36. Non è più umana

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Percepiva il sale del mare sulla propria pelle, ancor umida e frizzante, tanto che le gonfiava i capelli e dava loro lucentezza alla luna.

Era notte, il buio cullava i loro corpi distesi sulla sabbia, come una coperta permetteva loro di non patire il freddo, anzi, farli sentire a loro agio e stanchi, pacati, quasi gli occhi di Cara si chiudevano per la voglia di riposare ma vennero disturbati da un mucchietto di sabbia che Ben le aveva lanciato sulla guancia, interrompendo il suo flusso di pensieri.

-Ben!- Lo sgridò lei, divertita, ma non fece in tempo neanche a prenderlo a parole che il ragazzo tentò una seconda volta di farle perdere la pazienza lanciandole un altro mucchietto di sabbia in faccia, finché questo si dissolse nell'aria trasportato dalla leggera brezza del mare.

-Ben, me la paghi!

-Che paura!-

Finirono, così, a rotolarsi nella fittizia sabbia per poi smettere e ritrovarsi col fiatone, divertiti come due bambini.
Per la prima volta Ben rideva di gioia, specialmente con la ragazza che desiderava da tempo, la considerava come la ragazza dei suoi sogni, bellissima e divertente; ora che gli era accanto non se la sarebbe di certo fatta scappare.

-Persino nel buio vedo i tuoi occhi.- Affermò lei svegliando Ben dai suoi pensieri.

-Cosa?-

-Sì, le tue rosse iridi inconfondibili.- Ed ella lo ricopiò tentando di fare una smorfia minacciosa quanto buffa, poteva far paura ad un uccellino.

-Pff, hai ancora molta strada da fare.- E nel frattempo si alzò in piedi, tese una mano verso di lei per aiutarla ad alzarsi, incamminandosi verso la strada del ritorno, nella camera di Ben.
-Non sei come noi.- Rispose convinto lui ma ciò smosse la curiosità di Cara.

-In che senso "come voi"?-

-Noi facciamo paura a prescindere. Non serve impegnarsi per spaventare qualcuno.- Il ragazzo volle alludere alla sua natura di creepypasta, ma questo non lo colse Cara, infatti ella rimase perplessa e, sempre per la sua grande curiosità, voleva che il biondo si schiarisse di più.

-Noi non siamo esseri umani, già questo farebbe paura. Siamo assassini, siamo destinati a rimanere questo per l'etern...-

-Ma tu non mi fai paura.- Lo interruppe Cara, con un dolce sorriso sulle labbra. -Tu, paura?A me?- E gli fece un occhiolino, ricevendo una risata ironica dal ragazzo.

Cara capì la situazione e volle sdrammatizzare in qualunque modo, seppur, nel proprio inconscio, sapeva che le parole di Ben avevano un senso. Loro erano diversi, lo aveva capito, ma non dovevano per forza essere dei mostri, questo no, altrimenti si sarebbe sentita in difficoltà in loro presenza o non le sarebbe venuto l'istinto di salvare Ben poco prima. Inoltre, Ben si rivelò dolce con lei, tanto che le sue pallide guance riuscivano a prendere colore appena lei gli stava accanto.
Perciò, perché mai sarebbe risultato un mostro?

Cara gli strinse forte la mano ed in un attimo i loro corpi subirono l'ondata di teletrasporto, con la sensazione di sembrare più leggeri, riacquistando, poi, la massa corporea e tutte le funzionalità.
La camera di Ben sembrava più luminosa.

Il ragazzo, tuttavia, ora si sentiva a disagio, ripensando a ciò che era successo ed a quel bacio che per lui era stato stupendo, ma per lei?
Cara si agguattò dietro di lui facendolo poi cadere sul letto e correndo via, prendendolo in giro e costringendolo a seguirla, così non se lo fece ripetere due volte.

-Non ti stanchi mai di correre?- Gridò lui, molto lontano.

-Finché non riuscirai a prendermi!-

Ma Cara si bloccò davanti una cosa strana; era alla fine del corridoio, davanti la porta di Jeff, del sangue intriso su quest'ultima, rappresentato come dei graffi.
Puzzava di sangue fresco.
Ma ad ella non dava fastidio, ciò era preoccupante.
Rimase impalata nel fissare quel punto distanziandosi dal mondo reale, tanto che nelle sue braccia pulsavano le vene talmente forte da voler strapparsi.

-Ecco, ti ho beccata!!- La prese Ben per un braccio facendola tornare in sé.

Un uomo. A terra. Agonizzante.
Morto.
Era morto.
Dalle mie mani vedevo il suo sangue.
Ero stata io ad ucciderlo.

-Cara, tutto bene?- Ben la scosse posizionandosi davanti a lei e questa lo guardò imbambolata.

Il ragazzo al parco.
Morto.
Sempre del sangue vedevo intorno.
E su di me, sangue fresco.

-Cara!!- Riuscì a svegliarla dallo stato di trance, preoccupato leggermente per la ragazza.
-Vedi, sei stanca. Corri continuamente. Ma ora ti ho preso, tesoro.-
Le mandò un occhiolino ed ella rise ingenuamente.

-Ben, voglio riposare. Ci vediamo dopo.- Così lo lasciò lì, chiudendosi nella sua stanza e buttandosi sul letto sul quale si addormentò con facilità.

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