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-Buongiorno!-
Una nuova mattina si presentò agli occhi di Cara, la piccola li aprì a fatica e subito dopo di fronte a sé trovò Trenderman.

-Yawn...Che...Stai facendo?- Disse con ancora la bocca impastata dal sonno.

Trenderman stava rovistando tra un cumulo di vestiti sul letto di Cara ed un cesto di bucato affianco sempre colmo di cenci. Erano puliti e profumavano di gelsomino, piaceva molto alla piccola.

-Ti consiglio questi!

Trenderman tirò fuori una gonna leggera color rosa pastello ed una camicetta bianca con un fiocchetto nero attorno al colletto; non c'era proprio coi gusti di Cara.

-Scusa ma... Non mi piace.

-Non ho sentito bene.- Il tono cambiò, divenne improvvisamente cupo e intimorì Cara.

-Va bene.-

-Perfetto!-

La bimba si stirò braccia e gambe e ne uscì un ennesimo sbadiglio facendo sorridere Trenderman. Quando però allungò una mano verso i vestiti lui le prese con forza il braccio restando allibito tanto quanto lei.

-Sei davvero pallida, tesoro.

-Lo so.- Cominciava a starle antipatico, era fissato con la sua carnagione, una delle cose che lei meno apprezzava di sé.

-Troppo, davvero guarda, sei uguale a me. Non è normale.- Paragonò il braccio di Cara al suo, snello fin troppo, forse era anoressico.
Allora le prese il viso con una mano notando ogni dettaglio del suo volto.
Era sempre più scioccato.
Cara tentò nuovamente di leggergli la mente ma lui la precedette:

-Non ci provare con me, è inutile. Anche questa tua dote è innaturale... Non è possibile...

Corse via bofonchiando qualcosa come "se è stato lui è nei guai..." e Cara rimase più perplessa di prima.

Scese in cucina e nuovi volti si mostrarono ai suoi occhi: qualcuno con una maschera più strana, qualche ragazza... Insomma, Sally aveva una grande famiglia. Ma a Cara andava bene, era felice di non essere l'unica strana al mondo, prima d'ora non aveva mai conosciuto persone come lei, anzi, forse queste la superavano pure.

-Ohayo, Cara-chan!- Si presentò un tipo alto davanti la bimba, era quello con la maschera più strana: bianca e nera, felice e arrabbiata. Parlava una lingua strana oltretutto, mettendola ancora più in difficoltà.

-Emh, salve.- Si strinsero la mano.

-Biscotti! Biscotti appena sfornatiii!!- Un urlo la salvò da quella situazione. Tutti fecero colazione con biscotti al cioccolato, cannella o zenzero e del latte caldo. Cara sperava di non parlare più con quel tipo, Sally la tranquillizzò, lui non c'era quasi mai lì.
Sarà un cugino.

Tutto procedeva tranquillamente quando Cara sentì delle urla ben distinguibili dalle scale, erano Trenderman ed Offendy.

-Senti, non voglio litigare. Ma se la mia teoria è giusta siamo nei guai.-

-Non strafare, fratello. A momenti i tuoi vestiti si sbiadiscono.

-Ma mi stai ascoltando?? È troppo ambiguo, non ci hai fatto caso anche tu?!-

Cara non poté fare a meno di origliare e si nascose sotto le scale, lontano dalla cucina.
Intervenne una terza voce che lei non aveva ancora mai udito.

-Trenderman potrebbe avere ragione. In quel caso sarebbero tutte responsabilità tue, Offenderman.-

-Dah, siete matti.-

Il suo nome completo era Offenderman. Offenderman. Cercava di ricordare ma nulla le arrivava.

Offenderman...

Tesoro, tutto bene?
No, papà, continuo a pensare a lui... Offenderman... Chissà dov'è ora... E se mai pensa a lei...

Quelle parole le scivolarono da sole dalla mente alle labbra, dopo averle recitate a bassa voce corse di furia nella cameretta sbattendo la porta e tirando fuori un grugnito, strinse le coperte a sé abbandonandosi in un lungo e silenzioso pianto.

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-Tutto ok?

-No, non è tutto ok.

-Posso aiutarti in qualche modo?

-Perché mai dovresti, non mi conosci neanche...

-Già, non molto, ma mi infastidisce che qualcuno stia male nella stessa casa in cui abiti io. Quindi... Parla.

Cara sospirò, si asciugò le guance bagnate e, guardando nel vuoto, espose tutti i suoi pensieri, i suoi tormenti, i suoi conforti, le sue speranze, le sue idiozie, sebbene credesse che lui non la stesse ascoltando affatto. Invece non era così.
Jeff era affianco a lei seduto e stava sentendo lo sfogo senza intervenire.

-Non sapevo non avessi più una famiglia...- Rispose lui distaccato. In quel momento anche Jeff fissò il vuoto di fronte a lui come se in quella parete ci fosse uno dei più grandi spettacoli del mondo; Cara esultò a quella affermazione.

-In un certo senso... Mia madre non può venirmi mai a trovare...- Allora si ricordò della sua inventiva - Avevo raccimolato un po' di soldi...- Indicò il suo salvadanaio sulla scrivania.

-Uh, ma allora rubi già? Sei furba per essere piccola, ahah!- Jeff le scompigliò i capelli.

-Solo per una giusta causa. Mi mancano ancora tanti soldi però... Ma pian piano ce la farò...- Rassicurava più se stessa che lui. Jeff per un attimo la fissò quasi catatonico; sorrise lievemente e tornò sul suo punto fisso.

-Siamo simili in fondo.

Cara restò ad ascoltarlo in silenzio.

-Anche io non ho più una famiglia, ma per colpa mia...- Allorché strinse i pugni sulle coscie. -...Ogni giorno mi incolpo e ripeto che forse, anzi sicuramente, se non fossi mai esistito non sarebbero accadute certe cose... -Cara non capiva. - Però, so che se un qualcosa accade per una inspiegabile ragione è perché c'è sempre un motivo. Sicuramente ora che io ho compreso i miei sbagli la vita va nel verso giusto, come te che molto probabilmente ora starai meglio rispetto a prima.- I suoi freddi occhi, come specchi, guardarono Cara per un secondo. -Non mi sarò sicuramente spiegato bene...-

-No, ho capito.- Lo interruppe lei. -Grazie per avermi detto queste cose, mi hai fatto sentire meglio.- Accennò un sorriso e lo stesso lo fece Jeff.

Jeff si alzò dal letto e andò via, non senza salutare la sua piccola peste con un'altra passata su quei capelli morbidi e ormai disordinati per colpa delle mani del ragazzo. Cara tornò sul letto, il suo sorriso scomparve in un attimo ripensando ad Offenderman ed a tutti i dubbi che le aveva dato.

Il suo corpo sottile e freddo sopra le coperte era immobile, il respiro regolare e le guance ancora un poco arrossate per la frustrazione; si addormentò in pochi minuti, era davvero stanca, permettendo alla mente di viaggiare e scavare nei ricordi più profondi in cerca di risposte.



My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora