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-In che senso solo io posso crescere..?-

-Vedi... Noi non siamo come tutti gli altri umani... Credo tu ci sia già arrivata, sei una bimba molto sveglia.-  Nel frattempo Trenderman stava prendendo alcuni elastici e diede il via alla sua creazione di onde sulla chioma di Cara.

-Papà non mi ha mai detto niente al riguardo...-

-Vedi, lui sarà il primo a vergognarsene... Io sinceramente non ci trovo alcunché di male.- Alzò lui le spalle. -Anche per questo ha preferito lasciare te e tua madre...- Aggiunse l'ultima frase con tono basso in modo da non farsi troppo sentire dalla bambina.

-Ma cosa vuoi dire con "noi non siamo come tutti..." ?-  Cara insistette, voleva e doveva sapere.

Allora Trenderman sospirò- Tesoro, noi abitiamo qui lontano da tutti per un motivo: la gente ci considera mostri. Per il nostro aspetto, il nostro atteggiamento, scappano senza neanche provare a dialogare, eppure non siamo così male, dopotutto.-

Quel discorso fece sorridere Cara.

-Io vi sono venuta incontro da subito.- Sorrise dolcemente trasmettendo quella espressione anche a Trenderman.

-Sì, piccola, ciò mi rende fiero più che mai. Poi, in un certo senso, tu sei come noi.-

-Ma... Perché quindi solo io cresco..?-

-Perché...- La mano sfiorò per l'ultima volta le ciocche di Cara ultimando la sua strepitosa creazione. - Noi siamo morti.-

-Che cosa..?-

-Esatto. Perciò non invecchiamo. Purtroppo molti della famiglia non avrebbero voluto tutto ciò ed in effetti gradirei non ne parlassimo più, piccola... A volte le cose non vanno nella direzione giusta...-

Allora Cara si alzò dalla sedia dirigendosi verso l'enorme finestra ed ammirando quel verde prato che tanto amava.

-Ciò significa che prima o poi io non potrò più giocare con Sally..?-
Era così dolce ed anche poco ingenua, come una bambina del resto. Era matura ma aveva ancora tanta strada di fronte a sé, molte esperienze che la attendevano a differenza della famiglia di quella casa.

-Nessuno può negartelo.- Sorrise lo zio.

-Mi sento così... Inappropriata...- Cara si voltò verso lo zio dopo aver notato una figura piccola passeggiare nel prato.

-Probabilmente Sally non ancora accetta tutto ciò, ma non avere timore, tu hai molta vita davanti, piccola mia, devi viverla, questo è il segreto.-

Detto ciò Trenderman lasciò la sua stanza permettendo a Cara di esprimere i propri pensieri contemplando gli oggetti della camera.

Si sentiva inadatta, debole, come se lei avesse mille virtù e fosse di fronte a chi non ne ha neanche una; si sentiva di troppo, un peso, un enorme peso che neanche la più grande delle navi saprebbe superare. Avrebbe preferito affondare, esattamente come ne hanno la possibilità quelle navi stesse.

Così le venne in mente di fuggire, senza dire niente a nessuno e magari, ne era convinta, la sua docile amica sarebbe tornata col sorriso.

Dopo aver raccolto tutto il necessario si dileguò in punta di piedi verso l'entrata, passando tutto il lunghissimo corridoio.

Una porta si aprì beccando Cara sull'atto.

-Che stai facendo?-

-Emh, ciao Toby. Sto andando a fare una passeggiata.- Cercò di toglierselo dai piedi ma il ragazzo non demordeva e decise tuttalpiù di andare con lei.

Arrivarono al boschetto fitto che circondava la casa ed allora Cara confessò.

-Sto scappando.-

-Lo so.-

-Cosa!?-

-Lo avevo immaginato, per questo ho insistito per venire con te.- Toby si abbassò di poco all'altezza dell'amica provocandole un forte rossore sulle guance. -Perché lo stai facendo..?-

-Ecco... Io...- Come avrebbe mai potuto dirgli il motivo se gli avrebbe fatto ancor più male, anche per lui lo stava facendo. Così ebbe in mente di dire una bugia, in fondo era a fin di bene.

-Voglio tornare dalla mia mamma.-

-Beata te che ne hai una.-

Cosa? Cara pensò che forse Toby non aveva più dei genitori, o qualcosa del genere e si volle picchiettare in testa, aveva solo peggiorato le cose.

-Io purtroppo non vedo più la mia da anni... Non si ricorda neanche di me.-

Neanche Cara vedeva la sua da anni ma era sicura che non l'avrebbe mai dimenticata, come poteva?

-La mia non mi ha sicuramente dimenticato!!- Urlò di fronte al ragazzo lasciandolo interdetto. Pessima idea. Allora lui tornò composto e carezzò la guancia di Cara notando le calde lacrime che le rigavano il volto.

-No, non lo avrà fatto. Se è questo ciò che vuoi, allora vai.- Sorrise debolmente.

Cara, intimorita, fece qualche passo indietro per poi correre via pentendosi di non esser stata leale e neanche di aver dato un ultimo abbraccio all'amico.

Correva, piangeva, ansimava.

Passò troppo tempo ed ancora non vedeva un briciolo di strada, si sentiva persa. Si guardò intorno ma le sembrava tutto uguale, tanti alberi la circondavano e qualche gufo canticchiava solitario. I raggi del sole filtravano poco tra le foglie permettendo una scarsa visuale della bambina.

Proseguì camminando e con il dorso della mano si puliva le lacrime grondanti dalla guancia, finché andò a sbattere contro qualcosa.

-Aia.- Si massaggiò il naso notando poi un grande oggetto nero di fronte a lei, era morbido, un tessuto e quel profumo le ricordava molto qualcuno.

-Papà..?- Chiese titubante.

-Piccola, che ci fai qua!?- L'uomo sembrava parecchio agitato.

-Sto...Facendo una passeggiata... Tu, papà?- Mentì a sua volta.

-Niente... Dai, ti riporto a casa.-

Ma qualcosa non quadrava; la bimba sentiva col naso un odore particolare e terribilmente pressante che le penetrava le narici fino ad uscire dal palato stimolando vomito. Si scorse poco più a destra e poté notare una persona che giaceva a terra in un letto di sangue.

La piccola non riuscì a muoversi, era paralizzata e con tutta la rabbia che le stava ribollendo in corpo, mista a terrore, urlò al padre sapendo che era complice di tutto ciò.

-CHE COSA HAI FATTO???????- Gridava con tutte le sue forze mentre le lacrime scendevano copiosamente fino a gocciolare dal mento.

Il suo urlo venne stoppato da un braccio del padre che rinchiuse la piccola, poi, in un forte abbraccio, lasciandola interdetta e quasi senza voce.

-Andiamo a casa...-

My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora