40. C'era meno acqua durante l'alluvione universale

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"-E quindi lui ti ha presa...-" Julie mima il tutto.
"-Si...-"
"-Ti ha stretta...-"

Mi compro gli occhi sorridendo per l'imbarazzo. "-No dai smettila.-"

"-E ti ha baciataaa.-" si butta sul letto e mi abbraccia.

"-E già.-" urlo felice.
"-Ascolta una cosa, ma... ne sei sicura?-" mi dice tutta seria.
"-Eh?-"
"-E se te lo fossi immaginato?-"
"-Lo trovi così strano?-"
"-No ma... non è che ti piace così tanto da essertelo immaginato?-"
La picchio con un cuscino. "-Ma ti pare?! Non mi chiamo Julie e lui non è Alex. Oppure non mi chiamo Tommy e lui non è Julie. No aspetta- così è strano.-"

Scherzo ma lei diventa un attimo seria. "-Alla fine gliel'ho detto. Che non voglio impegnarmi. Non l'ha presa bene.-"

"-Parli di Tommy?-" annuisce.
Lo so, le vorrei dire.
Ci abbiamo discusso, lui ha urlato, io ho pianto e gli ho detto che me ne andavo, le vorrei dire.
Ma volere una cosa a volte non basta.

"-Julie ma sono io che ti confondo?-" le chiedo.
"-In che senso?-"
"-Ti ho detto tutte quelle cose sull'essere prudente e di non ferirlo, che alla fine non vorrei essere diventata uno di quei grilli parlanti che ti rovinano il gioco.-"
"-Ma no...-"

E poi non dice più niente. Complimenti amica, convincente.

"-Mi sono intromessa troppo?-"
"-No ascolta-" si mette seduta a gambe incrociate accanto a me "-Forse se non ti avessi ascoltata sarei uscita con lui, dove sicuramente ci saremmo baciati. E non ti nego che se me lo avesse chiesto, ci saremmo fidanzati.-" ah ok, per farmi sentire meglio lei ha deciso di mettere il dito nella piaga.

"-Non fai prima a pugnalarmi? Mi uccideresti prima.-"

"-Fammi finire. Non so come sarebbe andata, ma so che lo avrei illuso mentre io stavo sotto a quel coglione.-"
"-Alex-occhiali-da-sole anche se fuori sembra la montagna del Nord di Frozen?-"
"-Si, non lo nominare.-"
"-Ok.-" chiudo la bocca.
"-Dicevo, lui sarebbe stato felice, io solo per qualche giorno e forse ora ci saremmo lasciati.-"

La guardo e la sto ammirando tanto. Mi riscalda il cuore che lei pensi queste cose.
"-Poi lui sarebbe stato triste...-" dico.
"-Io solo per qualche giorno.-" le prendo la mano e sorride.

Sapete, prima Julie non era così. Era una di loro.
Una di quei ragazzi-tipo, una qualunque. Lei però era la più intelligente. La più speciale. Almeno per me.

E io ero la più speciale per lei, una dei non-ragazzi-tipo. Ci miglioriamo a vicenda e di solito non ci mentiamo mai. Ed è per questo che lo devo fare. Ora.

So che lei capirà, lo so.

Mi vede strana e mi guarda meglio, con aria interrogativa.
"-Julie io me ne devo andare.-"

"-Okay. Ci vediamo stasera?-" si alza dal letto, prende la spazzola e si guarda i capelli allo specchio.

Me ne devo andare da Manhattan. Dillo. Avanti!
"-Allora?-" mi chiede e mi rendo conto di quanto sono caga-sotto.

"-SI! Si si ci vediamo stasera. Ciao.-"
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Non sono mai stata così confusa in vita mia. Mi sta scoppiando la testa.

Sono qui seduta all'isolotto della cucina che mi gratto la fronte sperando di arrivare al cervello.

Dopodomani ho il volo per Washington e due delle persone a cui voglio più bene non ne sanno niente.

Sbatto la testa sul tavolo varie volte e sorrido pensando a quello che ho appena detto.

Julie posso anche capirlo, non potrei vivere senza di lei ma ho davvero definito Nath così?

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