trema la voce, lui diventa tutto rosso, spalanca gli occhi e io invece li chiudo, perché la vedo la sua mano in aria pronta a colpire la mia faccia.

Ma non sento niente.

Lentamente riapro gli occhi e lo vedo che guarda dietro le mie spalle. Si volta ed esce di casa. Questa non è la reazione che mi aspettavo. In tutti i casi io adesso devo essere forte, devo continuare a cercare di aiutare Kira. Si. Quindi ora io devo solo... solo calmarmi e...

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