25. Cresci troppo in fretta, bambina mia

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E quel baciò durò più del dovuto.

Cara era con la schiena al tronco di un albero, la foglia che stringeva delicatamente nella mano le scivolò via ed in egual modo tutti i pensieri che in un primo momento avevano annebbiato la sua mente ma appena dopo le fecero spazio per emozioni stupende, emozioni positive.
Adolescente era, dopo passato il momento di lieve e innocente imbarazzo, le guance si schiarirono e vennero accarezzate dalle delicate mani di Ben. Subentrò adrenalina da parte di entrambi, la quale spinse il ragazzo a premere le sue labbra su quelle norbide e rosee della ragazza.
Il biondo si accinghiò al corpo di lei, passando dalle guance ai fianchi, facendola sussultare.
Ciò gli scaturì un un sorriso che fece avvampare la ragazza, per una seconda volta.
Ben sembrava più tremendo che mai, pensò lei. Eppure c'era quel legame che nemmeno la biondina riusciva a comprendere, voleva stargli lontano ma allo stesso tempo era riuscito a rubarle due baci, oltretutto i primi di lei.

Effettivamente quello poteva risultare, in realtà, il suo primo vero bacio, escludendo l'altro dovuto all'alcol. Il quel momento nessun fattore esterno li spinse a baciarsi e stringersi così passionale, anche se lei si sentiva interdetta delle sue azioni.

Le mani di Ben scesero al fondoschiena ed a Cara uscì una risata sbarazzina, quanto piaceva e provocava il biondo.

A Cara, però, tornò la cognizione del tempo e si accorse di essere restati fuori casa tanto tempo, era quasi ora di pranzo. Così, si staccò dal ragazzo, un po' gracile, e lui abbandonò a malincuore ancora una volta quelle labbra così invitanti.

-D... Dobbiamo andare, Ben.- Disse lei in un sussurro, diventando di nuovo rossa per colpa della situazione.

-Va bene, mi dispiace però. È la seconda volta che succede.- Scherzò lui e Cara lo scansò sentendosi in imbarazzo.

Quando tornarono a casa Ben e Cara, scoppiò un grosso temporale che sembrava durare un'eternità.

La casa era movimentata, chi andava a destra, chi sinistra, chi punzecchiava altri (Jane e Jeff, naturalmente) e chi dava qualche occhiata alla ragazza seduta accanto alla finestra.

A Cara non dispiaceva la pioggia, era fresca, puliva la terra e rinvigoriva le piante, specialmente quelle appena interrate da lei, tra cui piccole rose e tulipani.
Pensava che appena fosse finita la pioggia sarebbe uscita fuori ad inspirare l'aroma che dava, era strano ma le piaceva; poi, un qualcosa attirò molto la sua attenzione.
C'era una piccola rosa, separata dalle altre, che stava subendo quell'acquazzone in pieno consenso. Lo stelo reggeva a malapena il peso dei petali zuppi, eppure era ferma così senza cadere. Sembrava davvero una bella rosa.

-Cara.- La voce di Offenderman arrivò alle orecchie della figlia che si girò con occhi curiosi.

-Ciao, papà.- Salutò pacata.

Non stava sempre col padre ma quei pochi momenti in cui erano completamente soli li adorava. Offenderman indossava sempre il solito vestiario, cappello compreso, che faceva sempre sorridere la figlia.
Ogni volta lo rimproverava dicendo che alla madre non sarebbe più piaciuto così e lui, in tutta risposta, le faceva il solletico.

-Prima che tu possa farmi il solletico- Cara sollevò una mano come per difesa -Volevo chiederti se dovevi andare da qualche parte vestito così!-

-Sì, amore. Oggi è un giorno speciale e volevo parlartene proprio.- Offenderman sembrava serio ma sotto lo sguardo impassibile stava cercando di trattenere un piccolo sorriso.

-Che cos'è oggi?-

-Oggi finalmente tua madre può lasciare quella casa. Insomma, vivere tutti e tre assieme, come volevamo.-

A quelle parole Cara spalancò gli occhi, non riusciva a crederci, le sembrava un sogno, finalmente, dopo tanti anni, finalmente stava diventando realtà. Finalmente.
Vedere un paio di volte a settimana sua madre la rincuorava ma viverci era diverso.

Non riuscì a trattenere le lacrime ed un enorme sorriso, abbracciò forte il padre che le avvisò di prepararsi bene e preparare bene la casa all'arrivo della donna.

-Subito, papà!!- Corse lei al piano di sopra.

Quando salì le scale canticchiò gioiosa, aveva un sacco di cose da dire a sua madre e non vedeva l'ora di presentarla a Sally ed a tutti gli altri dopo averne parlato tanto.

-Di buon umore, biondina?- La punzecchiò Jeff, vedendo Cara correre verso la sua stanza con un sorriso ebete simile al suo.

-Ahah! SÌ!!- Gridò lei, facendo prendere un colpo al ragazzo. - Mia mamma viene a vivere con noi, finalmente! Sì!- In tutta la sua contentezza fece una piroetta, come una bambina, lasciando stupito il povero Jeff. - Jeff caro, vestiti per bene questa sera, voglio che fai bella impressione su di lei!- Cara prese in giro il migliore amico per poi rintanarsi nella sua stanza, ancora sorridente.

Jeff rimase lì, sul ciglio, pensando alle rare volte in cui aveva visto la ragazza così euforica.

Cara aprì l'armadio dopo aver trovato Trenderman seduto sull'ottomana vicino la finestra.

-Evento speciale?- Chiese lui, sorpreso che la ragazza stesse cercando un bel vestito.

-Sì, zio. Verrà mamma.-

Trenderman fu ancora più sorpreso, non si sarebbe mai aspettato un giorno tutto ciò. Dopodiché aiutò la nipotina a vestirsi in modo impeccabile e le acconciò anche i capelli in graziosi e fluenti boccoli biondi.

-Sei proprio una bambolina.-

-Ahah,grazie zio.-

-Chissà quando ti vedrà Toby!- La punzecchiò facendola arrossire. - Ho fatto centro, eh?-

Cara, in un primo momento, fu felice del pensiero, ma subito dopo pensò a Ben ed a quella mattina. Esasperata, sapeva già che così avrebbe fatto effetto più su di lui che su l'altro, riflettendo che, in fondo, Toby era un amico tranquillo, forse una sua cotta passeggera. Eppure il ragazzo moro che la avrebbe potuta vedere da un momento all'altro le metteva una forte agitazione.

Dopo aver pulito tutta la casa assieme agli altri membri della grande famiglia, Cara aspettò davanti all'ingresso l'entrata dei suoi genitori assieme.

My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora