34. L'inizio di una creepypasta

249 21 8
                                    

Era scesa la notte, il cielo venne coperto col suo lenzuolo nero tralasciando in bella vista tante stelle luminose. Un cielo senza nuvole, mai più bello. Eppure, l'animo che era parte di Cara non le dava compagnia in quel momento.
Era affranta, confusa, con mille pensieri in testa che si scontravano tra loro per ottenere la supremazia, idee folli, come vivere per poi morire o morire e smettere di vivere; 'sopravvivere' era il termine giusto.
Guardava le sue gambe pallide come il chiarore della luna, quasi potevano mimetizzarsi in essa, e rimandavano sempre al pensiero di quanto ella fosse simile all'uomo che meno avrebbe mai immaginato nel mondo.

Sentì un fruscio tra l'erba, si voltò e quando tornò con lo sguardo in avanti, sobbalzò vedendo quel ragazzo biondo e dagli occhi neri e rossi, mentre sedeva accanto a lei con le ginocchia al petto ed addosso solo dei pantaloni.

-Ti ho spaventata?- Ben rise appena.

-Come hai fatto..? Non ti ho sentito arrivare.-

-Sono molto silenzioso. Belle le stelle, eh?- Alzò il mento ammirando quello spettacolo.

-Già... Anche la luna.-

-...Siamo tutti bambini della luna, in fondo.- Scrollò le spalle per poi ridere della sua stessa battuta che la ragazza non capì.

-Non senti freddo?- Chiesi, notando il petto nudo e la pelle avorio quasi quanto me.

-No, affatto. Tu, piuttosto, con quel vestitino leggero?-

-No, affatto.- Rise riutilizzando lo stesso tono svogliato del ragazzo.

Ben le parlò della sua giornata, aveva discusso con Jeff per delle sciocchezze e sapeva che in quei momenti era impossibile avere ragione, così preferiva starsene da solo, soprattutto al buio. In quel periodo incontrava poco Cara in giro per casa ma non le spiegò il motivo; d'un tratto cominciò a narrare di un luogo diverso dalla realtà, un mondo idilliaco in cui regnava il silenzio e la pace, dove ci si sentiva più leggeri e ci si poteva svagare in differenti modi.

-Cosa sarebbe, un mondo delle favole?- Scherzò Cara, non prendendo sul serio le parole del biondino. Ne fu grata, però, della sua compagnia che la aveva fatta sorridere.

-Forse, puoi chiamarlo come vuoi. Ti andrebbe di venirci con me? È un appuntamento.- Sorrise malizioso Ben, quel lato sbarazzino del suo carattere non lo aveva cambiato.

Cara ci pensò su e non tralasciò affatto il cuore spezzato per Toby, eppure Ben sembrava comportarsi esattamente l'opposto. Faceva di tutto per lei, nonostante anch'egli era, doveva essere, morto.
Forse era semplicemente una scusa tutto ciò, non poteva essere così realmente.

-Ben...- Attirò su di sé lo sguardo del ragazzo. Se vengo voglio che tu mi dica sinceramente una cosa.- Egli annuì. -Anche tu sei... Morto?-

Lo sguardo di Ben si incupì ed i suoi occhi parevano vuoti più del solito, più neri e macabri, quasi minacciosi.
Strinse i pugni strappando fili d'erba e, a tratti, sembrava che il suo corpo fosse invaso da scosse elettriche, glitch, o robe simili.
Cara cominciò a spaventarsi ed indietreggiò ma Ben si riprese subito, come se nulla fosse stato, e le sorrise debolmente scusandosi.

-Sì.- Ripose semplicemente, lasciando poco all'immaginazione di Cara.
-Ti mostro quel mondo, così capirai.- Strinse la mano fredda di Cara, portandola in casa e nella sua stanza.

La ragazza non aveva mai visto la stanza di Ben: era piccola ma allo stesso tempo spaziosa per la poca roba che conteneva, come un letto dalle coperte azzurre ed una scrivania con un computer acceso, accanto nell'armadio. Le pareti anonime, solo un piccolo poster appeso alla porta aveva attirato la sua attenzione, era un videogioco in offerta, una sorta di gioco di ruolo. Si fece l'idea che Ben fosse appassionato di videogiochi, in effetti, non a caso spesso indossava una maglietta simile a quella del ragazzino di Zelda.

-Dove sarebbe questo mondo, Ben?-  Forse era una scusa per stare solo con lei.

Ben le disse di avvicinarsi al computer e, intimando di non fare domande, le strinse forte la mano, toccando con l'altra lo schermo del computer immergendola dentro il monitor.

Cara non credette ai suoi occhi, in quel breve viaggio in una zona spazio-tempo, completamente a lei sconosciuta ed impossibile da descrivere, si strinse a Ben, finché non toccò il suolo coi piedi.

-Puoi aprire gli occhi.-

Era stupefatta.

-Puoi anche smettere di stringermi forte, non che la cosa mi dispiacesse.- Ammicò il ragazzo lasciando un lieve imbarazzo sulle guance di lei.

-Come è possibile..?-

-Sono parte anche di questa realtà. Da quando mi hanno tolto in quella dei vivi.- Chiuse lì il discorso e, prendendo Cara per mano, la portò a vedere un mondo totalmente bizzarro e con leggi fisiche azzerate.
Il cielo era lindo, l'erba rasa ed alcune grandi mura per poi giungere ad una piazza con strani esseri, più simili a personaggi immaginari di videogiochi.

-Com'è possibile..?- Ripeté lei guardandosi intorno meravigliata, mentre la gente li salutava e scambiava con loro dei sorrisi amichevoli.

-Andiamo in una zona più appartata.-
Ben le sorrise facendo dimenticare a Cara tutti i contorti pensieri che la tormentavano prima di arrivare lì.
Non c'erano odori, né particolari rumori, solo una pace gradevole.

My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora