43. Incomprensioni

148 17 1
                                    

Il suo urlo scemò nell'aria, animando il bosco come uno sparo verso il cielo.
Sally era a terra, chiusa su se stessa per alleviare il dolore al fianco e proteggersi all'ennesimo attacco.

Quel mostro era il peggiore di tutti i mali, il risultato dell'insieme di ira e perfidia. Mugugnò versi incomprensibili ogni volta in cui colpiva la bambina, quasi traendone piacere.

Il bosco aveva ricominciato quella sua sinistra danza, nonostante il vento fosse assente; rami e foglie si muovevano con più energia, perfino l'erba alla base dei tronchi pareva agitata, come per una pseudo difesa al dolore che stava subendo anch'esso. Tutto diventò più freddo, più tetro, meno rassicurante. Il sole si nascose dietro le cime degli alberi, frastornati dagli stormi degli uccelli migranti verso sud.

Sally era a terra, con larga probabilità inerme; i suoi pantaloncini coprenti i collant rosa cipria erano in parte strappati ed in parte abbondanti di terra, fino alle tasche. Non si muoveva, preferì il silenzio cosicché potesse concentrare quel briciolo di forze rimaste nel distinguere i passi del mostro dietro di lei.
Non era più la sua amica del cuore, la bambina curiosa e buffa diventata poi la bella ragazza che aveva conosciuto. Sperava ancora che tutto ciò fosse uno stupido ed infantile scherzo ma nulla di più vero; di più pernicioso.
Delle lacrime amare scivolarono lungo il naso piccolo della bimba mora, fino a toccare il suolo ed impregnarlo appena.
Sarebbe stata la sua fine? Sarebbe potuta morire una seconda volta?
Il dolore era inconfondibile ma meno quello fisico. Credeva di aver perso l'unica vera amica che le era stata accanto da subito, senza badare alle sue condizioni anormali; nonostante la spensieratezza che la bimba potesse dimostrare, la maturità dei suoi pensieri più truci e negativi sarebbe stata esuberante, inimmaginabile.
Cara l'aveva sempre considerata al suo pari, mai una persona inutile e frivola.

Sally piangeva ancora, ancora per quei ricordi meravigliosi ma spazzati via come polvere da un essere immondo, che le ritorceva contro tutta l'ostilità, la violenza, come se sapesse comunicare solo attraverso esse.

-A... Aiuto...- Balbettò la bambina con un filo di voce, finché la creatura non raggiunse e pressò un piede sulla sua gracile schiena, mostrando il suo terribile sadismo anche con un ghigno e gli occhi socchiusi.

Qualcuno la sbalzò via, con una potenza inaudita, fino a farla schiantare contro il tronco secco di un albero. La piccola Sally poté ricominciare a percepire la propria pelle ed i propri muscoli, grazie ad un qualcuno che la prese dalla vita e la teletrasportò via da lì, nella sua cameretta.
Quando aprì gli occhi sorrise.

-Grazie, zio...- Per poi crollare dalla stanchezza.

Egli tornò sul posto, accompagnando il fratello ed altri due verso il punto esatto in cui venne scaraventato quell'abominio che oramai aveva preso le sembianze vere e proprie di un mostro: la pelle color avorio caratterizzata da sottilissime venature rosee lungo gli arti ed il petto; vari tentacoli dalla schiena ricominciarono a muoversi fluenti a mezz'aria, aiutando il corpo a risollevarsi proponendosi come delle leve. Inoltre, il volto poteva essere sfigurato; vi era presente solo un simil tratto di bocca, di squarcio più che altro, che arrivava da un lato all'altro della testa, colma di denti aguzzi più di un predatore dell'oceano. Poco dopo, aprì gli occhi, due grandi fari dalla luce infuocata che bramavano puramente odio, follia, perdizione.
Il ritratto perfetto dell'incubo che Cara portava con sé dalla nascita, della quale ne era spaventata ma aveva trovato a volte conforto.

Un mostro come suo padre, era spesso stato il suo pensiero. Chissà, invece, cosa stesse pensando in quel momento solo se potesse farlo. Probabilmente era già morta in bagno o nel bosco ancora prima o, ancora più probabilmente, era morta già al momento in cui aveva concretizzato di possedere un'anima deviata, incomprensibile ed indomabile.

Suo padre era lì, assieme a Trenderman, Ben e Jeff.
Le altre creepypasta sorvegliavano Sally e nel frattempo speravano che tutto ciò finisse per il meglio ed al più presto.
Il cielo era ancora torbido.

Il mostro si rialzò senza aver percepito gravi danni. Esaminò i pionieri davanti a sé, stupendosi dello stupido coraggio che volevano mostrare restando lì, a battersi contro una forza come lui.

Uno di loro, Ben, avanzò di qualche passo, col volto carico di odio, a denti stretti ed i pugni serrati, cercò invano di scovare in quella creatura una parte di Cara ancora salva.
Lui sorrise alla scena pietosa e, nell'attimo in cui una foglia riuscì a cadere al suolo, sferrò un attacco con uno dei tentacoli proprio al ragazzo, mettendolo fuori gioco senza troppa fatica.

-CARA!- Urlò Trenderman, lo zio della ragazza. Fu egli a bloccare quell'essere a sua volta con i propri tentacoli, impedendogli di avventarsi contro un altro di loro, mentre Offenderman era lì, incapace di muovere una mano.

-Brutto mostro, riporta Cara, sappiamo che è ancora viva.- Gridò ora Jeff, davanti il corpo stanco di Ben, pronto a difenderlo.
Il ragazzo biondo sputò del sangue scuro, balbettava ed ogni due per tre, la sua voce usciva tremendamente robotica ed in preda a sbalzi di tono irrefrenabili, mentre Jeff gli diede un braccio in modo che potesse usarlo come appoggio.

Trenderman non ce la fece quasi più e chiamò più volte il fratello ancora bloccato lì, a pochi metri dai due.
La creatura immonda rideva della difficoltà che Trenderman esercitava per tenerla ferma, quando le bastò un colpo secco per liberarsi e prendere la rincorsa verso il quarto obiettivo del tutto privo di qualunque riparo.

-NO!- Gridò il fratello, cercando di riprendere quell'essere, mentre quest'ultimo aveva quasi raggiunto il padre di Cara.
Lo fissava bramando la miglior vendetta, ritenendolo la causa di tutta la sofferenza in quegli anni: se lui fosse stato presente sin dall'inizio non avrebbe sofferto tanto Cara e di conseguenza il mostro sarebbe uscito fuori con naturalezza. Aveva già progettato tutto ma era andato in frantumi a causa di un tipo che non era riuscito neanche nell'intento di fare da padre ad una creatura spaventosa quanto lui, anzi, più di lui.

Il mostro era quasi arrivato, un colpo e lo avrebbe tolto di mezzo.

My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora