30. Sono passati anni

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-Jessica, ci vediamo domenica al matrimonio di Eric!- Cara sentì le parole della signora Black e le venne un sussulto.
Si ricordò del cadavere e dovette trattenersi dal vomitare.

-Cara, entriamo dalla finestra.- Indicò Toby una finestra poco più in alto, aperta.

I due stettero per saltare il cancello quando il signor Black giunse proprio lì per raccogliere un qualcosa e ci mancò poco li scoprisse.

-Devo dare una sistemata a questo prato. Duh, lo avevo chiesto ad Eric due giorni fa. Ma dove si è cacciato?- E tornò via.

Cara e Toby saltarono rapidamente e con l'aiuto dell'agile ragazzo, anche la biondina riuscì ad entrare dalla finestra.
Erano nello studio, lo studio dove il signor Black si dedicava al lavoro da casa e dove Eric suonava la chitarra classica regalata dallo zio.

Cara strofinò le corde, ricordandosi di quando il fratellastro le aveva dato alcune lezioni, strimpellava bene ma aveva sempre preferito il violino. Bei ricordi. Le venne anche da sorridere per qualche secondo, quando poi sentì un rumore di scatoloni.

-Toby, che fai?

-Oh, stavo controllando se c'era qualcosa di sospetto. Quel ragazzino era riuscito ad entrare ben oltre la zona accessibile del bosco, insomma.

-Ma che c'entra. Senti, voglio entrare nella mia vecchia stanza per vedere se è rimasta come anni fa.

Erano passati più di 6 anni.

I due passarono il lungo corridoio colmo di grandi quadri alle pareti e dipinti di artisti famosi che ritraevano cascate e foreste.
Alla fine del corridoio c'era una porta in legno, era quella.
La aprirono lentamente per poi chiudersi all'interno ma, a gran sorpresa della ragazza, la stanza era completamente diversa da come l'aveva lasciata lei.

Le pareti erano rivestite di un verde chiaro che ricordava il prato, il pavimento era una moquette indaco, senza alcun disegno, sopra la quale stavano un paio di tappeti sparsi sotto il letto matrimoniale, dalle lenzuola bianche e le coperte color carne.
Era tutto diverso.
I comodini ora in legno di quercia.

Eppure c'erano alcuni vestiti femminili, alcuni trucchi lasciati aperti sul tavolino ed un pregnante profumo dolce inondava la camera.

-Si sono dimenticati di me.- Ammise la ragazza. Andò a controllare se avesserlo lasciato uno dei suoi pupazzo preferiti nell'armadio ma no, era solo pieno di vestiti femminili, gonne, abiti.

Poi sopraggiunse una voce da fuori la porta, i due si nascosero dentro l'armadio, per non aver trovato altra via, sperando di non venire beccati.

L'armadio aveva tante fessure orizzontali dalle quali i due ragazzi poterono sbirciare la stanza, anche se con una visuale ridotta.

Entrò un ragazzo, seguito poi da una ragazza.
Non riuscivano a vederli in volto ma egli aveva capelli chiari e grandi spalle larghe mentre lei capelli ramati lunghi quasi quanto quelli di Cara.
La ragazza buttò lui sul letto, ridevano come bambini e ciò innervosì non poco la biondina. Pian piano ella si tolse la maglia, poi l'intimo e si buttò sopra il suo ragazzo baciandolo con foga e concludendo con una scappatella adolescenziale, Cara chiuse gli occhi in quel momento.

Dopo venti minuti, i due si rivestirono in fretta e corsero al piano di giù, soprattutto la ragazza colpì Cara, dicendo:

-Joel, muoviti, è tardi!

Erano Joel e la sua ragazza. Dopo anni aveva rivisto il suo fratellastro e dovette trattenersi dall'abbracciarlo forte, dal stringerlo a sé, era perfino gelosa che avesse una ragazza e che ci davano dentro, anche se, in fondo, anche lui era diventato adolescente come Cara.

La biondina e il moro uscirono dal nascondiglio, ancora un po' imbarazzati dalla situazione.

-Non hai mai visto come si fa?- Chiese Toby di punto in bianco, con tutta la neutralità del mondo.

-Cosa?! Toby, che domande sono. Andiamo, ora.- Rispose scorbutica lei, rossa in volto. Toby aveva ragione.

Il problema era la ragazza di Joel, ora, Cara non poteva parlargli in privato e dirgli tutto ciò che era successo, però sapere che il suo fratellone stava bene la faceva sentire più a suo agio.

My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora