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La casa a poco a poco si riempiva sempre di più, arrivarono anche gli amici della piccola Sally, tutti con un non so ché di strano all'occhio della piccola Cara; c'era chi aveva un sorriso sgargiante e punzecchiava la piccola dai capelli argentei, chi se ne stava in disparte a rannicchiare sul divano e guai se veniva disturbato, chi portava per un qualche sconosciuto motivo una maschera sinistra, ma infondo interessavano molto Cara.
Quel ormai noto come il fastidioso della casa era nominato Jeff The Killer e ciò faceva ridere la bambina.

-È la prima volta che mi capita qualcuno ridere davanti per il mio nome... Dovresti temermi, bambina!

-Sei fantastico!- Alzò le corte braccia al cielo. Le sembrava un nome fanatico, dato ai personaggi dei cartoni animati, a quelli con dei superpoteri, quelli che Cara adorava. Il ragazzo ne era rimasto ancora interdetto ma non si fece troppe domande e punzecchiò ancora Cara; le prendeva una ciocca bionda e la arricciava attorno al suo dito mostrando varie provocazioni che a lei non davano fastidio.
Era una brava osservatrice, scrutava ogni singolo movimento di una persona e cercava di capire il perché dei gesti di questa. Jeff The Killer le sembrava solo un ragazzino in cerca di attenzioni, dato che si mostrava così insolente solo in presenza di altre persone; quando era solo se ne stava per fatti suoi magari a riflettere.
Lo notò molto Cara e sorrise a questo.

Aveva conosciuto Jeff poco dopo quella marachella con Sally, erano passate ore da quando avevano cominciato a giocare e la notte non si faceva più attendere.

-È buio. Devo tornare dai miei fratelli...

-Riuscirai a trovare la strada?- La voce di Sally stonava col suo viso, era diventata acuta, con un filo di follia, che a provenire da quella dolcezza somatica era quasi impensabile.
Come Cara avrebbe potuto non ritrovare la strada? Sapeva benissimo qual era, Joel non distava molto da lei e sapeva orientarsi infallibilmente.

-Certo. Ci vediamo domani, sono qui in vacanza ancora un giorno.- Notava della tristezza negli occhi della riccia, ormai era affezionata a lei. Cara le assicurò che sarebbe tornata presto per stare più tempo assieme e così fu: il giorno dopo tornò verso l'alba, aveva raccontato dell'amica ai suoi fratelli e sembrava tutto ok, Joel questa volta volle accompagnarla per assicurarsi che fosse una famiglia apposto, così disse Cara.

Arrivarono alla porta e come di consueto essa si aprì tetra e all'apparenza da sola ma in realtà era uno degli zii di Sally; questo Cara non lo aveva ancora conosciuto, altissimo come gli altri, senza uno specifico volto giustamente, e con uno spiccato gusto estetico. Si atteggiava come un modello e cominciò a criticare il vestiario di Cara e Joel fino all'ultimo centimetro anche con un tono spumeggiante e buffo che ricordava a Cara i signori Black.

-Piccola, va bene tutto, sei una bambina, ma la salopette con i capelli sciolti... Mhm! Ti farei due treccine almeno! Non so come gestirmi con i bimbi! E tu... Tu stai bene.

Scrutò Joel vestito col suo solito giacchettino smeraldo, si notava a chilometri che i due non erano fratelli carnali.

-Comunque, so che sei l'amica di Sally, piacere, chiamami Trenderman!- Si chinò di mezzo metro per stringerle la mano. - Tesoro, sei così fredda! E pallida! Forse anche più bianca di me, è incredibile...
Ne rimase davvero sorpreso. La carnagione della bambina aveva sempre sorpreso tutti a primo impatto ma Trenderman non ne era molto convinto, sentiva ci fosse qualcosa sotto, perché un colorito del genere era più unico che raro.

La scrutò a fondo mettendola per qualche minuto a disagio, lei cercò di leggergli la mente ma anche con lui era impossibile.

-Cosa stai cercando di fare?- Quella domanda la rese spiazzata. Era riuscito a capire che la bambina stava cercando di leggergli la mente, probabilmente lo sapeva fare anche lui e forse tutti gli altri. Doveva stare attenta.

-Vi lascio ai vostri giochi, Sally è sempre in camera sua.

Detto ciò sparì e loro raggiunsero l'amichetta, introducendo anche il fratello Joel.
Giocarono un paio d'ore per poi essere interrotti dallo stomaco di Cara che ruggì come un leone.

-Non ho fatto colazione... Scusami Sally...

-Non ti preoccupare, andiamo tutti a mangiare!!! - Alzò le braccia entusiasta.

Burro e marmellata per Joel e un panino infinitesimale per Cara, la sua fame improvvisa e inspiegabile era davvero vorace, mangiò di fretta col rischio di strozzarsi. A fare compagnia c'era uno degli zii di Sally che Cara aveva visto già; era l'uomo col sorrisetto ed il cappello sempre presenti, stava in un angolo della tavola a consumare un pasto e si divertiva nel vedere tutta la scena.

Cara incrociò il suo sguardo all'incirca e sentì una forte tensione, quasi stomachevole. Perché proprio quel tipo le dava una così forte ansia? Probabilmente le stava anche leggendo la mente in quel momento, era rimasto catatonico di fronte a lei mentre gli altri bambini erano nello sfondo a chiacchierare tra loro.

C'era un annesso tra lui e lei.
Un annesso che poteva spiegare il prurito del braccio dovuto a quell'insolito braccialetto e lo sguardo perplesso dell'uomo sugli occhi della piccola, pallida quasi quanto lui, col volto statico simile al suo, a pensarci bene forse poteva avere anche lui quegli stessi pensieri.

-Hai della salsa sulla guancia- rise lui, magari per togliere la tensione.
Allora Cara si pulì col dorso della mano mostrando il braccialetto appena più bianco della pelle e lasciando di stucco l'uomo.
Si alzò violentemente dal tavolo e andò via senza proferire parola, cosa aveva potuto capire lui che non aveva capito Cara?

My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora