Era il suo sedicesimo compleanno.
Sedeva sul morbido divano in pelle bianco, mentre aspettava giocherellava con la stoffa della gonna nera creando alcune pieghe qua e là.Quella sera avrebbe festeggiato i fatidici sedici anni assieme ai suoi più cari amici, nonché gli unici quali avesse mai avuto.
Erano solo in quattro quella sera, la casa vuota, tutta per loro: accesero lo stereo e si diedero alla pazza gioia, ballando per la vasta sala e lanciando per aria le patatine.
La ragazza bionda era cresciuta arguta quanto la madre e persuasiva quanto il padre; i suoi grandi occhi ammaliavano, facevano cadere in trappola chiunque vi guardasse dentro, ancora più sveglia di quanto non lo fosse già, ora spesso col sorrisetto sulle labbra che rimpiazzava il suo piccolo broncio di quando era piccola.
Chiunque la benediva per le graziose curve che adagio formavano il suo corpo, esile ma bello, che assieme ai lunghi capelli biondi stava da favola.
Questi erano raccolti in una sobria treccia fatta perlopiù per simboleggiare l'adolescenza trasandata che puntava agli stessi fini, divertimenti e svago totale.
Il vestito lungo nero e attillato era un toccasana per gli occhi dei presenti, come già detto precedentemente, stava attraversando l'età decisiva, la più difficile e la più significativa.La biondina ballava a ritmo di canzoni house affiancata dalla amica mora, alta poco più di lei, con la quale faceva a gara a chi aveva i capelli più lunghi; i suoi folti e neri come pece apparivano quasi finti, tanto erano precisi e perfetti.
Assieme alle due ragazze, per improntare la situazione creatasi, i maschi non lasciavano a desiderare. Uno, ormai migliore amico della bionda, sempre col sorriso stampato sul volto, si dimenava come un pazzo e ciò faceva divertire le due, probabilmente non più così sobrie. L'altro, biondo cenere quasi quanto lei, non le toglieva mai gli occhi di dosso, ballava nella sua stessa area sperando in un avvicinamento improvviso data la tempesta ormonale.
-È ora di soffiare sulla tortaa!!- Gridò estasiata l'amica, correndo in cucina per poi ritornare con un vassoio contenente una grande torta al cioccolato e fragola.
-Coraggio, esprimi un desiderio, bella!- La incoraggiava.
Allora la bionda ci pensò su, poi tirò fuori tutta l'aria dai polmoni concludendo con sedici candeline spente.
Dopo essersi abbuffati ed aver ballato ininterrottamente per un paio di ore, l'atmosfera si fece più calda volontariamente, colpa anche dei due amici complici che avevano spinto di proposito il biondo davanti la bionda.
-Vai, Ben, vai!- Urlava l'amico incoraggiandolo, tra fischi e mosse strane. Anche la mora ci si era messa e nel frattempo i due si guardarono intimiditi.
Erano palesemente ubriachi, come ogni adolescente che si rispetti. Ma ciò giocava a loro favore, perché finalmente lui poté dichiararsi, visto che era da tanto che lo aspettava.
Si avvicinò alla sua preda, mordendosi il labbro, e nonostante avesse gli occhi neri si poteva capire l'imteressamento nella ragazza.
Lei non ragionava, le scappò una risatina che invogliava solo di più il ragazzo ad agire.
Allora egli andò e la baciò impulsivo, con foga, finendo sul divano, seduto sopra di lei mentre andava a fondo con la lingua.-Vai, Ben!!- Continuò l'altro mentre si scolava un paio di bottiglie di qualche marca sconosciuta di alcolici.
Il tutto procedeva bene fin quando la porta non si spalancò permettendo anche al resto della famiglia di assistere all'osceno.
-Per favore, contenetevi.- Fece Trender.
Persino il padre rimase un po' sbigottito, ma fiero della sua figlioletta.
Ricordava ancora quella sera, da lì cambiò tutto. Era cambiata, o forse no, aveva un morbo che la aveva accompagnata per tanto tempo finché non si era manifestato nel peggiore dei modi, uccidendo, e da lì la lucidità si era andata a perdere. Negli anni diventò sempre più simile a lui, involontariamente, divendendo così una belva assassina che mai avrebbe potuto immaginare di essere.Inizialmente non voleva, ma un vizio, seppur si manifesti in diversi modi, quando appare è impossibile portarlo via, resta lì e aggrava la situazione se non si impara a conviverci.
Offenderman portò sua figlia in camera dicendo che per quella sera bastava, era palesemente ubriaca.
Jane, Jeff e Ben non erano da meno. Tutti col sorriso perenne, Ben fierissimo di aver finalmente poggiato le sue labbra su quelle che bramava da tempo.Quella era Cara. Non si pensi ad una ragazza timida, dolce, ingenua; era la tipica persona che, volendo, avrebbe potuto metter in ginocchio chiunque per il suo potere di persuasione, sicurezza e forza che ogni ragazza sarebbe dovuta essere. I suoi occhi, grandi e limpidi, ammaliavano intrappolando la propria preda in una morsa e, come la vedova nera, non davano scampo a nessuno, divoravano pian piano, assaporando ogni centimetro di pelle sporco di sangue caldo.
Le sue vittime lo adoravano.
Cadevano in una sorta di trance che neanche si accorgevano della trappola in cui erano finiti, pervasi e mutilati da una sottile voce e da occhi sbarazzini; in pochi secondi erano finiti.
Ci aveva preso gusto, prima li intrappolava, poi procedeva con la tortura, il cuore palpitante lasciato per ultimo perché dava più gusto, poi spappolato anche quello.Ciò era lei, ne era cosciente ma felice, aveva colmato quel vuoto interiore che la perseguitava da tempo, sapeva fosse quella la cura.
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My little daughter
FanfictionFanfiction scritta in adolescenza ma la tengo come bel ricordo :') Coraline sente la mancanza di qualcosa, o forse qualcuno, che non ha mai visto eppure che percepisce come se fosse parte di lei. Cosa succederà col tempo? Classifiche in generale (c...