37. Cambiamenti

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Un dolore acuto al ventre risvegliò Cara, in trepida confusione, ritrovandosi sempre lì, in camera, sul letto ed avvolta da una coperta la quale non ricordava di averla messa prima di addormentarsi. Cercò di calmarsi, facendo tornare il respiro normale ed il battito regolare, notando solo allora che stava sudando. Il dolore si presentò ancora una volta, costringendo la ragazza a piegarsi in due, trovando rimedio invano. Sollevò la maglia notando uno spettacolo a dir poco raccapricciante: vene gonfie pulsavano sul ventre, sullo stomaco, in preda ad una sorta di spasmi muscolari. Qualcos'altro bruciava, molto più a fondo. Sembrava avesse ingoiato lava, subito poi, la gola secca richiamava acqua. 

Una volta alzata, il dolore parve cessare, o almeno calmarsi, permettendo alla ragazza di camminare fino alla cucina per bere.

I corridoi erano al momento vuoti, solo del frastuono proveniva dalla cameretta di Sally, non più di entrambe, per i giochi che stava facendo la bimba e che, almeno, ovattavano i lamenti di Cara. 

Riuscì ad arrivare appena in cucina, bevve due bottiglie intere di acqua e, con sollievo, il bruciore passò. 

-Cara, tutto bene?- Chiese una voce visibilmente preoccupata, dietro di lei. Era Trenderman. Ma la ragazza non fece in tempo a girarsi che svenne, nuovamente.



Questa volta il risveglio fu più pacato, gli occhi si aprirono cullati dal flebile sole che penetrava coi raggi dalla finestra. La camera era diversa, si trovava sul grande letto di Trenderman mentre egli vegliava su di lei, seduto su un'ottomana all'angolo della stanza. 

-Ti senti meglio?- Domandò con voce calma. Cara annuì, sollevata dal dolore assente e dalla superficie del ventre normale, senza vene gonfie. -Ti ho dato un medicinale per farti passare il gonfiore, era piuttosto preoccupante.- Aggiunse.

-Cosa mi è successo..?- 

-Ho solo una teoria, nient'altra spiegazione. Molto probabilmente il tuo corpo è riluttante ai tuoi poteri; non accetta che tu abbia una piccola parte in te anomala agli esseri umani. Per questo, lotta per scacciarla.- Spiegò suo zio, sempre composto.

-Ora è tutto finito..?- Chiese con un filo di speranza la ragazza.

-Sì. Dovrebbe essere così.- 

-Grazie, zio.- Trenderman rimase piacevolmente colpito, quando Cara lo abbracciò. Per una volta si sentì lui grato, importante per la sua famiglia. In quel momento vide Cara come quando era bambina, gli occhi sempre grandi ed i capelli spesso in disordine che, per lui e la sua mania di perfezione, voleva metterglieli a posto senza obiettare. Era stanca, lo si notava, ma la bellezza della madre e l'espressione vispa del padre erano sempre ritratti in lei, come se Trenderman stesse parlando con suo fratello anche allora.

Era pomeriggio inoltrato, Cara sedeva sul divano e passava il tempo a leggere un libro, mentre la casa aveva ripreso il solito vociare caotico degli altri, le risa di Sally e le continue lamentele di Jeff. Quella volta facevano più baccano che mai, quest'ultimo correva per la sala scappando dalla bambina che insisteva nel farlo giocare con lei. Jane rideva divertita dalla situazione mentre il poveraccio la chiamava in suo aiuto. Ben si avvicinò a Cara facendola sobbalzare, sorprendendola con una piccola scatola azzurra contenente una collana con una scheggia dorata.

-A cosa devo questo regalo?- Chiese lei, provocandolo.

-Non devo darti un motivo.- Ben le scostò i capelli chiudendole la collana ed, allo stesso tempo, respirando il delicato profumo della ragazza che lo faceva esaltare.

-Grazie.-

-Grazie a te. Mi hai salvato due volte.- Sorrise Ben, socchiudendo gli occhi, tanto neri e rossi ma che a Cara non preoccupavano, alludendo a quando si gettò in mare ed alla sua vita stessa, prima priva di significato.

Egli si avvicinò più a Cara e la ragazza seguì lo stesso movimento, attendendo un altro bacio, ma il ragazzo fu travolto dal corpo di Jeff e dalle sue urla e risate inconfondibili.

-Voi non ci dite nulla, eh?! Ahah, Ben, congratulazioni!! Dovremmo festeggiare!!- Annunciò a voce alta attirando quasi tutti e facendo sprofondare ancora più il biondino nell'imbarazzo.

Jane e Jill erano entusiaste per Cara ma notarono che la ragazza non rispondeva con la stessa frenesia. Era immobile, con gli occhi persi nel vuoto, mentre una mano stringeva con furia la maglia, sentendo nuovamente quel dolore fitto diventare più acuto, più insopportabile, non riuscendo neanche a sentire più le voci degli altri e, man mano, tutto diventò nero. 

My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora