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-Coraline, forza! - La voce rassegnata della mamma cercava di incoraggiarla.

Coraline non si mosse, allora la madre entrò nella stanza.

-Piccola, ci vediamo ogni settimana, tranquilla.- Non era vero. Coraline sapeva che non era vero, lo leggeva nei suoi occhi.
Stranamente, era come se avesse un potere. Non lo aveva mai detto a nessuno, se non al suo elefantino, sicuramente nessuno le avrebbe creduto. Sapeva leggere nella mente delle persone, per quello era una bimba molto sveglia e intelligente. Sapeva che la madre non aveva idea di quando avrebbe potuto riabbracciare la piccola ma per non farla stare in pensiero le mostrava un fiducioso sorriso.
Allora la bimba decise di scendere solo per non complicare ancor più la situazione.

-Forza, andiamo tesoro, ti faremo conoscere i nostri due figli!- Sorrise nuovamente la signora un po' stramba.

-A presto, amore.- La madre le baciò la fronte, in quel bacio si sentiva tutta la tristezza e la paura che aveva.




Dopo ore di viaggio la bimba mise piede nella sua nuova casa, o meglio dire villa.
Si sistemò nella sua nuova stanzetta, rosa cipria con tutti i mobili uguali alle altre camere, era piuttosto noiosa.
Entrò una donna che non aveva mai visto in un abito nero e bianco, probabilmente lavorava per loro, poggiò degli abiti puliti sul letto e le rivolse un sorriso accogliente.

-Ciao tesoro, io mi occuperò di te. Ecco alcuni abiti puliti, lavo i tuoi attuali. Puoi andare nella sala, ti aspettano i due ragazzi.- A malincuore tolse la salopette ed il berretto e infilò quella specie di gonnellino bianco con una camicetta rosa, odio puro verso il rosa, non si sentiva affatto a suo agio, erano scomodi e stravaganti per lei, avrebbe preferito girovagare senza nulla.

-Sei una bellissima bambina, ora vai!- La portò nella sala dove la accolsero due ragazzi un po' più grandi di lei; Eric e Joel.
Eric aveva compiuto da poco quindici anni mentre Joel otto.
Il primo era non molto alto, un sorriso stampato in volto e ornato da lentiggini, mentre il secondo aveva due grandi occhi verde smeraldo che colpirono molto la bambina.

-Tu come ti chiami?- Disse il più piccolo.

-Coraline.- Era la prima volta che parlava con quella famiglia, anche molto distaccata, sentiva i pensieri dei due, erano straniti dal suo atteggiamento ed anche un po' turbati.
Joel prese le mani di Coraline e la portò in giardino dove giocarono all'altalena ed acchiapparella, mentre Eric stette per fatti suoi.
La bimba pensava di non abituarsi mai a quella nuova vita però con Joel cominciava a sentirsi a suo agio, sperando che la situazione non cambiasse in peggio.

Passarono gli anni, la bimba andò nella scuola del Sud Virginia e conobbe altre amiche, una in particolare, Melody, era molto legata a Coraline, la chiamava "Cara" come abbreviazione. Da allora Coraline si presentò a chiunque come "Cara", anche perché "Coraline" le faceva venire in mente la formalità di quella strana famiglia.

Arrivò il suo compleanno, i nuovi genitori stavano preparando una festicciola nel vasto giardino, con tanti di palloncini, animatori, tutte cose che prima poteva solo sognare.

-Tanti auguri a Cara, tanti auguri a te!!- In coro tutti I compagni di Cara, lei soffiò ed espresse il desiderio "voglio tornare dalla mamma" sperando che esso si avveri.
Erano passati cinque anni da quando non mise più piede in quella casa e la madre riuscì a venire a trovarla solo quattro volte in tutto quel lasso di tempo. Ma tanto Cara lo sapeva, percui non era così triste come immaginava.

Passeggiava nei corridoi di tanto in tanto solo per ascoltare il rumore dei passi che frantumava il silenzio, osservava i muri ornati da meravigliosi dipinti, molti erano di artisti famosi, chissà che fortuna.

-Tesoro, è pronta la merenda.- Invitò la cameriera a far sedere Coraline al vasto tavolo della sala, mentre poggiava un vassoio contenente del latte scremato, toast con burro e marmellata, un frutto di stagione.
Ad accompagnarla c'erano i fratelli, anche loro intenti nel consumare frettolosamente il cibo.

-Ho un'idea.- Eric richiamò l'attenzione dei fratellini.

-La settimana prossima partecipo ad un'escursione nella foresta con la famiglia di un mio amico, ci sarà anche il suo fratellino che non vede l'ora di giocare con Joel, percui voglio che venga anche Cara, così giocherà anche lei.

Cara era al settimo cielo, non credeva alle sue orecchie; non aveva mai trascorso giornate in escursioni, foreste, montagne, e le sarebbe piaciuto tantissimo, era già pronta per partire.
Amava l'aria aperta, soprattutto sporcarsi di terra e fango lanciandolo agli amici, tutte sciocchezze che si fanno in quelle situazioni.
Dopo aver mangiato corse nella sua cameretta e preparò subito la salopette ed il solito cappellino da baseball sul comodino, oltre ad uno zainetto che avrebbe portato con sé.

Anche I genitori dei ragazzi erano d'accordo, vedere la bimba felice era raro, avrà sorriso forse una decina di volte da quando era con loro, di sicuro si potevano contare sulle dita delle mani.

My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora