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-Che cosa hai fatto...Che cosa hai fatto...- La bambina continuava a dimenarsi e picchiettare sul corpo del padre in preda ad una esaustiva collera, si stava quasi sentendo male per i troppi urli.

Arrivarono a casa e naturalmente il fracasso giunse alle orecchie della famiglia, Splendor accorse subito alla scena molto preoccupato.

-Cosa è successo?-

-Niente, mi ha solo visto in un momento sbagliato.-

-Offender, avevi con te una donna..?- Splendorman rimproverò il fratello.

-No, avevo emh... Litigato con un tipo.-

Allora le grida e i pianti isterici della bimba si fecero più forti, anche da ciò si riusciva a capire la forza che la piccola avesse nel proprio corpicino minuto. Offenderman la strinse forte a sé e in un attimo furono nella cameretta di lei, sul suo letto.

-Piccola mia, basta piangere.- Stette per coccolarle il viso quando lei si ritrasse per il terrore, allora l'uomo sbuffò - Purtroppo anche per questo non volevo stare attorno a voi, vi avrei creato danni, io normalmente uccido, fa parte della mia natura...-

Allungò la bimba sul letto che si copriva il volto con le mani nella speranza di non vedere più quella specie di padre.

-Avanti, basta piangere.- Lui odiava vederla così, specialmente se per parte sua.

-Quante altre cose mi nascondi!?-

-...Nulla.-

-Io... Io volevo una vita normale. Una vita tranquilla. È forse troppo chiedere ciò..?- Singhiozzava la piccola, fortunatamente riuscì a prendere coraggio e forze per parlare e dar vita al suo sfogo. -Per tutto questo tempo... Non ho mai avuto un padre... E continuo a non avercelo... Perché tu sei un mostro!-

Quella frase. Quella frase fece centro ad Offenderman. Riuscì a bersagliare il punto più fatale del suo io squarciandolo in mille pezzi e abbattendolo, dando posto al vuoto più assoluto, alla delusione di se stessi e alla rabbia, tramutata in frustrazione...

-Voglio la mamma...- Tornò a singhiozzare forte.

Offenderman tornò nuovamente di fianco alla bambina carezzandole le gambette e le mani; lentamente il respiro tornò regolare e non si sentirono più i singhiozzi o gli urli, lei voleva semplicemente quel dolce e candido affetto di entrambi i genitori, come giusto che sia.

-Io sarò sempre tuo padre... Qualsiasi cosa accada.-

Pian piano lasciò la camera deciso a farla riposare, chiuse la porta ma poco prima di farlo diede un'ultima occhiata alla sua piccola e notò che si era voltata verso il muro e riposava finalmente respirando un po' forte.



Il mattino seguente a svegliare Cara fu un delizioso profumino di menta e nocciola sotto il naso.
Aprì di scatto gli occhi trovandosi davanti quelli scuri e divertiti di Toby.
Il ragazzo era seduto di fianco a lei e reggeva un vassoio di vetro contenente due cornetti alla nocciola ancora caldi e una tazza di the alla menta fumante, di fianco anche una pesca tagliata già in spicchi.

-Perché..?-

-Ti fai troppe domande!- Sorrise il ragazzo e la bimba sentì le guance andare a fuoco. Le piaceva tanto la compagnia di quel ragazzo, nonostante avesse sicuramente qualche anno in più di lei, stava immaginando già la scena: lei poco più alta e con un vestito di seta bianco mentre stringe nelle mani un bouquet di fiori rossi e, di fronte a lei, Toby con un abito nero ed i morbidi capelli spettinati che riflettono alla luce del sole, mentre le promette l'eterno amore.

A quei pensieri frivoli la bimba divenne ancor più paonazza e si copri le guance con le pallide mani. Era una ragazzina ormai e innocenti fantasie si potevano aspettare da lei.

-Sai, ho sentito ciò che tuo padre stava dicendo a Splendorman... Non devi preoccuparti. Certo, è strano agli occhi tuoi, ma sappi che lui non potrebbe mai farti del male se hai pensato questo.- Toby la rassicurò scompigliandole la chiara chioma.

-Ti va di fare una passeggiata con me?-

-Certo!-

Le prese la mano ed andarono fuori, circondati dai cespugli alti e gli alberi verdi, su quei arrangiati sentieri che portavano a tantissime vie.

Cara era nuovamente felice e lo dovette a Toby.


Passò un altro anno e finalmente Cara raggiunse un altro piccolo traguardo, dodici anni. Offenderman le regalò un paio di scarpe basse ma eleganti, benché lei non amasse l'eleganza ma più la sobrietà, col tempo imparò ad accettarla anche per via di Trenderman, nonostante non abbia mai abbandonato il suo cappellino da baseball.
Si domandò, in realtà, quanto altro tempo avrebbe dovuto aspettare prima di potersi dichiarare a Toby, era ormai il suo pensiero quotidiano e in quel tempo i due avevano instaurato un bellissimo rapporto.
Un po' tutti lo notarono, Ben detestava questo suo comportamento infantile e tentava sempre di distrarre Cara con i suoi videogiochi o giochi da tavolo, magari era solo geloso.
Jeff continuava a punzecchiarla e sentiva di essere come un fratello per lei, un senso di responsabilità gli trasaliva.
Mentre Sally, imparò che la sua amica del cuore stava crescendo, anche se involontariamente. Cara però non smise mai di giocare con lei e le giornate finivano quasi sempre con pigiama party e caramelle.

Quella sera le bimbe si addormentarono sul divano e fu Offenderman ad accoglierle in abbracci e portarle su nella cameretta.
Da tempo stava tentando una cosa, ci rifletteva ogni singolo momento e finalmente quella cosa stava per avverarsi.

My little daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora