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Il giorno tanto aspettato arrivò in un attimo, Cara si trovava in quella foresta assolutamente gigante ai suoi occhi assieme a suo fratello Joel, mano nella mano.

-Fidanzatini!!- Ridacchiò l'amico di nome Oscar, era figlio di un'altra coppia benestante, i soliti vicini di casa, con una piscina, un cane e tanta arroganza.

-Zitto.- La bimba staccò la mano dal fratello imbarazzato, era evidente la loro cotta, ma la tenevano nascosta poiché era fin troppo assurda e inusuale. Scese la sera ed i ragazzi si riunirono a cerchio per una grigliata di carne, tra risate, scherzi e quant'altro. Cara era davvero contenta, amava stare circondata dalla natura e sentire il profumo dei fiori che la circondavano.

All'improvviso però accennò una smorfia; percepiva il disappunto di Oscar, lo leggeva nella mente e, anche se non avesse voluto, non poteva fare a meno di sentire quelle voci nella sua testa.

-Tu fai schifo!- Si alzò di scatto attirando lo stupore di tutti, per poi tornare sul suo piatto. Il bambino ancora non capacitava di come avesse potuto fare.
Passarono la notte con il sacco a pelo ed una grande tenda, quella fu una notte un po' gelida, piuttosto strana.

Il mattino seguente i ragazzi fecero una gara di pesca nel fiume nei pressi della foresta, Cara ne approfittò per andare ad esplorare il fitto e affascinante luogo, assieme a Joel.

-Detesto Oscar.

-È fatto così, ma in fondo è bravo, siamo amici da anni.

-Mhm.- Il volto della bambina cambiò in uno sguardo dolce e entusiasta- Giochiamo ad acchiapparella, solo noi due, ora che non c'è lui!- Cominciò a correre per la foresta.

Era molto atletica e riusciva a mantenere una forte distanza dal fratello, senza neanche avere il fiatore; col passare del tempo però, perse la cognizione del luogo ed arrivò ad un punto piuttosto lontano dagli altri.

Si guardò intorno e scrutò la fine della foresta, un grande giardino ben curato con una piccola fontana al centro. La curiosità e l'intrepidità la portarono ad avvicinarsi senza però capire se fosse una zona abitata o meno: non si sentivano voci, o frastuoni, come nelle famiglie quando i bambini giocano ed urlano ed i genitori implorano di fare silenzio, era esattamente l'opposto. Ad esser circondata dal giardino vi era una grande casa, vuota, con le tende chiuse.

Cara si addentrò ancora di più, come ipnotizzata da quell'ambiente tetro e misterioso, arrivò lentamente alla fontana dove scorgeva acqua limpida, notando un piccolo oggetto sul muretto.
Un peluche. Un orsacchiotto un po' malconcio sedeva sul muretto, probabilmente lo avevano dimenticato. Allora Cara si sedette e giocò lei col peluche per fargli compagnia.
Era un luogo piuttosto tetro anche se in un certo senso a lei piaceva, spesso si isolava ed udiva il canto dei passerotti sostituito a poco da quello dei corvi.

Poco dopo un'altra bambina spuntò davanti a lei facendola sobbalzare, questa sorrise dolcemente arrossendo un po' le guance chiare.

-Hai fatto compagnia al mio amico?

-Sì, sembrava solo...- Cara era turbata dalla bambina, non percepiva alcun pensiero e fu la prima volta che le accadde.

-Ero andata dentro a prendere altri giochi- Allora le mostrò due bambole contuse con vestitini malconci, ma in fondo belle; anche a Cara piacevano, perché erano diverse dalle solite bambole, erano come lei in un certo senso.

-Vuoi giocare con me?

-Certo!

Mentre giocarono Cara pensò e provò a dedurre l'età della compagna, poteva essere poco più piccola di lei, qualche centimetro più bassa, ma dimostrava forse anche meno. Portava un fiocchetto rosa che ornava i lunghi capelli scuri e ricci, un vestitino rosa che le copriva le ginocchia e nient'altro: non indossava scarpe e Cara si chiedeva come potesse non sentire freddo.
Aveva grandi occhi verdi ed allora lei si accorse di essersi dimenticata del fratellastro, sicuramente la cercava ancora, così salutò con tutta fretta l'altra bambina e tornò nella foresta.


-Cara!! Dove eri finita??- Joel era molto preoccupato ma poco dopo si calmò, rassicurato che la sorella stava bene.

-Joel, ho conosciuto una bambina è abbiamo giocato un po' assieme. Ti ci accompagno così la conosci anche tu!

-Va bene. È ancora presto.

Quando arrivarono lei non c'era, probabilmente era tornata dentro casa, cominciava a far più freddo di prima e Cara pensò ai piedi nudi della bambina.

-Proviamo a bussare.

-Cosa?! Mi fa paura qui. Perché vuoi parlarle così tanto?- Joel indietreggiava guardandosi intorno.

-Non lo so, mi sembrava strana, un po' sola... Non te lo so spiegare.

Cara non riusciva a leggerle la mente ma sentiva che era diversa dalle bambine normali e stando nei dintorni di quella villa sentiva come una fitta che non voleva andar via, un brivido le percorreva tutta la schiena, non riusciva a deglutire.
Si fece forza e bussò alla porta la quale si aprì poco dopo essendo socchiusa.

-Per...Permesso?- Cara avanzava lentamente e titubante mentre Joel le fece cenno di andar via.

-Ci vediamo dopo.



My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora