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A Cara venne in mente l'idea di tingersi i capelli di rosa cipria, vedendo continuamente alcuni cartoni animati in televisione nei quali i personaggi avevano capelli strani e facevano cose strane.

-Sempre a vedere la televisione!- Splendorman era di fianco a lei e con uno dei suoi migliori sorrisi la invitò a fare due passi fuori casa, Cara accettò anche se controvoglia, stava diventando pigra poiché a corto di stimoli esterni, nulla che la entusiasmava più di tanto, insomma, l'adolescenza era imminente.

I due corsero un po' fuori, oltre il giardino quando anche Sally si aggiunse a loro ed entusiasmata correva all'impazzata di qua e di là come tutti i bimbi pieni di grinta ed energia, al contrario di Cara.

Stava entrando nella pubertà, già emanava odori particolari e grazie a Trenderman risolvette quei piccoli problemi. In più, quella mattina stessa, le colpi un subitaneo dolore alla bocca dello stomaco che la fece piegare in due.

-Ti accompagno dentro casa!- Splendorman la prese in braccio e arrivati al bagno lei volle stare da sola, magari con la sola presenza di Sally.
Così come arrivarono i dolori scomparvero improvvisamente lasciando però un segno tra i pantaloni della bambina.

-Emh...-

-Perché ti esce sangue? Ti hanno ferita??- Domandò innocentemente Sally notando l'intimo dell'amica ridotto ad un lago.

-Forse... Forse è meglio se chiami Splend... Anzi, no, Jane. Chiamami Jane.-

La ragazza entrò nel bagno e sorrise dolcemente alla piccola, spiegò a entrambe che Cara era entrata ufficialmente nel periodo della pubertà e le strinse scherzosamente la mano come invito nel mondo delle donne. Naturalmente tutto ciò in assenza di Sally che era andata a bere.

-Jane... Posso chiederti una cosa..?-

-Dimmi, Cara.-

-Per favore, non dirlo a nessuno. Non tanto per me, più per Sally. È che... Ci potrebbe rimanere nuovamente male. -

-Ma no tranquilla, sai che le è passato. Tu non devi cambiare il tuo destino per mano di altri, lo sai, vero?-

-Certo...-

La mattinata proseguì con biscotti e panna, compresi alcuni film d'avventura che Cara vide assieme a tutte le femmine della casa.

-Non stai esagerando?- Chiese Jill notando la biondina abbuffarsi più del normale, ma ella le fece capire di star in quel periodo. Quel momento di caos femminile fu interrotto dai ragazzacci quali Ben, Jeff e Toby che si buttarono sui divani rovinando la scena finale del film alle ragazze.

-Dannazione, Jeff!! Scommetto che è stata un'idea tua!- Strillò Jane che puntualmente ce l'aveva sempre con Jeff anche se Cara non sapeva il perché.

-Ahah, veramente no, è stata di Ben, strega!- In tutta risposta lui le fece una linguaccia ricevendo uno sguardo truce dalla ragazza.

-Scusate, abbiamo interrotto i vostri cinguettii. Parlavate di ragazzi, eh?- Ben si intrufolò sul divano tra Cara e Jane, suscitando perplessità di quest'ultima.

-Ben, ho capito che ti sei preso una cotta per Cara ma falla fiatare!- Ghignò colpendo nel segno il biondino vestito in modo strano che faceva ridere sempre Cara quando lo vedeva.

A tali affermazioni lei rimase un po' imbarazzata, in quei tempi aveva capito e osservato bene le azioni e gli atteggiamenti degli adolescenti, comprendendo anche il desiderio di curiosità di avere un partner e magari scambiarsi baci e robe simili, a tutti quei pensieri Cara arrossì moderatamente poiché anche lei cominciava a pensare certe cose che erano sempre indirizzate sul solito ragazzo che, allora, era seduto assieme agli altri e la guardava di tanto in tanto.

-Cara, perché sei rossa??- Jill scosse la piccola dai propri pensieri.

-No, niente, sto... Soffocando, mi serve un po' d'aria.-

Detto ciò andò verso la cucina e venne accolta da un inaspettato abbraccio da parte di un corpo gelido e forte, pallido quanto lei, sapeva già che era il padre e nonostante il litigio scorso ricambiò l'abbraccio rendendolo ancor più caloroso.

-Piccola, vieni con me. Voglio farti vedere una sorpresa.-

-Cosa è papà???-

Cara, emozionata, strinse forte la mano del padre preparandosi al teletrasporto; ma quando aprì gli occhi il luogo su cui si erano ritrovati non era certamente quello che si sarebbe immaginato: una casa, quella casa. Era ancora così come prima, nessuna crepa nessun scolorimento, il cancello in legno era tale e quale a un tempo, così come le finestre aperte che lasciano entrare l'aria fresca mattutina.

Cara era rimasta senza parole, non le sembrava affatto vero. Girò intorno notando ogni minimo particolare e mormorò qualcosa che però non riuscì a scandire per lo stupore.

-Scusami se non sono riuscito prima, ma è stato difficile trovarla dato che si era trasferita poco prima che tu nascessi. Non ho voluto accennarti niente per regalarti questa sorpresa, spero tu ci sia rimasta contenta.- Offenderman si abbassò al livello di Cara, ormai un po' più alta, avvolgendole un braccio dietro la schiena e sorridendo.

-Apri la porta, tesoro. È in casa.- La incoraggiò Offenderman.

Cara, un po' titubante, a passi brevi raggiunse la porta e dopo aver deglutito varie volte ebbe il coraggio di aprirla, seppur lentamente.

-Chi è? Sei tu Elena?- Chiese una voce.
Una voce che Cara riconobbe molto bene, era gradevole, femminile ma forte, forte come lei.
Cara restò al bordo della porta attendendo che la donna arrivò da lei.

Sentì i passi, quando ella la guardò, con quegli occhi grandi e chiari ora lucidi, facendo cadere un piatto che aveva in mano e con le labbra socchiuse riuscì a dire:

-Piccola mia...-

-Mamma...-

My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora