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Erano le 5 del pomeriggio; i tre bambini erano distesi sul letto a contemplare il soffitto e Cara sapeva che di lì a poco avrebbe dovuto salutare la nuova amica ma non ne aveva il coraggio, ne avesse avuto la possibilità avrebbe fatto tornare indietro il tempo di ore e bloccarlo in eterno.

-Sono triste anch'io.- Spezzò il silenzio Sally, era come se avesse letto la mente della bimba, perché lei poteva e Cara no?

-Ci rivedremo sicuramente.- Cercò di rassicurarla Cara, anche se era più per sé che per la riccia. Joel anche non era felice, si era subito affezionato alla bambina, le era simpatica anche se a tratti inquietante.

-Verrete a trovarmi spesso?- Sally si voltò e chiese speranzosa con quei grandi occhioni verdi.

-Certo! Non abitiamo molto lontano- Parlò Joel - Ci vuole circa mezz'ora da qui.

Sally rispose con un enorme sorriso e si alzò di scatto dal letto correndo verso un baule pieno di giochi e cianfrusaglie varie. Trovò un peluche di pezza grande quanto la sua mano, era un po' malconcio e gli mancava un occhio ma era lo stesso uno dei preferiti della bambina, lo porse a Cara che un po' titubante accettò.

-Così è un po' come se ti sono affianco, come una vera amica.- Fissò gli enormi occhi di Cara e lei fece lo stesso.

-Grazie, Sally. Io voglio darti questo- Si tolse il braccialetto e lo diede in mano all'amica, questa lo guardò perplessa.- Non ricordo chi me lo regalò, però mi ha sempre dato un forte coraggio e voglio che fino a quando non ci rivediamo lo tenga tu.-
Sally sorrise dolcemente a quelle parole.
Era così dolce quella bimba, tanto pallida con le guance rosee al minimo sorriso, a Sally ricordava qualcuno di molto famigliare e quel braccialetto le diede un input in più ma non era ancora arrivata alla conclusione.

Erano le 20.00 e arrivò il momento di salutarsi, Cara notò in lontananza una figura intenta a scrutarla, era accanto alla porta d'ingresso e accennava un sorriso malvagio che mutò in un espressione riflessiva appena la piccola si impiantò a fissarlo.
Era a pochi metri da lui e i suoi grandi occhi specchiavano il vestiario nero dell'uomo in contrasto con la sua carnagione bianca, bianca quanto quella di Cara.

In quella volta Cara percepì una sensazione strana, come se avesse di fronte a lei la soluzione a tutti i suoi dilemmi. I suoi piedi non volevano schiodarsi dal suolo anche se doveva andare via, sentiva il bisogno di restare e di andare da quello strano tipo, le infondeva un certo senso di sicurezza che solo lei avrebbe mai potuto recepire da un essere come quello. Lo guardava fisso ancora, tralasciando tutto il resto e l'amica che la stava guardando senza capire.

-Cara, dobbiamo andare, è tardi!- La richiamò il fratellino. Allora andò via scrollandosi l'emozione calda che la tempestava e senza guardarsi indietro.

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Erano le ventiquattro in punto; mezzanotte. Per Cara quelle lancette si muovevano troppo lentamente, era rimasta ferma lì sul suo lettone a fissarle scorrere di fronte a lei, quasi intimidiva il suo sguardo fisso in quel punto, ma la realtà era che lei voleva tornare là, dalla sua amica, tanto che non riusciva a prendere sonno.

Affianco a lei c'era il suo inseparabile peluche che occupava un piccolo spazietto ogni notte nel suo letto ed era forse lui l'unica ragione ancora che la teneva ferma dall'impazzire.
Era tutto inutile. Era arrivata alla conclusione che era tutto inutile.
Voleva la sua famiglia, la sua vera famiglia, le mancava molto la mamma, chissà se stava pensando ancora alla sua bambina.
Una cosa che non si sarebbe mai aspettato nessuno fu che la biondina, piccola ma astuta, aveva rubato alcune banconote dal portafoglio dei genitori di nascosto mentre dormivano; lo faceva quasi ogni mercoledì raccimolando un po' per volta.
Il mercoledì i signori Black andavano sempre ad una specie di serata di gala, la piccola non sapeva cosa fosse e se lo fece spiegare dalla cameriera, la cosa la lasciò piuttosto interdetta: persone vestite per bene per una serata dedicata ad un ballo in un luogo raffinatissimo, con del cibo servito impeccabilmente ed ogni due persone un degno saluto di rispetto. Tutto troppo preciso per lei. Per questo i signori Black tornavano sempre molto tardi e si infilavano subito nel letto stanchissimi tanto dal lasciare la porta aperta. Cara voleva prendere abbastanza da poter pagare un viaggio alla madre per poterla rivedere, fu una delle sue idee più ingegnose, era ancora lì sul letto a sorridere soddisfatta.

Una subitanea e forte folata di vento gelido aprì le ante della porta-finestra della camera di Cara facendola sobbalzare. Raggiunse le ante chiedendole per poi scrutare lì fuori non vedendo nulla.
Ad avvicinarsi ai suoi piedi fu Pucks, il gatto certosino che il patrigno regalò alla piccola, era migliore amico di un veterinario che aveva trovato gattini abbandonati, Cara ne fu molto riconoscente, solo per questo però.
Pucks miagolò in cerca di coccole e si raggelò subito guardando un punto fisso di fronte a lui.

-Guarda che lì non c'è niente!

Sussurrò Cara. Fissò anche lei notando una strana nube condensa che stava prendendo forma, era lui.

La piccola indietreggiò impaurita quando lui ghignò.

-Cara! Sei sveglia!- Dietro di lui uscì una folta chioma bruna che Cara riconobbe subito, Sally.

-C...Come?? Come avete fatto??-

-Shh, ti portiamo via da qui.- disse Sally come fosse roba da niente.

-Cosa? Come? Perché? Perché c'è anche lui?- La piccola cominciò ad aver paura anche dell'amica, era piena di ferite come tutte le volte che la aveva vista ed il palo affianco a lei non aiutava affatto.

-Stai tranquilla.- Sally tese una mano all' amica per rassicurarla. - So che non vuoi stare qui, ti prego, vieni da me, ci siamo divertite tanto questi giorni e mi sono molto affezionata a te... - Abbassò lo sguardo come colpevole - Credevo fosse lo stesso per te...-

-Sì, anche io mi sono affezionata molto a te. Ma non posso andarmene, questa è casa mia.- Il suo tono flebile smascherava l'insicurezza nelle sue parole.

-Lo sai benissimo anche tu che questa non è la tua vera casa. Con me starai bene veramente, ti prego, non ho mai avuto una vera amica come te...-

Cara rimase di sasso a quelle parole; ne era come onorata di esser stata la sua prima vera amica e ciò valeva anche per lei. Si stava convincendo.
Lei odiava stare lì se non fosse per Joel, Pucks ed anche la cameriera in fondo. Sicuramente sarebbe tornata qualche volta per loro. Non si era firmato alcun contratto di affidamento e tutto ciò valeva come un motivo in più alla fuga.

-Va bene.- Sally la stritolò dalla gioia.
Pucks miagolava come se avesse capito le intenzioni della padrona e questa lo assicurò dicendogli che sarebbe tornata e lo avrebbe preso con lei, per ora era meglio che stesse affianco a Joel.
La piccola scrisse il tutto su un bigliettino che diede al fratello poiché Sally la accurò di non svegliarlo.
Cara gli diede un bacio sulla guancia e scappò in braccio allo zio di Sally con lei per mano, era un po' turbata all'inzio ma voleva andarsene una volta per tutte.

-Tieniti forte.- Disse l'uomo per poi svanire nel nulla in un attimo lasciando il gatto sonnecchiare sulla coperta. 

My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora